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| 11 marzo 2011, 12:25

Incontro Tirreno Power in Regione: Il Verbale? Non c'è. Non è neppure stato redatto. Ma è tutto qui sotto, per farvi un'idea

Abbiamo chiesto formalmente al Gabinetto del Presidente Burlando (può far sorridere ma istituzionalmente è il “luogo” giusto) nella persona del dr. Gianfranco Antoni, copia del verbale del delicato incontro di ieri...

Incontro Tirreno Power in Regione: Il Verbale? Non c'è. Non è neppure stato redatto. Ma è tutto qui sotto, per farvi un'idea

Il "summit" si è tenuto in Regione con il presidente Claudio Burlando, l'assessora all'ambiente Renata Briano, l'assessore allo sviluppo economico Guccinelli, i sindaci di Vado Ligure e Quiliano e i rappresentanti dei Comitati savonesi, ricevuti a palazzo dopo soli tre anni di richieste.

Tema delicatissimo, dato che è in gioco anche la Salute di tutti. Solo che il verbale non c'è.

Prego? Esattamente.

La risposta del Gabinetto lascia senza parole pubblicabili: “cara redazione, non era previsto verbale alcuno e pertanto non è stato redatto

Dal punto di vista normativo, Istituzionale e di prassi, però, dagli stessi uffici ci giunge un sorprendente suggerimento: “può chiederne un resoconto a qualcuno dei comitati presenti

Grazie davvero al Gabinetto del Presidente Burlando, perchè evidentemente sarà una sorta di prassi che debbano essere i comitati a tenere note e verbali degli incontri più importanti per la salute dei Cittadini. Non magari un giovane segretario stagista, una stenodattilografa o un semplice impiegato delegato, come nel resto del mondo. Ben inteso, non sempre e non ovunque è obbligatorio, ma opportunità suggerirebbe, in un caso controverso come questo, di lasciare una traccia scritta del meeting. Anche solo per trasparenza ai posteri o per qualche loro ardua sentenza.

In questo caso no. Il verbale o te li fai in stile bricolage, o NON C'E'.

E così, grazie al paziente contributo mnemonico dei presenti e di qualche volontario, abbiamo cercato di ricostruirlo noi, sperando di far cosa gradita al Gabinetto, che è libero di protocollarlo e di metterlo agli atti

Quindi, abbiamo raccolto le testimonianze di tutti i partecipanti alla riunione di ieri in Regione sul tema “Tirreno Power”. Quello che segue è un riassunto-cronistoria dell’incontro.

Prima discussione, quella sulla possibilità di riprendere la riunione in video: questo perché non tutti i comitati, dato il preavviso più breve della storia, sono riusciti ad intervenire e quindi sembrava giusto poter dare loro un resoconto integrale, fedele e soprattutto trasparente.

Il Presidente sembra perplesso ma non del tutto contrario, mentre il segretario del Gabinetto, Dr. Gianfranco Antoni (che via mail aveva detto che si sarebbero potute fare le riprese “purché con il permesso di tutti”) finisce per essere proprio quello che nega il permesso.

Il motivo è che quella “non è la prassi” (ma da quando una prassi è legge, inamovibile e immodificabile?). Per evitare il protrarsi di sterili discussioni, si rinuncia alle riprese video.Il diritto di cronaca saluta cordialmente, come il Gabinetto del Presidente, chiudendo le porte.

La riunione inizia.

Dopo gli onori di casa fatti da Burlando, prende la parola Gianfranco Gervino di “Uniti per la Salute”, e ricorda che sono almeno 3 anni che i comitati chiedono questo incontro.

Burlando risponde che ce n’è stato uno con l’assessore Briano e che ci sono decine di altre cose a cui pensare, soprattutto l’alluvione...


La signora Vincenti, del comitato Noli-Spotorno, ricorda che si sarebbe voluto un incontro con tutte le parti, azienda compresa...

Risposta di Burlando: “Lei chi è?”

Risposta dell’assessore Briano: “Ora l’incontro c’è!

...

