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| 05 luglio 2011, 14:07

Molteni precisa a Savonanews. Tocca replicare, poi basta.

Ma il merito era e resta la morte prematura di un uomo di 48 anni.

Molteni precisa a Savonanews. Tocca replicare, poi basta.

Così il Portavoce del Sindaco ed ex assessore alla cultura del Comune di Savona, Ferdinando Molteni

 

"Buongiorno,

ho letto con attenzione il pezzo a firma Mario Molinari pubblicato ieri (in un primo momento non avevo visto la firma, per questo ho chiesto chi ne fosse l'autore).

Ho poi notato che il testo era quasi integralmente un copia-incolla di una comunicazione inviata da Ubik e da me letta successivamente. Dei contenuti la responsabilità è dunque in gran parte di Stefano Milano. (1*)

Mi permetto tuttavia di far notare poche cose che riguardano le aggiunte a firma Molinari.

Nell'articolo viene pubblicato il testo di un mio messaggio di accompagnamento e su quello si fa dell'ironia. Ricordo a Molinari che il testo di una mail o di un sms non è pubblico, ma riguarda soltanto chi lo invia e chi lo riceve. La sua pubblicazione è reato, anche se riguarda la corripondenza tra una testata giornalistica ed un uomo pubblico, come nel nostro caso. (2*) Il tono confidenziale del mio messaggio era comunque motivato dalla "colleganza", essendo io un giornalista professionista che si rivolgeva ad altri giornalisti (non solo, ovviamente, di Savonanews).

Nel testo io vengo citato per nome e cognome, non altrettanto accade per Stefano Milano (che invece viene "celato" dietro la sigla Ubik). Come mai? Visto che Molinari e io ci mettiamo la faccia (o la firma), sarebbe opportuno che lo stesso valesse per Milano. (3*)

Noto che Molinari parla di me come "ex assessore non votato e rientrato dalla finestra". Preciso che l'incarico conferitomi dal sindaco è, a tutti gli effetti, "professionale". Il sindaco ha tra le sue prerogative quella di creare uno staff tecnico e di nominare gli assessori della sua giunta. L'essere votati o meno non c'entra nulla. Neppure, stante la legge attuale, per fare l'assessore. Se Molinari ha da eccepire sulla mia professionalità lo dica e se ne assuma la responsabilità. (4*)

Mi permetto ancora di segnalare che il mio commento, annesso alla scheda biografica e alle foto di Lagorio, era il dovuto omaggio ufficiale dell'Amministrazione (della quale sono portavoce) ad un noto insegnante di una scuola cittadina. Non pubblicarlo è una vostra scelta, ma è anche uno sgarbo non tanto a me (che ne ero l'incidentale estensore) ma al defunto e al sindaco che in quel momento rappresentavo. (5*)

Aggiungo ancora una cosa, da collega a colleghi. Non è corretto, giornalisticamente, far passare per un pezzo di cronaca (così è "datato" il pezzo su Lagorio) un testo che è, a tutti gli effetti, un editoriale. (6*)

Vi auguro buon lavoro.

Ferdinando Molteni


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Caro Molteni,

1) Lei parla di "responsabilità" di Stefano Milano, noi parliamo di meriti. Questo segna una certa distanza di vedute, la cui valutazione lasciamo volentieri ai Lettori.

2) Conosciamo le regole di questo lavoro. Per quanto ci riguarda, tutto quello che ci scrive come rappresentante del Comune alla mail centrale di una testata giornalistica è pubblico e sarà pubblicato. Se da portavoce desidera riservarsi dei passaggi "confidenziali", lo specifichi, o non utilizzi una mail istituzionale messale a disposizione dalla collettività. Stupisce che un giornalista nella sua veste più pubblica e ufficiale parli di reato a proposito di un suo comunicato stampa. La nostra non era affatto ironia. E se ritiene che reato vi sia, denunci o se ne scusi.

3) La domanda ci appare priva di senso. A scanso di equivoci: visto che lo ha pubblicato Savonanews.it, faccia che il pezzo è nostro, ne siamo orgogliosi e ne avessimo lo spazio lo terremmo in prima pagina fino a quando la Procura della Repubblica di Savona non avrà accertato la verità, anche grazie all'esposto penale (ma soprattutto Civile) al quale il Suo Partito ha negato apertamente appoggio politico con un comunicato stampa (pubblicato anch'esso integralmente) indirizzato "al Titolare della Libreria Ubik". Neppure lui fece il nome di Stefano Milano ci pare, ma con il chiaro intento di sminuirne la statura umana, sociale e culturale, della quale questa Città, e Lei in primis, dovrebbe andare orgogliosa.

4) La Sua professionalità non è interessante per i lettori, come tutte le beghe tra giornalisti, e non è in discussione.

Lo è invece la Sua nomina, o meglio, il criterio discrezionale ed arbitrario, ancorchè lecito, con il quale è avvenuta - lo ricordiamo - in concomitanza con il concorso per giornalisti annullato "per eccesso di richieste". Questo "criterio" appare assai meno democratico del Partito. Pur beneficiandone in prima persona, lo trova corretto nei confronti di tanti colleghi infinitamente più bravi e titolati di noi e di Lei? Come saprà la cosa è all'attenzione dell'Ordine dei Giornalisti e forse del sindacato.

Non è mistero che è semmai in discussione la stretta necessità della sua figura, visto che lo staff precedente era di due persone, e pare non si siano mai verificate apocalissi. Il volume e la qualità dei comunicati stampa, tra l'altro, pare del tutto invariata. Cogliamo l'occasione (forse ci è sfuggito dalle pagine del sito del comune denominate "Operazione Trasparenza") per chiederle di voler pubblicare per trasparenza il compenso che ha concordato, dato che non grava sulle spalle di un editore privato, ma su quelle di una pubblica amministrazione.

5) le è sfuggito che il Suo comunicato stampa sulla tragica scomparsa del Maestro Lagorio è stato viceversa pubblicato. Semmai lo "sgarbo" del quale Lei parla consiste nel definire ineluttabile una malattia che stronca un uomo di 48 anni, mentre non si sta facendo nulla per ridurne le possibili cause.

6) Da collega a collega, la ringraziamo e facciamo tesoro del suo appunto. Continueremo però a scrivere e commentare in piena libertà anche se dovesse dispiacerLe, secondo diritto di critica, lealtà e buona fede, avendo nei Lettori, e in nessun organo politico o economico, il nostro riferimento. Come è peraltro scritto nella Carta dei Doveri del Giornalista, professionista e pubblicista.

E soprattutto, in effetti, così facendo si è deviata l'attenzione dal merito: la morte di tumore di un uomo di 48 anni, ammalatosi quando ne aveva 46, e le sue parole strazianti di denuncia, che fanno impallidire quanto sopra.

Ribadiamo, nulla di personale, ma tanto dovevamo a Lei e ai Lettori per chiarezza.

 

 

Mpm

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