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Attualità | 24 marzo 2011, 20:15

Presentato a Genova il nuovo volume del Touring Club sui luoghi del cinema in Liguria

Tra i prossimi film in Liguria, un horror ad Acquasanta. L’estremo ponente ha giocato le proprie carte tra azzardo, confine e canzonette

Presentato a Genova il nuovo volume del Touring Club sui luoghi del cinema in Liguria

E’ in uscita il libro 'I luoghi del cinema in Liguria' edito dal Touring Club grazie al contributo della Mediateca Regionale Ligure e alla collaborazione della Genova Liguria Film Commission. Uno strumento utile per la promozione, in fiere e convegni, festival e incontri, del valore di location del territorio ligure ma soprattutto un percorso attuale nei luoghi che hanno ospitato le troupe cinematografiche. Il volume - presentato questa mattina alla presenza dell’assessore regionale allo spettacolo e alla cultura, Angelo Berlangieri, Marco Ferrari, direttore della Mediateca regionale, Gianfranco Manetti del Touring Club, Andrea Rocco, direttore di Genova Liguria Film Commission e Enrico Da Molo, presidente di Genova Film Commission - si può trovare nelle librerie e nello store on line di touringclub.com.  

La guida speciale celebra il lungo e felice matrimonio che unisce la Liguria e la Settima arte. Curato dai critici cinematografici Renato Venturelli e Fabio Carlini, il volume di Touring Editore contiene cinque itinerari: da Ventimiglia a Imperia, il Savonese, la Riviera di Levante, La Spezia e il suo territorio e ovviamente Genova.

La guida è stata presentata nella sede della Regione Liguria dall’Assessore alla Cultura Angelo Berlangieri, dal  Presidente della Mediateca Regionale Marco Ferrari, dal Direttore della Film commissione Andrea Rocco e dagli autori. “Questa guida vuole raccontare la Liguria attraverso i principali film – ha sostenuto l’assessore Berlangieri – in modo da percorrere i luoghi più affascinanti del nostro territorio, dal Casinò di Sanremo al porto di Genova, da Portofino all’Arsenale della Spezia. Una regione che ha attirato grandi registi, da Hitchcock a Antonioni, da De Sica a Risi e più recentemente da Michael Winterbottom a Silvio Soldini”.

Il volume contiene altresì scritti e interventi di Lamberto Bava, Alessandra Bergero, Enzo G. Castellari, Barbara Deana, Eligio Imarisio, Mario Lanfranchi, Giorgio Molteni, Cristiano Palozzi, Giovanni Robbiano, Marco Salotti, Tatti Sanguineti, Antonella Sica, Alain Tanner, Aldo Viganò e altri.

L’immagine di Genova in un secolo abbondante di film si nutre in buona parte di alcune mitologie: il porto, i carruggi, la sopraelevata, Piazza de Ferrari, Via XX Settembre. Ma Genova non sta tutta lì. Da tempo i registi che arrivano restano affascinati dai suoi contrasti, dalla varietà del paesaggio e delle luci, dal conflitto anche violento tra il vecchio e il nuovo. Dagli anni Sessanta c’è una costruzione simbolo come la Sopraelevata, che spacca in due la città, la isola dal vecchio porto ma costituisce anche un ingresso privilegiato, un taglio violento di modernità che permette di guardare da una parte il centro storico, dall’altra alla distesa del porto. Una strada amatissima dal cinema, che ha permesso a tanti film un ingresso spettacolare, “all’americana”, e che introduce idealmente all’altra Genova, quella degli stabilimenti siderurgici, dei gasometri dell’Italsider dei film anni Settanta, del Matitone e delle periferie industriali.

