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| 30 aprile 2011, 10:33

Lettera aperta per l'assessore all'ambiente della Regione Liguria sul possibile ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power

Scrivono Maria Vincenti e Antonella Marotta della Commissione Ambiente del Comune di Noli

Lettera aperta per l'assessore all'ambiente della Regione Liguria sul possibile ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power

 

e p. c. al Presidente della Regione Liguria

 -ai Componenti la Giunta Regionale                                                                -al Sindaco del Comune di Noli
 -ai Consiglieri di Maggioranza e di Minoranza del Comune di Noli
 -ai Componenti la Commissione Ambiente del Comune di Noli

 

 Gentile dottoressa Briano,  

nel suo incontro  del 14 u.s. col Sindaco e membri del Consiglio Comunale e della Commissione Ambiente del Comune di Noli sono emersi alcuni punti che abbiamo cercato di chiarire in quella sede, ma che,  secondo noi, abbisognano ancora di qualche ponderata riflessione:

1) è stato considerato come elemento di confronto col documento dell'Ordine dei Medici savonese, riportante i dati sull'incremento di mortalità in provincia di Savona, uno studio dell'IST di Genova che credevamo superato da tempo perché i suoi stessi autori avevano pubblicamente chiarito quanto già dichiarato nelle premesse ai risultati dello stesso studio.

 A lei che vuole orientarsi tra due tesi contrapposte, tali chiarificazioni dovrebbero essere note,così come le puntuali contestazioni al documento IST da parte dell'Ordine dei Medici savonese (v.all.): l'indagine, è vero, era nata con la finalità di approfondire la conoscenza della situazione ambientale e i suoi effetti sulla salute dei residenti in zona, ma la metodologia adottata, come chiarito appunto dagli autori, non ha indagato il rapporto-inquinamento-salute:"; noi aggiungiamo, anche perché, tra i vari elementi necessari, la limitatezza di dati sul monitoraggio ambientale non lo avrebbe permesso

2) Tale studio ha tuttavia rilevato un incremento di patologie cardiocircolatorie, che sono state correlate a stili di vita, stati di deprivazione e anzianità di molti soggetti: il messaggio finale è stato, tutto sommato, tranquillizzante e temiamo che esso possa aver contribuito al rilascio del parere favorevole al potenziamento della centrale di Vado da parte del Ministero Ambiente.

Invece, come dovrebbe essere ben noto, la letteratura medica correla le patologie cardiocircolatorie alla presenza nell'ambiente di polveri sottili, ma soprattutto di quelle fini e ultrafini (da 2,5 a 0,1) che per la loro dimensione infinitesimale, oltre che negli alveoli polmonari,  penetrano  direttamente nel sangue; inoltre, a superare la media regionale sono i tassi di mortalità standardizzati, cioè già depurati di quegli elementi,come l'anzianità, che potrebbero alterare l'indagine, riguardo ai quali notiamo che la pv di Savona non è l'unica ad essere scelta dai  pensionati provenienti dalle regioni industrializzate del nord, eppure essi superano quelli delle altre province liguri.

Ora, il legame tra incremento di morbilità e mortalità e presenza  di una Centale è provato da qualificati studi europei e statunitensi, secondo i quali la pericolosità delle emissioni  di una centrale a carbone dipende dalla loro entità, dal tipo di inquinanti, dall'ubicazione della Centrale e dalla densità demografica: qui si tratta di una centrale in città, in zona densamente popolata, che brucia migliaia di tonnellate al giorno di carbone, materiale altamente tossico che sviluppa più di 50 inquinanti di cui una ventina potenzialmente o dichiaratamente cancerogeni.

Tali emissioni sono quantificabili e  legate a certi tipi di patologie, tra cui le tumorali e le cardiovascolari, come pure è quantificabile il costo sanitario e ambientale il quale vien stimato in più di 130 milioni di euro l'anno che pesa sulla collettività e annulla i guadagni derivanti dall'uso di un combustibile meno costoso di altri.

Ma voi, in Regione, non potete non sapere tutto questo: è documentato da eminenti medici, biologi, esperti ambientali su qualificata base scientifica nazionale e internazionale,divulgato attraverso convegni, incontri, dibattiti, scritti vari (anche inviati dai Comitati cittadini), mai smentiti da chicchessia.

Così, come non potete ignorare le campagne di studio sui licheni che hanno rilevato il degrado ambientale della nostra zona e i monitoraggi che,sia pure con i limiti riscontrati, hanno constatato superi delle soglie: tutto ciò avrebbe richiesto da tempo approfondimenti e correttivi interventi.

Ed ancora non potete ignorare lo stato dei nostri fondali marini: alla foce del torrente Quiliano, davanti a Vado, l'inquinamento  non solo supera i limiti di legge in modo macroscopico, ma è addirittura molto superiore a quello del ben noto sito di scarico della Stoppani per sostanze tossiche come mercurio, piombo, zinco. cadmio, IPA, benzo(a)pirene, (cancerogeno in classe A) .

Al di là della ricerca di specifiche responsabilità, lo stato di fatto è questo ed è l'Arpal, creatura della Regione, a documentarlo: basterebbe non ignorarlo per dire NO ad un ampliamento che immette in acqua altri inquinanti e a intraprendere una seria opera di bonifica per la tutela della risorsa mare e dei prodotti e attività ad esso legati. Il tanto giustamente esaltato Santuario dei Cetacei, la più grande area protetta del Mediterraneo, comprensiva del nostro mare, dovrebbe fare i conti con questo degrado.

E' stato scientificamente dimostrato che con l'ampliamento, pur usando le migliori tecnologie, non è possibile ridurre in modo significativo la massa delle emissioni,dalla CO2 a tutti gli inquinanti, e vorremmo sapere come arrivare a filtrare le micropolveri, comprese quelle secondarie che in notevole percentuale si formano in atmosfera, che sono le più insidiose e pericolose e che ricadono, diffuse dai venti, in mare e suolo in un raggio di 50 Km.

Ogni volta sembra che ripartiate da zero e quindi altri studi,Osservatori, convegni sulla qualità dell'aria e dell'acqua. Prossimamente l'AERA, a Genova e l'iniziativaTAVOLO BLEU per rilanciare il nostro mare come risorsa, il nostro pesce come prodotto di qualità. Ben venga tutto questo,insieme ai monitoraggi completi, attesi da tempo, ma prima di tutto si prenda atto della situazione presente riguardo ad aria e mare: si sanino le situazioni da tempo note.

I Cittadini vogliono la verità perché leggono i dati medici e pure che in un condominio di v.Pertinace, a Vado, c'è un caso di cancro ad ogni piano.(v.all.) Si affronti una buona volta il problema, partendo da ciò che già è emerso e dalle tante conoscenze scientifico-mediche a disposizione.

La risposta che ci aspettiamo non è certo l'ampliamento a carbone e  la sostituzione dei vecchi gruppi con altri sempre a carbone, tenuti in vita fino all'avvio del nuovo: certo, con l'ambientalizzazione, ma anche, in alternativa, riducendo la potenza, cioè con iniziative che prolungano la vita dei gruppi contestati, i quali dovrebbero semplicemente essere a norma. Così, tra il vecchio e il nuovo, la nostra zona, che ha già dato, sarà esposta alle emissioni per altri 40 anni, pur conoscendo la tossicità del carbone che pulito non è e le alternative possibili, attuate nel mondo e attuabili qui per la presenza di condizioni territoriali favorevoli. 

Le evidenze non  sono più negate da nessuno, ma se persistono dubbi, si metta in atto la VIS (Valutazione Incidenza Sanitaria) proposta dai Sindaci di Vado e Quiliano come premessa imprescindibile a qualsiasi decisione, invece di proporre nuovo carbone , mitigato da prescrizioni che sono in parte quelle non ottemperate anni fa ,tanto da far passare il messaggio che la Regione è coerente con la sua originaria posizione di contrarietà al potenziamento, ma che le trattative riguardano qualcosa di diverso.

Perché  in questi anni non sono state tenute in conto proposte alternative,non si sono messe allo stesso tavolo le controparti, non  sono stati contestati i medici e denunciati i loro allarmi se ingiustificati, invece di ignorare,sottovalutare  o svilire le loro tesi, senza opporvi qualificati argomenti scientifici?

Noi ci aspettiamo che venga riempita di senso l'espressione tutela ambientale: tutti, dall'Azienda ai Sindacati, dalle Associazioni commerciali alle Istituzioni parlano di essa e della necessità di conciliare sviluppo e salute: è ora di passare a praticare tale necessità,per salvaguardare  veramente la salute e per governare un territorio  che corre il rischio di essere compromesso nelle risorse ambientali ed economiche già presenti.

I Cittadini, consapevoli dei propri diritti, sono decisi ad intraprendere ogni azione atta a perseguire tale fine di salvaguardia.

com. Maria Vincenti e Antonella Marotta - Commiss. Ambiente del Comune di Noli

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