All'inizio della cerimonia per il 25 aprile, una persona tra il pubblico, nell'occasione, rispetto agli anni passati, assai ridotto, ha contestato al Sindaco il fatto che l'Amministrazione Comunale non abbia realizzato e fatto affiggere manifesti per la solenne ricorrenza, chiedendo al Primo Cittadino le ragioni dell'omissione.
Presa la parola per il discorso introduttivo, Il Sindaco non ha risposto nel merito della domanda, ma ha voluto assicurare al suo interlocutore e ai presenti che l'Amministrazione che regge non intende sminuire il significato e la portata della Festa. Durante il suo intervento, non ci sembra di aver sentito nominare una sola volta la coppia fascismo-antifascismo, nè fare un riferimento alla liberazione dal nazifascismo. Ci chiediamo francamente, a questo punto, se abbia senso tenere cerimonie di questo tipo. Forse, per onestà, più che tenere celebrazioni rituali che sempre più - per insistere su una pretesa memoria condivisa e unitaria - vanno diluendo in un discorso retorico su un generico "riscatto morale" degli Italiani le ragioni di una Resistenza che fu impegno contro la dittatura fascista e lotta contro l'occupazione straniera, sarebbe onesto e producente prendere atto che le memorie sono e rimangono divise e che l'unico modo per fare un discorso di verità sulla democrazia, oggi, per chi lo senta, è tornare a battersi concretamente per quegli ideali di giustizia sociale e libertà per cui hanno combattuto i resistenti al fascismo e, dopo di loro, generazioni e generazioni cresciute ispirandosi al loro sforzo.
Pasquale Indulgenza
capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia