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| 25 luglio 2011, 08:58

I Cobas Valbormida denunciano: "Un progetto bufala, Ferrania ci riprova"

I Cobas Valbormida denunciano: "Un progetto bufala, Ferrania ci riprova"

Dopo i progetti di centrale a carbone e di centrale a biomasse, falliti grazie alla mobilitazione della popolazione, ecco il terzo tentativo di produrre energia elettrica, che verrà presentato la sera del 1° agosto a Cairo.

Sin da ora,sono piovute critiche da ogni parte (se si esclude il patto dell'inciucio centro-destra / centro-sinistra, quello felice dell'ampliamento di Tirreno Power): persino i sindacati "rappresentativi" (i tre porcellini), hanno lamentato di non saperne nulla.

Ma sono le associazioni ambientaliste e le organizzazioni di base (quindi, non la casta) che pongono le giuste critiche: un impianto che debba trattare 40.000 tonnellate all'anno di rifiuto umido (ma può arrivare a 80.000) abbisogna della separazione del secco dall'umido ben prima del trattamento.

40.000 tonnellate all'anno di umido sono di fatto l'intera produzione di rifiuto umido provinciale. Ma dov'è la raccolta differenziata? In provincia di Savona, siamo a
livelli napoletani. Per cui,dove andrà a finire il secco?

Quando e dove sarà separato dall'umido? Non sarà quindi che, accanto al biodigestore, sarà costruito un gassificatore o un inceneritore (chiamato "termovalorizzatore"...)?

Ancora: perchè si dovrebbe produrre altra energia elettrica? A che fine? Infine: il compost a che prezzi verrà venduto? Quanta occupazione darà l'impianto? Sono questi i primi quesiti posti dalle associazioni ambientaliste e dalle organizzazioni di base di fronte all'annuncio del progetto: un progetto-bufala?
                       

Prof. Franco Xibilia - Confederazione Cobas Valbormida

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