"Gli ingredienti per la spy story ci sono tutti: i servizi segreti, gli interessi economici e la politica. Sullo sfondo la Rovigo all'ombra di due colossi, il rigassificatore di Porto Viro e centrale Enel a Porto Tolle.
Un anno fa un agente segreto rodigino dell'Aisi avrebbe fatto velate pressioni ai magistrati che mettevano in discussione gli investimenti dell'Enel. Il caso finisce a Trento, procura competente per i magistrati veneti, che archivia. Tutto tace. Fino a quattro mesi fa, quando lo stesso agente segreto viene pescato a chiedere mazzette a imprenditori ittici. E ora si scopre che il suo nome (e quello di qualche pezzo grosso) potrebbe essere collegato all'inchiesta P4 dei magistrati napoletani Henry John Woodcock e Francesco Curcio.
Sul tavolo dei magistrati padovani che indagano sullo 007 sono infatti arrivati alcuni faldoni dell'inchiesta Bisignani & co. Ora si cerca un collegamento tra Padova, Rovigo, Roma e Napoli. Il filo rosso potrebbe essere proprio l'agente segreto rodigino. Ma partiamo dalla fine.
Il 29 marzo scorso il 57enne Ettore Mantovan, agente dell'Aisi (ex Sisde) viene arrestato al casello di Padova sud: ha in tasca una mazzetta di 50mila euro presa da Archimede Finotti, imprenditore ittico di Rovigo. Scattano le manette per concussione. Ma dalla vita di Mantovan emergono dettagli che la procura sta mettendo uno in fila all'altro.
Lo 007 inizia come ispettore di polizia a Rovigo. E' lui a portare al pm Carlo Nordio elementi determinanti per scovare il «Compagno F»: Alberto Fontana, l'uomo che tirava le fila delle coop rosse. Chiuso il caso coop il 57enne fa tappa alla Dia di Padova e nel 2000 diventa agente segreto. Resta all'ombra fino al 2008.
E qui inizia il capitolo Enel di Porto Tolle. Il colosso sul Delta del Po deve dismettere l'olio combustibile, vuole passare al carbone.
Il pm rodigino Manuela Fasolato fa fare una consulenza: Enel sostiene che le emissioni non inquineranno, i consulenti della procura dicono il contrario. Una bella grana per l'Enel, che rischia il sequestro dell'area in caso di via ai lavori. Per gli ambientalisti la centrale potrebbe funzionare con il metano del vicino rigassificatore a Porto Viro, «bandiera» dell'Edison.
Enel non ci sente.
A sostenere il progetto-carbone ci sono tutti: Regione, sindacati. E anche Luciano Violante. L'ex magistrato e parlamentare del Pd è presidente di «Italia-decide**», una lobby con la missione di agevolare le attività economiche del Paese. Enel è tra i fondatori della lobby.
A inizio 2010 Violante afferma che il progetto dell'Enel è buono e che spera «si ricomponga» la frattura con la procura.
Meno di una settimana dopo Alfano manda gli ispettori a Rovigo. Cosa trovano?
Trovano che il pm Fasolato non poteva chiedere consulenze sui piani dell'Enel, perché in quel periodo doveva trovarsi a Roma a fare gli esami ai nuovi magistrati. Il procedimento disciplinare è ancora in corso.
Ma c'è un «secondo binario » che preme per la riconversione. E qui rientra in campo Mantovan. Il pm Fasolato viene a sapere da un ispettore di polizia giudiziaria che Mantovan avrebbe fatto pressioni perché la procura si dimostri un più «morbida» nei confronti dell'Enel.
I pm Fasolato e Curtarello, espongono le loro perplessità alla procura di Trento, dove Mantovan viene sentito come persona informata sui fatti. Lui nega, Trento archivia.
Poco dopo Mantovan si fa pescare a chieder mazzette. Lui dal carcere non dice una parola. Ma un vento caldo sale dal sud. Ed è l'inchiesta sulla P4. Il caso Bisignani fa emergere il «pilotaggio» delle nomine Enel. La ricerca dei collegamenti è appena cominciata."
(di Roberta Polese, tratto dal Corriere del Veneto del 30 Luglio 2011 - QUI
http://www.italiadecide.it/Documents.asp?DocumentID=827
Articolo: "Quegli appalti soffocati da tangenti e controlli" di Orazio Carabini - Il Sole24ore riportato da Italia Decide tra gli altri all'indirizzo http://www.italiadecide.it/Documents.asp?DocumentAreaID=144
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