Il fascicolo riguarda le malattie respiratorie dei bambini fra il 2000 e il 2006.
LA PROCURA di Rovigo avrebbe chiuso il fascicolo sulla centrale Enel di Polesine Camerini. La notifica di chiusura indagini sarebbe infatti arrivata a dieci tra
amministratori Enel ed ex direttori della centrale di Porto Tolle.
Lo scorso aprile il procuratore Dario Curtarello e il pm Manuela Fasolato,
avevano chiesto e ottenuto dal gip Carlo Negri una proroga di sei mesi. Ma la Procura ha chiudere il fascicolo in tempi più brevi.
La notifica di chiusura indagini è stata inviata all'attuale amministratore
delegato di Enel Fulvio Conti e ai suoi predecessori, Franco Tatò, dal 1996 al 2002, e Paolo Scaroni, fino al 2005; ai manager di Enel Produzione Alfredo Inesi,
Antonino Craparotta, Giuseppe Antonio Potestio e Sandro Fontecedro; a Leonardo Arrighi, che ha poi siglato il progetto di riconversione a carbone per conto di Enel Produzione; a Renzo Busatto e Carlo Zanatta, ex direttori della centrale portotollese.
Le notifiche riguarderebbero il primo dei due filoni della maxi inchiesta: quello che avrebbe posto l'attenzione sull'attività della centrale, l'altro invece verterebbe invece sulla riconversione a carbone.
In pratica la Procura avrebbe attribuito delle responsabilità a questi amministratori per il presunto mancato adeguamento degli impianti durante il suo funzionamento ad olio combustibile e per non aver adottato le cautele prescritte dalla legge in questi casi.
Partendo da uno studio epidemilogico effettuato dalle Asl di Rovigo ed Adria per il periodo che va dal 2000 al 2006 riferito ai bambini che hanno evidenziato patologie respiratorie nel raggio di 25 chilometri dalla centrale, la Procura
avrebbe inoltre ipotizzato un rapporto tra le omissioni e le malattie in questione basandosi su diverse perizie di esperti.
Nel 2010, il sostituto procuratore Fasolato ha disposto un incidente probatorio con l'incarico di condurre accertamenti proprio sullo studio dell'Asl e "sull'attuale stato di salute, con riferimento a patologie asmatiche e respiratorie, al fine di verificare se si sia mantenuto, cronicizzato, peggiorato o migliorato, dei minori oggetto dello studio epidemiologico sulla popolazione pediatrica in atti - effettuato a cura delle Asl di Rovigo, Adria e Ferrara, Arpa Veneto e Emilia Romagna - e residenti nei comuni di Porto Tolle, Porto Viro, Ariano nel Polesine, Taglio di Po, Rosolina, Mesola".
Le emissioni della centrale di Polesine Camerini, questa la ricostruzione della Procura, potrebbero essere messe in relazione con l'insorgenza di malattie respiratorie nei minori residenti nel territorio dei comuni polesani e ferraresi
di Porto Tolle, Porto Viro, Ariano nel Polesine, Taglio di Po, Rosolina e Mesola.
Quanto al secondo filone della maxi inchiesta, non ancora giunto alla chiusura, sotto la lente della Procura ci sarebbero le procedure e i documenti che hanno permesso alle commissioni Via di dare l'ok al progetto di riconversione a carbone. Tra componenti della commissione Via nazionale, di quella regionale e vertici dell'Enel - l'ad Fulvio Conti e il responsabile di Enel Produzione
Leonardo Arrighi - sarebbero 12 le persone iscritte nel registro delle indagini dai magistrati polesani.
Fra le 12 persone iscritte nel registro degli indagati sono dieci i pubblici ufficiali, per i quali le ipotesi di accusa sono di abuso d'ufficio, fra i nomi più in vista c'è quello di Silvano Vernizzi, presidente della commissione Via del Veneto, il vicepresidente Paolo Noemi Furlanis di Portogruaro e il relatore Antonio Mantovani di Padova - in concorso con gli amministratori delegati di Enel, Conti, ed Enel Produzione, Arrighi.
L'Enel, per parte sua, ha sempre affermato d'aver operato secondo la legge e di attendere con serenità la conclusione dell'inchiesta.