Questa la lettera:
"Gentile Direttore, vorrei inviare a Biolé queste considerazioni di una studentessa di Cuneo. O buon Biolé, gli episodi di violenza sono sempre da stigmatizzare, concordo con lei.
Il fatto però che sia proprio lei a lamentarsi ha del paradossale, come quando Berlusconi si lamenta di non avere visibilità. Lei è il più violento di tutti: quel sabato ero a Cuneo con mia mamma e ho visto di persona i tafferugli contro l'apertura di Casa Pound. Tafferugli della sua parte politica.
L’iniziativa del suo “compagno” di Savona, molto probabilmente “tollerata” dall’amministrazione, avrà trovato un cuneese che aveva fretta e che del vostro risciò e della vostra manifestazione di così arguta intelligenza non sapeva tanto che farsene. Questo cuneese ha sbagliato due volte. La prima volta perché vi ha dato uno schiaffo, la seconda perché vi ha dato l’occasione di farvi notare di più.
Il primo errore, secondo me, è che quel cuneese abbia dato uno schiaffo al suo “compagno”. Alle volte una pedata nel sedere, data molto piano, può fare meno male e avere un valore simbolico importante tale da provare ad attivare i neuroni spenti di chi ostacola il traffico con il suo risciò. La strada non è la pista dell’autodromo ma nemmeno il posto per goliardate ed esperimenti vari da parte di burloni che hanno molto tempo da perdere.
Ci pensi, non sia democratico solo a parole. Nella vita ci vuole un po’ di coerenza. Provi a metterne anche lei un pochino…
Elisa Bianco"