Non sarebbe ancora chiare la dinamica della morte di C.P., un settantenne ricoverato al reparto UTIM al quarto piano dell'ospedale San Paolo di Savona.
Asl2 al momento non ha trasmesso nota stampa e non ci sono conferme su quanto riportato da alcuni organi di informazione secondo i quali che il personale in turno si sarebbe prestato a scollegare il monitor su ruchiesta dello stesso paziente, dispositivo che con l'avviso acustico avrebbe forse permesso di evitare la tragedia.
In corsia è stretto riserbo la sciagura presenta tuttora aspetti poco chiari: C.P. sarebbe uscito dalla sua stanza indisturbato. Sonnambulismo, disorientamento o propositi suicidi lo avrebbero portato fino al termine del lungo corridoio. Spinto il maniglione antipanico che porta sulle scale esterne di emergenza, l'anziano avrebbe perso l'equilibrio, procurandosi traumi risultati mortali. L'uomo poteva essere salvato?
Secondo i primi riscontri questa uscita di emergenza non sarebbe dotata di allarme funzionante. Un cartello plastificato intestato "struttura complessa di Medicina1 - Unità Terapia Intensiva Medica" a firma della "struttura complessa comunicazione sanitaria e marketing" con la dicitura "per sicurezza lasciare libero il passaggio davanti alla porta d'emergenza" oltre ai vari bollini di ASL2 e certificazione Sincert.
I vetri sono di vecchio tipo, retinati in metallo ma si suppone antisfondamento. Il maniglione rosso a pressione funziona. Quello che non avrebbe funzionato o che sarebbe del tutto assente non è solo il sistema di allarme, in grado d'allertare immediatamente il personale in turno se quell'uscita di sicurezza viene aperta: la scala antincendio in cemento incredibilmente è del tutto priva di stabili sistemi di illuminazione.
Va precisato che in quell'ala dell'ospedale sono in corso lavori di ristrutturazione, che potrebbero portare ad eventuali deroghe in materia di sicurezza di impianti elettrici ed allarmi. I lavori non interesserebbero però reparti operativi e aperti ai degenti, ma un padiglione sottostante a quello di UTIM, la cui porta di emergenza risulta ovviamente ben chiusa e le luci - fuori dall'orario di lavoro - spente. La scala antincendio serve però tutti i piani dell'ala più orientale del monoblocco, anche quelli aperti e non è in acciaio / reticolato in grado di far passare quel po' di illuminazione esterna, ma in cemento armato, e senza un'illuminazione di servizio predisposta.
Escludendo propositi suicidi, l'anziano, varcata quella porta senza che nessuno se ne accorgesse, si sarebbe trovato al buio dinnanzi alla scala discendente in cemento. Scala dove sarebbe stato rinvenuto più tardi ormai cadavere. Un intervento tempestivo poteva salvarlo? L'illuminazione della scala antincendio avrebbe potuto evitare la tragedia? Sono domande che crediamo legittime e doverose, alle quali potrà rispondere Autorità competente e l'azienda sanitaria locale dalla quale volentieri attendiamo una replica / parere, la cui raccolta è resa difficoltosa dalle giornale festive.
Il filmato è visionabile qui: http://www.youtube.com/watch?v=gN-Syli1Z5E
Raggiunto stamane al telefono il responsabile comunicazione sanitaria e marketing ASL 2 Savonese dott. Roberto Carrozzino ha precisato che sono in corso ricerce e che non appena emergeranno novità saremo ricontattati.
Restiamo in attesa di ulteriori dettagli, posizioni o smentite