Entra nel vivo, in consiglio comunale, il dibattito sulla modifica della convenzione tra il Comune e la casino spa. Mentre la maggioranza è in linea con la proposta di variazione dell'Amministrazione, dal 63% al 66% da risevrare alla spa, l'opposizione si mostra contraria.
"Ci troviamo ancora una volta ad affrontare un dibattito sul casinò - ha detto il consigliere comunale del gruppo Progetto Sanremo Massimo Donzella - ed ancora una volta siamo chiamati a trovare palliativi, ossia un aumento della percentuale che in qualche modo va a favore della casa da gioco, per cercare di ottenere quel pareggio di bilancio che diversamente richiederebbe una ricapitalizzazione. Io credo che la mancanza di coraggio che c'è stata da parte di questa Amministrazione determini, anno per anno, un continuo incalzare e sovrapporsi di perdite e di ulteriori modifiche delle convenzioni economiche senza che vi sia una scelta definitiva. Scelta che consentirebbe alla casa da gioco di fare quegli investimenti necessari perchè ci possa essere veramente un'azienda che aggredisca il mercato, mettendosi in competizione non solo con altre case da gioco ma con tutti i giochi meccanici che ci sono sul territorio. Nel 2009 - analizza Donzella - su tutto territorio nazionale si sono registrati 54 miliardi di euro come raccolta da parte dei giochi, circa la metà derivano da giochi meccanici. Nel 2010 sono divenuti 61 miliardi di euro, nel 2011 la previsione è di 70 miliardi. Non possiamo avere uno Stato fondato su giochi d'azzardo. La legislazione di emergenza del terremoto in Abruzzo, giusto all'epoca, è diventato ordinario e questo non è giusto dal punto di vista etico e di decadimento dei costumi. Non è accettabile che questi 60 miliardi vengano presi alle classi più deboli. La casa da gioco potrebbe invece dare quelle garanzie di controllo di chi gioca, di controllo dell'antiriciclaggio. Il comune di Sanremo due anni fa, al momento del decreto Abruzzo, avrebbe dovuto scegliere come partner i concessionari che gestiscono le videolotteries per migliaia di vecchi miliardi di lire. Questo per lavorare con loro, utilizzando il nome del casinò di Sanremo, ed ottenere introiti da far arrivare nel Comune e poi riversare ai cittadini. Invece il Comune di Sanremo non lo ha fatto, nonostante due ordini del giorno approvati all'unanimità in consiglio comunale ed in consiglio rpovinciale. Ricordiamoci che in provincia di Imperia vengono raccolti, dalle new slot presenti al di fuori del casinò, una cifra di 45 milioni di euro. La pratica che ci viene proposta sarà un atto dovuto, ma è senza prospettiva e progettualità. Nulla ha un senso se non si danno le possibilità a questo cda, cui va data fiducia, di essere competitivi".
"Il problema del casinò è un male non di oggi ma che viene da lontano - ha detto Giuseppe Sbezzo Malfei del Pdl - E' chiaro che non ci fa piacere dare più soldi ad una società che invece dovrebbe portare più soldi, ma ne siamo costretti. Abbiamo la lettera del presidente di una società che sottolinea l'importanza di un intervento per arrivare ad un equilibrio bilancio. Noi consiglieri di maggioranza dobbiamo prendere atto anche di quanto dice la Corte dei Conti, sul tenere in equilibrio i conti delle società partecipate. E' ovvio che ci aspettiamo attenzione da parte della spa a questo sacrificio che stiamo facendo - conclude il consigliere di maggioranza - E' una soluzione che serve per tamponare. Ora attendiamo il piano di impresa".
Il consigliere d'opposizione Eugenio Nocita, facendo un parallelismo con la sua professione di medico, in riferimento alla situazione del casinò ha detto: "C'è stato un ritardo nella diagnosi e le terapie non sono state adeguate, oggi siamo in rianimazione".
"Rimango perplesso - ha detto Domenico Infante del Pd - lo scorso 31 gennaio era già stato riconosciuto un incremento alla spa fino al 63%, oltre ai vantaggi derivanti dal poker e dall'on line. Di fronte ad una progressiva perdita la risposta più consona non è quella di aumentare la percentuale alla spa, ma sollecitare con urgenza un piano di impresa che elimini le spese inutili e rilanci i giochi elettronici, sacrificando quelli tradizionali che non rendono quasi più nulla e assorbono risorse. Con questo trend - conclude Infante - assisteremo alla lenta morte del casinò, con ricadute negative per la città, senza che nessuno abbia cercato di fare nulla".
"Ho sempre visto questi dibattiti sul casinò liquidati in poco tempo - è intervenuto il consigliere del Pdl Massimiliano Moroni - creiamo una commissione ad hoc o un gruppo di lavoro sul casinò. Non bisogna dare la croce addosso ai dipendenti. Non lo dico per fare marchette perchè io al casinò non ho preso voti. Chiedo che ci sia più rispetto per i lavoratori. Se qualcuno ha notizie che ci siano persone che tengono comportamenti anomali, vada in Procura che è anche qui vicino. L'azienda più importante che abbiamo non può essere mortificata solo per una questione contabile. Andiamo a vedere dove ci sono gli sperperi nell'Amministrazione, per esempio l'affitto per il Giudice di Pace, come in tutt'Italia - ha concluso Moroni - No a battaglie personalistiche solo per metterci la medaglietta. Il casinò è un bene di tutti che va difeso".