Per i registi Genova è la porta sul Mediterraneo, una città che odora già di Nord Africa o di Medioriente: e come tale la hanno raccontata il Fred Zinnemann di “Il Giorno dello sciacallo” o il Thomas Koerfer di “Exit Genua”. Per i registi che arrivano da Roma, può essere invece l’angolo più basso del famoso triangolo industriale. E per molti è tutt’e due le cose, città di frontiera, di mare e di terra, di lavoro e di bellezze turistiche, di vicoli medievali e di scenari industriali o post-industriali. Una città dalla luce meravigliosa, come ripetono tutti i registi che la hanno ripresa in giornate di sole: ma anche una città che sa essere ostica, piovosa e labirintica.

Un viaggio cinematografico per le strade di Genova non può però partire dal luogo in cui venne proiettata la prima pellicola: la sala Sivori di salita Santa Caterina, dove il signor Vittorio Calcina, agente dei fratelli Lumière, organizzò il 30 maggio 1896 la prima proiezione pubblica genovese. È un caso rarissimo di sala che ha ospitato la prima proiezione cittadina e continua ancor oggi l’attività: qui si erano tenuti, tra l’altro, gli spettacoli di lanterna magica e di kinetoscopio e dove, nel 1892, si era svolto il congresso del Partito dei Lavoratori che avrebbe portato alla nascita del Partito Socialista Italiano, come ricorda una targa nell’atrio. Il successo di quella prima serata fu tale che nei giorni successivi il signor Calcina stipulò un accordo con la Società degli Omnibus per un biglietto unico “film più Bus” al costo di 50 centesimi.

Ma Genova è anche sinonimo di grandi firme del cinema. Tre grandi genovesi, tre simboli della Lanterna. Agli appassionati si può indicare una visita alla “culla” di Vittorio Gassman, in Val Bisagno, a Struppa, dove l’attore nacque il 1 settembre 1922 dall’ingegnere tedesco Heinrich Gassmann (con due enne) e da Luisa Ambron. All’epoca, Struppa non era ancora entrata a far parte della Grande Genova, e siccome l’edificio in cui vide la luce è oggi diroccato, il Comune di Genova ha deciso di porre una targa commemorativa in via Benedetto da Porto, vicino ai lavatoi. I fan di Gilberto Govi, potranno invece trovare la sua casa natale poco sopra Principe, al n. 13 di via Sant’Ugo: è il palazzo sulla curva con l’orologio e anche qui è stata posta una targa a ricordare il giorno della nascita, 22 ottobre 1885. Gli estimatori del regista Pietro Germi, invece, possono recarsi in via Ponte Calvi, dove il futuro regista nacque il 14 settembre 1914 da un piccolo artigiano (Giovanni) e da Armellina Castiglione, sarta.

Seguiamo il piano sequenza lungo un secolo, segnato da immagini, luoghi ed emozioni del cinema "made in Zena". All’hotel Bristol di via XX settembre fu ospite nel 1925 un Alfred Hitchcock appena ventiseienne, giunto in Liguria per girare varie riprese del suo primo film, “The Pleasure Garden”. Leggenda vuole che abbia successivamente concepito in questo albergo alcune sequenze di “Caccia al ladro” e che lo splendido scalone ovoidale gli abbia ispirato le scale di “La donna che visse due volte”. Tra i luoghi mitici spicca il centro storico di “Le mura di Malapaga” con Jean Gabin che si aggira tra le rovine della guerra da poco finita. Un breve itinerario sui luoghi più rappresentati potrebbe iniziare dalla piazza dei Truogoli di Santa Brigida, tra via Prè e via Balbi, che ha entusiasmato con la sua antica scenografia popolare quasi tutti i registi venuti in città, da Réné Clément a Fred Zinnemann, a Dino Risi. Subito sotto si trova via Prè, leggendaria strada di malavita, ripresa da Castellani in “Mare matto” e da svariate pellicole poliziesche anni Settanta. Risalendo via Balbi si arriva invece al lussuoso Hotel Colombia di piazza Acquaverde, in cui hanno alloggiato molte delle star più prestigiose. E il Colombia si può vedere anche in molti film, dagli anni Quaranta ai Settanta, con l’Alberto Sordi di “Che tempi!” e il Vittorio Gassman di “Profumo di donna”, ma quelle sequenze costituiscono ormai un’altra testimonianza di una Genova che non c’è più: l’hotel ha chiuso infatti i battenti e i suoi splendidi interni sono stati adattati a ospitare la nuova Biblioteca Universitaria.

