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| 26 maggio 2011, 10:51

Carbone: 12 indagati per la tentata "riconversione" della centrale di Porto Tolle. Sette loro omonimi firmarono la VIA per Vado Ligure

nel mirino della Procura della Repubblica di Rovigo anche 7 componenti della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del Ministero dell' "Ambiente". Tutti e sette omonimi dei firmatadi di analoga pratica per la centrale di Vado Ligure

Carbone: 12 indagati per la tentata "riconversione" della centrale di Porto Tolle. Sette loro omonimi firmarono la VIA per Vado Ligure

"A pochi giorni dal no del Consiglio di Stato che ha fermato i progetti per la centrale Enel di Porto Tolle (Rovigo) spuntano i nomi degli indagati nel filone d'inchiesta della Procura rodigina sulla riconversione a carbone dell'impianto. Tra componenti della commissione Via nazionale, di quella regionale e vertici dell'Enel - l'ad Fulvio Conti e il responsabile di Enel Produzione Leonardo Arrighi - sono 12 le persone iscritte nel registro delle indagini dai magistrati polesani."

Lo scrive oggi Il Gazzettino ripreso anche dall'agenzia ANSA, che continua come sotto. Leggendo la copia cartacea dello storico quotidiano veneto troviamo anche i nomi di altri indagati, tutti facenti parte della commissione VIA del Ministero dell' "ambiente". Lo stesso organo che firmò la Valutazione di Impatto Ambientale per la nostra centrale di Vado Ligure - Tirreno Power, disponibile QUI

Scorrendo quel documento casualmente troviamo una serie di curiose omonimie, come nientemeno che:

il Presidente della Commissione VIA Claudio De Rose

- il Prof. Gian Mario Baruchello,

Andrea Lazzari

Michele Mauceri

Siro Corazzi (o Corezzi)

Guido Bellomo 

e Guido Monteforte Specchi


I nomi e le firme sono in calce al documento disponibili QUI, QUI e QUI

Tutti omonimi dei neoiscritti nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Rovigo secondo quanto scrive oggi il Gazzettino, disponibile QUI

Scrive il Gazzettino: "i PM hanno formalizzato i reati (ma si è in attesa di una perizia conclusiva) sospettando che Enel abbia prodotto documenti ideologicamente falsi per sostenere che il carbone non avrebbe avuto impatto negativo sul delta del Po con prestazioni migliori rispetto ad altre fonti di energia. I componenti delle commissioni VIA avrebbero avvalorato (d'intesa con i vertici dell'Enel) la stessa linea."



Nel mirino del procuratore Dario Curtarello e della pm Manuela Fasolato, che hanno chiesto e ottenuto dal gip Carlo Negri la notifica agli indagati di un avviso di proroga delle indagini, vi sarebbero le procedure e i documenti che hanno permesso alle commissioni Via (Valutazione di impatto ambientale) di dare l'ok al progetto di riconversione a carbone. Si tratta in sostanza di un fascicolo giudiziario separato rispetto all'altro, già noto, sulle conseguenze negative per la salute derivanti dalla produzione ad olio combustibile portata avanti finora dalla centrale, e che anche in quel caso vede indagati alcuni dei vertici presenti e passati dell'Enel.

Per il nuovo filone, le ipotesi di accusa sono di abuso d'ufficio a carico di dieci pubblici ufficiali - per la commissione Via del Veneto il nome più in vista è quello di Silvano Vernizzi - in concorso con gli amministratori delegati di Enel, Fulvio Conti, ed Enel Produzione, Leonardo Arrighi. Gli stessi pm Curtarello e Fasolato, proprio per l'inchiesta sul progetto di riconversione a carbone, sono al centro di un'indagine disciplinare avviata nei loro confronti dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, che a dicembre aveva inviato gli ispettori ministeriali negli uffici della Procura rodigina. I due magistrati sono stati tuttavia riconfermati nell'incarico dal Procuratore generale.

(Il Gazzettino)

mpm

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