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| 25 luglio 2011, 12:25

Uniti per la salute su Tirreno Power: "Perche' le istituzioni non rispondono?"

Uniti per la salute su Tirreno Power: "Perche' le istituzioni non rispondono?"

Lettera aperta
 
Preg. Sig Assessore Ambiente Regione Liguria Dott. Renata Briano
Preg. Sig Presidente della Regione Liguria  Ing. Claudio Burlando
Preg. Sigg. Consiglieri del Gruppo provinciale savonese del PD  
 
In merito al potenziamento della Centrale di Vado- Quiliano, il sindaco di Vado, citando la prescrizione A23 contenuta nella Valutazione impatto Ambientale del 27 luglio 2009, ha ricordato  quanto in essa disposto in modo inequivocabile  e cioè che prima dell’inizio dei lavori dovrà essere prodotto uno studio epidemiologico
ai fini di evidenziare la presenza o meno di patologie collegate agli inquinanti emessi dalla centrale.  

Crediamo che in uno stato di diritto, dove si rispettino le leggi e le disposizioni  a seguito di procedimenti avvenuti secondo la legge, alla prescrizione deve essere dato seguito con  puntuale ottemperanza: non ci possono essere dubbi.
Tuttavia nel merito della citata prescrizione oggi (16/7/2011) leggiamo alla pagina 23 del Secolo  XIX  che: In regione, l’assessore all’ambiente rassicura (ci domandiamo chi debba essere rassicurato e perché ): “E’ effettivamente un passo da rivedere … I lavori partiranno senza ritardi… Anche perché dover aspettare
l’indagine per poter aprire i cantieri sarebbe un’imposizione che va contro il principio, accolto da tutti, di migliorare la situazione ambientale della zona. L’obbiettivo di tutti è migliorare il quadro delle emissioni e  non certo di far funzionare per molti anni i vecchi gruppi”

Solo due considerazioni:

Lei Assessore afferma: "i lavori partiranno senza ritardi … anche perché aspettare un’indagine per poter aprire i cantieri…”  Se l’indagine epidemiologica è prescritta prima dell’inizio dei lavori, la si ottempera punto e basta: credevamo che l’interpretazione, come dire, “elastica” delle norme e l’applicazione  delle stesse “ad aziendam” appartenesse  ad altre culture…  

Lei afferma anche: ”L’obbiettivo di tutti è migliorare il quadro delle emissioni e non certo di far funzionare per molti anni i vecchi gruppi”. Cose già sentite dal Presidente  della Regione ”non decidere avrebbe significato tenersi due gruppi a carbone vecchi di quarant’anni e molto inquinanti e il parco carbone scoperto, quindi un danno ambientale colossale”.  Francamente non ne possiamo più di questa vecchia, e  pensiamo improponibile, litania che crediamo di aver sentito più volte da Marson/Vaccarezza:  Lei Assessore e Lei Presidente sapete benissimo che i gruppi NON POSSONO RESTARE COME SONO, ma per legge  e senza condizioni dovevano già da anni (almeno dal 2007) essere adeguati alle migliori tecnologie secondo l’A.I.A.  I gruppi continuano a funzionare nonostante siano privi di tali adeguamenti.

Chi ha la responsabilità di averli fatti funzionare così fino ad oggi?  Alla  prevedibile risposta che sarebbe compito del Ministero, obiettiamo  che i sindaci hanno più e più volte sollecitato l’AIA e quindi  Vi chiediamo formalmente: come Amministratori regionali che cosa avete fatto in questo senso per pretendere quanto dovuto per la tutela della salute dei cittadini?

Quali passi formali avete prodotto affinché i vecchi gruppi fossero adeguati secondo legge? Quali provvedimenti avete preso in tutti questi anni per ovviare a questa situazione  quando apprendiamo dalle  vostre stesse parole di ”gruppi molto inquinanti.. danno ambientale colossale “?   
 
In un recente comunicato (14 luglio)  I Consiglieri del Gruppo provinciale savonese del PD" affermano: 

 “Solo dopo l’AIA e dopo una accurata valutazione sanitaria ed epidemiologica del territorio (altra richiesta dei Sindaci) si procederà con la realizzazione del primo nuovo gruppo.”

Chiediamo ai Consiglieri Provinciali del PD: come si concilia la vostra affermazione con quella dell’Assessore Briano:" i lavori partiranno senza ritardi … anche perché aspettare un’indagine per poter aprire i cantieri…” ?
 
Restiamo in attesa di sollecite, inequivocabili e anche pubbliche risposte affinché i cittadini possano avere un quadro su come si decide per il loro futuro.

com.

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