- 15 marzo 2011, 09:37

Spettacolare carpiato genovese. Savona attende Giustizia e buon senso, ma qualcuno ha altro da fare

Articoli in politichese quasi puro, sui maggiori quotidiani locali e non solo.

Ieri sera: “la Regione approva un nuovo gruppo a carbone di nuova generazione e con le migliori tecnologie possibili, purché vengano smantellati vecchi gruppi 3-4”… e poteva sembrare, se non una buona soluzione uno dei tanti “meno peggio” a cui la politica monocolor ci ha ormai tristemente abituato.


Stamattina, però, zitta zitta e quatta quatta si aggiunge la postilla: una volta effettuato il cambio, si potrà costruire un ulteriore gruppo a carbone.

E questo più che un "NI" suona come un malcelato SI all’ampliamento, condizionato esclusivamente alla demolizione di gruppi che già non avevano la minima possibilità di ottenere l’AIA e quindi sarebbero stati comunque da eliminare. 


In altre parole: è una resa totale della Regione alle ragioni dell’industria e alle pressioni dei sindacati, che sfoggiano da tempo singolari posizioni "a sdraio" sugli interessi (privati) dell'azienda, discretamente lontane da altre la Salute dei Lavoratori e dei Cittadini tutti.

I rischi per la Salute legati alla combustione del carbone sono ormai talmente conclamati che SFUGGONO le ragioni di tanta pervicacia nel sostenerlo, potendo la Centrale di Vado contare su un robusto allacciamento alla rete SNAM, costruito ad hoc (e pare proprio a spese pubbliche) scollinando mezzo appennino per kilometri, da Case Lidora alle ciminiere.


Uno scenario che vedrebbe uno spericolato voltafaccia del Partito Democratico (dal quale stiamo ancora attendendo una posizione ufficiale in merito dalla Responsabile Ambiente)

Partito Democratico che a suo tempo aveva nientemeno che raccolto firme contro l’ampliamento e che va dichiararando che si è “fatto carico delle richieste dei comitati”.

Ma di che?


Se ne è davvero convinto, evidentemente il Presidente della Regione non ha capito bene alcune (moltissime) richieste e posizioni, suggerite anche da un centro Cattolico che si sta dimostrando assai più lungimirante e cauto.

La stessa assessore assessore all'ambiente Briano da segni di sfocatura quando parla di "prescrizioni importanti" (secondo lei) come “la copertura, entro tre anni, dei parchi carbone” che non è certo e come ben noto un aspetto prioritario sulla Salute ma poco più che estetico. Inoltre ci permettiamo di farLe presente che questa prescrizione faceva già parte dell’autorizzazione VIA, e quindi doveva essere già ottemperata da tempo. Dunque?

Di quali poveri stanno parlando, di quelle del comodino? 


Quelle che farebbero (il condizionale è regalato) ammalare i cittadini sono le polveri sottili emesse dalla combustione del carbone, non certo il polverino nero che si solleva dal carbone freddo durante la movimentazione... Brutto a vedersi, zozzo, ma assai meno pericoloso delle PM (e dei PM, 10 - 2.5 - 0.1)

Pare proprio si confondono ancora. E questo non è il massimo, visto che la Salute della gente di questa provincia dipende anche da loro.

I Cittadini prenderanno atto. Quando poi si capirà - sempre SE - che pure i posti di lavoro diventeranno sempre meno (com'è normale con l'innovazione tecnologica) risponderanno al loro elettorato. Magari anche prima.

L’abbattimento dei vecchi gruppi 3-4 è sempre stato DOVUTO, ed è stato procrastinato solo grazie ad un trenino di proroghe governative disseminate lungo il sentiero del carbone da un Ministero che sta palesando più d'un limite nel gestire l’elevatissimo numero di controlli che avrebbe dovuto effettuare su diversi impianti italiani.

Come dire: “andate avanti così come siete, che appena possiamo veniamo a dare un’occhiata”. Dopo tre anni, l’”occhiata” è venuta a darla la commissione AIA notando che nessuna Autorizzazione di Impatto Ambientale sarebbe stata concessa ai vecchi gruppi a carbone anni '70 


Quei due gruppi andavano smantellati a prescindere da qualsiasi altra considerazione, perché ormai (come minimo) obsoleti.

E' dunque buffo che oggi questo dettaglio venga venduto come una gentile concessione agli ambientalisti, essendo una sorta di atto dovuto.


In altre parole: la Regione si sottomette agli interessi dell’industria (sempre non siano questi coincidenti) tranquillamente ignorando le istanze di medici, comitati e cittadini che chiedevano la metanizzazione oggi e lo sviluppo delle rinnovabili (unca e sola possibilità di ottenere energia pulita) domani.

Assai probabile che i cosiddetti ambientalisti (che continuerebbero a non voler essere chiamati così, perché sono semplicemente persone informate e interessate alla salute pubblica) prenderanno posizione su questo atteggiamento cerchiobottista (ma più bottista che cerchio) della Regione

Forse da Genova l'angolazione e la foschia creano qualche difficoltà a capire che (anche) a Savona, la Legge vale per tutti. E più che passa il tempo, più che nessuno è escluso.

 

 



Mario Molinari