Da diverse settimane ormai il mondo si interroga, preoccupato, sul proprio destino energetico: lo fanno i governi (era ora), lo fa il modo dell’economia e della finanza (finalmente: intanto per loro i profitti restano ovunque, basta solo capire come e quanto/quando). Lo fanno gli scienziati, esperti , enti di ricerca ed università.
I semplici cittadini, forse, si sono interrogati già da prima, ma restano per lo più impotenti (buoni comportamenti ed educazione energetica” a parte).
La rivista Time dedica questa settimana la copertina, pagina assai ambita e solitamente dalle valenze storiche, al quesito: “Come uscire dalla crisi energetica? “
E la foto di copertina è una pietra. Il titolo dice: "Questa pietra può dare energia al mondo".
Ma è carbone? NO!
È una roccia di scisto, cioè una roccia metamorfica a grana medio-grossa tendente a sfaldarsi facilmente in lastre sottili. E' il risultato della trasformazione di argilla sottoposta ad alte pressioni e temperature.
Una tecnica recentemente perfezionata rende possibile estrarre gas dalle rocce scistose ("shale" in inglese): già in passato si sapeva che queste rocce trattengono del gas, ma solo ora diviene fattibile estrarlo a costi contenuti.
La tecnica in questione consiste nel pompare sotto terra, anche a più di duemila metri di profondità, una miscela di acqua, sabbia e varie sostanze chimiche. La miscela, pompata ad alta pressione, ha la capacità di indurre le rocce scistose a liberare il gas in esse contenuto.
Questa tecnica ha preso piede negli Stati Uniti, che anche grazie ad essa hanno già superato la Russia quale primo produttore al mondo di gas.
Dal punto di vista ambientale il discorso è complesso, perché il gas naturale, pur producendo circa la metà della CO2 prodotta da carbone e petrolio, ne disperde ancora parecchia in atmosfera.
L’autorevole settimanale, non insensibile alla old-new economy (ma neanche ai problemi del pianeta Terra), afferma che le tecniche di estrazione hanno fatto dei progressi negli ultimi anni.
Rispetto alle convinzioni precedenti, il gas naturale dalla roccia friabile promette di fornire più pulita ed abbondante energia per gli Stati Uniti e il mondo.
Purtroppo i costi costi ambientali e sociali non sono ancora stati completamente valutati e quindi resta aperto il quesito se l’industria energetica sarà in grado di rendere tale energia fruibile da tutti: ma sarà già un forte passo avanti rispetto al carbone.
L’ editoriale pone l’accento sul fatto che il totale dell’energia prodotta derivi troppo da vecchi combustibili fossili come il carbone – coal – (in USA in quota ancora al 23%) ma, che dal 2008 al 2035 la domanda di gas naturale aumenterà del 44% spingendo nella programmazione a breve (20-30 anni) in tal senso la provenienza di approvvigionamento energetico.
Sempre questa settimana un altro autorevole settimanale internazionale si interroga sull’energia: Fortune.
Esso affida la parola ai più importanti esperti mondiali di “atomo”. L’energia nucleare ha ancora un futuro? Quali sono le energie più pulite e sicure a cui riferirsi?
La contingente situazione della crisi libica – leggi petrolio e gas – cui l’Italia è particolarmente dipendente quale fornitore, e il disastro di Fukushima in Giappone hanno messo in risalto la fragilità energetica mondiale.
Ma tra le alternative, si parla di carbone? NO!
Per sentire discutere di futuro insieme alla parola carbone bisogna venire in Provincia di Savona ed affacciarsi alla meravigliosa costa Ligure.
Solo da Vado Ligure si può pretendere di negare l’evidenza e richiamare, insieme a profitti ed occupazione, una seconda rivoluzione industriale modello Inghilterra del XIX secolo.
Negare l’evidenza, a cominciare dalla salute, che è bene preziosissimo, indisponibile e tutelato dalla costituzione della nostra Repubblica (ART 32).
Le note e chiare affermazioni di innumerevoli, quanto autorevoli, riviste scientifiche e relativi studi clinici internazionali, associano tali processi di combustione e produzione di particolati fini ed altre sostanze ad una aumentata incidenza di patologie neoplastiche, cardio vascolari ed ischemiche cerebrali, immunitarie e respiratorie solo per citarne le più gravi (e tralasciamo il benessere psichico che, OMS alla mano, è parte integrante del concetto di salute).
Solo da noi parrebbero proprio non esserci alternative! E mentre tutto il mondo si interroga, o almeno ci prova , noi cosa facciamo?
Restiamo fermi, o meglio regrediamo (oppure ce lo devono spiegare i tecnici ed ingegneri se così non è?)!
Intanto il nostro governo taglia pure i fondi per le energie rinnovabili.
Ma la volontà, unitamente alla capacità, politica, se la sente di affidare il futuro dei nostri figli , nipoti e pronipoti al carbone?
Per questo è molto interessante vedere quali risposte raccoglierà l’iniziativa Ubik+ SavonaNews a sostegno dell’esposto contro Tirreno Power, le posizioni dei sette candidati a sindaco di Savona e degli oltre duecento al consiglio di Palazzo Sisto.
Parrebbe roba da museo la nostra: si potrebbero sempre invitare le scolaresche a visitare la centrale, ma appunto solo per mostrare loro "come si produceva energia una volta"... Purtroppo la Salute non resta in un “museo” in attività ma si “respira”.
Per questo il mondo, forse, finalmente si muove.
A noi trovare la volontà per poter uscire da questo piccolo, anzi "piccolissimo mondo antico” tutto savonese.