Una Genova che c’è ancora anima con i suoi chiaroscuri gli ultimi lavori di Silvio Soldini, “Agata e la Tempesta” (2004) e “Giorni e Nuvole” (2007). Il primo film ci presenta una Genova tutta solare ed estiva, luminosa e calda, "Giorni e Nuvole" è un’opera dal carattere diametralmente opposto in cui i protagonisti (Margherita Buy e Antonio Albanese) sono in una città molto più invernale, grigia e piovosa. Molte scene sono ambientate al porto, ma si sale, con tante immagini dell’anfiteatro della città, vista dal mare, dall’alto, con i profili dei grattacieli e della chiesa di Carignano stagliati contro il cielo.

Anche nelle due riviere il cinema è di casa. L’estremo ponente ha giocato le proprie carte tra azzardo, confine e canzonette. Eccoci tra Bordighera e Sanremo con Ava Gardner e “La contessa scalza”, con “Ma l’amor mio non muore” del 1913 con la diva spezzina Lyda Borrelli e il mitico George Raft con “Il covo del gangster” del 1951.  Grazie al Festival a Sanremo qui si girano “Canzoni di mezzo secolo”, “Canzoni, canzoni, canzoni”, “Canzoni di tutta Italia” e “Destinazione Sanremo” con Modugno. Ma il vero musicarello è “Sanremo, la grande sfida” del 1960.
 
Grandi firme anche nel savonese con Alfred Hitchcock alle prese con “The Pleasure Garden”, “I bambini di guardano” di De Sica, “La spiaggia” di Alberto Lattuada, “Le amiche” di Michelangelo Antonioni sino a “Inkheart” del 2008.
Decisamente a scenario turistico e marinaresco le pellicole girate nel levante ligure, da Camogli a Portofino, da Santa Margherita a Rapallo. Oltre ai film di Govi, si ricordano “Pezzo, capopezzo e capitano”, protagonista Vittorio de Sica; sempre “La contessa scalza” con Ava Gardner, Rossano Brazzi e Humprey Bogart; “Racconti d’estate” con Dorian Gray: “Torna a settembre” con la bella coppia Gina Lollobrigida e Rock Hudson; “Un incantevole aprile”, delicata pellicola di Mike Newell sino agli ultimi  “C’era un cinese in coma” di Verdone e “Al di là delle nuvole” di Antonioni.

A sfondo militare, invece, gran parte dei film ambientati alla Spezia. Qui nacque il neorealismo sotto la regia di Francesco De Robertis e del suo aiuto Roberto Rossellini con l’utilizzo di marinai veri. Le pellicole più note sono “Alfa Tau”, “Mas”, “I sette dell’Orsa Maggiore”, “Siluri umani” sino a quello che è considerato un capolavoro di film di guerra, ”Uomini sul fondo”, sempre di de Robertis. Un filone sempre dedicato ai marinai, ma in chiave meno bellica, si sviluppa a partire dagli anni cinquanta con  “Marinai, donne e guai” e “Marinai in coperta”  per arrivare a “Cuori nella tormenta” realizzato da Enrico Oldoini nel 1984 nella sua città natale. Una terra che, oltre a Oldoini, ha dato molti protagonisti del cinema degli ultimi decenni, come Giancarlo Giannini, Enzo Ungari, Franco Ferrini, Luigi Faccini. Non a caso, sulla base della loro esperienza dei cineclub e su quella degli archivi multimediali, La Spezia è stata scelta dalla Regione Liguria quale sede della Mediateca Regionale che sorgerà nei locali nell’ex cinema Odeon.

A. Guglielmi

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