“Prima si riducono i servizi, poi si contano le fughe di pazienti e quindi si pratica la terapia: privatizzazione. È il caso dell'Ortopedia di elezione al Saint Charles di Bordighera. Analoga cosa potrebbe succedere all'Hospice di Costarainera, unitamente alla locale RSA di 60 posti”. Questa preoccupazione è stata espressa dai membri della federazione provinciale di Rifondazione Comunista e Federazione della Sinistra.
“Un servizio pubblico ottimamente funzionante ma, perché ritenuto troppo oneroso dall'ASL (in conseguenza della situazione conseguente ai tagli di stanziamenti da parte dello Stato, circa 80 milioni di euro per il 2011) si decide che venga privatizzato. - commentano - Ma come farà anche questa volta il privato a non rimetterci? Ridurrà al minimo consentito il personale per turno e per numero di pazienti e, ovviamente, si servirà di operatori meno pagati e chiamati a fare più ore o più turni con meno riposi. Risultato: un'inevitabile riduzione dello standard di assistenza per i pazienti dell'Hospice che, in quanto terminali soprattutto per patologie tumorali, richiedono cure particolari. Noi pensiamo, così come richiesto con forza anche dalla LILT, che l'Hospice di Costarainera, per l'importanza e delicatezza delle funzioni che svolge, debba rimanere pubblico. Esso merita che si trovino le risorse per il suo mantenimento e, più avanti, per il suo ampliamento e potenziamento (i posti dovrebbero passare da 10 ad almeno il doppio).
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