- 01 aprile 2011, 12:02

Caso San Paolo, i Primari non ci ripensano affatto. Nessun voltafaccia, al massimo qualche precisazione sul sindaco Berruti

“DIETROFRONT dei primari”, titola stamattina il Secolo XIX, riferendosi ai due comunicati sul “caso Giberti” presentati dal Collegio dei Primari: il primo che manifestava solidarietà a Claudio Giberti, primario di urologia che accusava il direttore dell’ASL Neirotti di “avergli messo i bastoni fra le ruote”, e il secondo che invece manifestava “sintonia” sia con Neirotti che con il sindaco Berruti. Abbiamo nuovamente chiesto al dottor Marziano, già intervistato ieri, un suo commento

La risposta è stata decisa e precisa: “Non c’è stato alcun voltafaccia – dichiara – anche perché il comunicato di solidarietà a Giberti, come ho già specificato ieri, non si riferiva al suo specifico caso ma alla sensazione generale di non essere abbastanza appoggiati da TUTTA la politica locale. Quindi non si intendeva solidarizzare con le sue dichiarazioni specifiche contro Neirotti, che solo un problema suo personale e non necessariamente condiviso. Io, per esempio, su Neirotti non ho nulla da dire. Invece ho avuto da dire su Vaccarezza (e confermo ogni parola) e su Berruti… ed è qui, semmai, che devo fare una piccola correzione di rotta. Infatti ieri, durante la riunione col Rotary Club che ha regalato dei defibrillatori al nostro ospedale, ho avuto modo di parlare col Sindaco che mi ha dato la sua versione dei fatti degli ultimi mesi. E questa non collimava con le notizie che avevo ricevuto precedentemente da altri.

Purtroppo devo dire di aver “perso” qualche notizia e discussione, la scorsa settimana, perché ho avuto una colica renale e quindi sono stato fuori combattimento per alcuni giorni: dopo il chiarimento con il Sindaco, ora posso dire che lascio una porta aperta. Se, come ha detto, appoggerà le nostre richieste, allora correggerò decisamente il tiro. Però non parliamo di “voltafaccia” o di “dietro front”: semplicemente, quando si ottengono risposte incoraggianti, si può cambiare idea o posizione. Sempre che alle parole seguano i fatti.
Ribadisco, comunque, che la sanità savonese è sbilanciata in una sola direzione e che bisogna porre rimedio a questo sbilanciamento”.

SN: A questo proposito, stamattina è arrivato un comunicato stampa della UIL- FPL che lamenta la carenza di personale proprio al Santa Corona. In particolare fa riferimento alla carenza di infermieri in Oncologia.  Ma se l’ospedale che ritenete avvantaggiato si lamenta, allora il San Paolo com’è combinato?

Prof. Marziano: No, questo è un problema tutto diverso, che non dipende dalle amministrazioni locali. La carenza di personale vale per tutti, per noi come per Pietra come per il resto d’Italia, ed è il risultato della politica (e dei tagli) del Governo. La UIL ha sicuramente ragione a lamentarsi, ma penso che quello del Santa Corona è solo un esempio: poteva farne altri che riguardavano qualsiasi ospedale.

SN: Dunque, penuria di personale generalizzata: ma l’ASL savonese ha più dipendenti di qualsiasi altra Regione. Come è possibile?

MAR: E’ stato possibile perché la Liguria ha goduto di un fondo supplementare per il personale, legato all’anzianità media della popolazione, che è superiore a quella di altre regioni. Purtroppo anche questo fondo, adesso, è stato tagliato.

SN: D’accordo, ma finché c’è stato hanno assunto solo personale amministrativo, anziché medici ed infermieri?

MAR: No. Non mi risulta che ci sia più stato –  da molti anni, ormai – alcun concorso per personale amministrativo. E so che si approfitta di quelli che man mano vanno in pensione per assumere, al loro posto, personale operativo: quindi la gestione mi sembra fondamentalmente corretta. Il fatto è che manca una logistica nazionale altrettanto corretta. Per esempio,  non ci sono radiologi: il turn over non è assicurato, perché quando ne va qualcuno in pensione non c’è nessuno a sostituirlo. Quelli che hanno un migliore turn over sono gli infermieri, però adesso che i corsi per infermieri, come quelli per i tecnici, sono diventati lauree brevi. Questo comporta maggiori difficoltà, perché ci sono spese di iscrizione, problemi di spostamento (i corsi teorici si devono seguire a Genova, mentre il tirocinio pratico si può fare a Savona), quindi chi ha meno possibilità economiche si trova svantaggiato e segue altre strade.

SN: Però si spendono milioni di euro all’anno in stipendi, come riportato sulla Scheda aziendale, e ci si lamenta comunque della carenza di personale. Viene da chiedersi se non ci sia qualcosa di strano.


MAR: La sanità ha costi altissimi, è vero. Ma ripeto che si tratta di un male nazionale. Posso farle un esempio: recentemente c’è stato un concorso per tecnici radiologi, con 4-5 posti disponibili. Sono arrivate 120 domande e la stragrande maggioranza proveniva dal Sud, dove evidentemente nessuno assume più.
E’ la gestione nazionale a funzionare in modo strano: ma su quella, purtroppo, i nostri amministratori locali non hanno veramente nessun potere. Tornando al discorso iniziale, quindi, a noi preme che si occupino di distribuire in modo equo le risorse del savonese. Nessuno vuole accusarli di problemi che non sono di loro competenza. Invece sui problemi locali sì, vorremmo essere ascoltati e aspettiamo risposte concrete.
   

Valeria Rossi