L’intervento di Gervino è molto lungo e complesso, essendo complessa la tematica: nessuno (neppure lui stesso!) è in grado di ricordarlo parola per parola, ma riassumiamo qui i punti salienti:

- intanto il fatto appreso dai giornali, che si sarebbe parlato di un possibile parere favorevole sulla base della (presunta) riduzione di soli tre inquinanti: ossido di zolfo, ossido di azoto e PTS.


Si fa presente che non si sarebbe alcun modo, invece, di ridurre le emissioni più pericolose per la salute, ovvero le polveri ultrafini, i metalli pesanti e così via.

Sembrerebbero tuttora validissime le ragioni che la Regione espose nella delibera del 2007 e non si vede per quale motivo oggi si dovrebbe cambiare idea. Gervino ricorda anche gli impegni pre-elettorali del PD (che fece una raccolta firme contro l’ampliamento) e di IdV. Chiede poi al Presidente se corrisponda al vero una sua dichiarazione, sempre pubblicata dai giornali, secondo la quale bisognerebbe acconsentire all’ampliamento “perché altrimenti la situazione rimarrebbe com’è, e non è buona”.

Burlando nega di aver mai rilasciato una dichiarazione di questo genere: Gervino si dice lieto di saperlo, perché si tratterebbe dello stesso teorema sostenuto da Vaccarezza e perché in realtà è una posizione insostenibile, perché l’adeguamento della situazione attuale alle norme di legge è DOVUTA e va realizzata indipendentemente da qualsiasi altro progetto. Gervino ricorda anche la perizia del dottor Stevanin, che ha dimostrato l’assoluta impossibilità di abbassare le emissioni con l’ampliamento.
Dunque tutti i comitati chiedono che venga completata la procedura AIA relativa ai vecchi gruppi e che l’adeguamento dei vecchi gruppi alle norme di legge non si leghi in alcun modo al potenziamento.

Burlando avrebbe affermato di ritenere questa posizione “assolutamente condivisibile”.

Si ribadisce poi l’assoluta contrarietà al carbone, perché il quadro dipinto da tutte le autorità scientifiche non lascia spazio ad alcun dubbio: Gervino ricorda gli interventi di illustri scienziati al recente convegno del Chiabrera , la posizione dell’Ordine dei Medici savonese, quella della CIA da cui emerge la preoccupazione dei contadini, gli studi sulla biodiversità lichenica che indicano il nostro territorio come fortemente inquinato, le dichiarazioni di operatori turistici che hanno dichiarato di aver già pagato con centinaia di posti di lavoro la scelta del carbone, perché il turismo si è allontanato dalla nostra provincia.


Ricorda, ancora, che nel corso dell’ultima conferenza dei servizi l’ingegner Saralli, responsabile del procedimento, dichiarò che in Liguria non ci sarebbe mai venuto ad abitare, e neppure a passare le ferie.


Maria Vincenti, ricorda l’impatto economico della centrale sul turismo, che è la risorsa principale del territorio di Noli e Spotorno e chiedendo una bonifica che rimedi all’inquinamento già esistente, senza pensare di aggiungerne altro. Ricorda anche che la difesa dei posti di lavoro va vista a 360° - cosa che i sindacati evidentemente non hanno fatto - e che va spinto solo lo sviluppo sostenibile, conciliando lavoro e salute. Fa presente il deprezzamento degli immobili, problema finora sottovalutato, e spiega che non si può parlare di “riduzione delle emissioni” per quanto riguarda quelle più pericolose per la salute (PM da 2,5 a 0,1, non contemplate al momento dalla legge) perché non esiste filtro al mondo in grado di trattenerle. Infatti fino al 2006, per legge, si sono misurate solo le PTS, le polveri grossolane, che sporcavano le lenzuola ma erano respinte dalle difese dell’organismo umano: ora si misurano le PM10. Ma le polveri veramente dannose per la salute sono quelle di diametro inferiore, che non si possono filtrare.

“Non saremo certo noi a dire “non venite in Liguria perché è pericoloso” – è la conclusione dei comitati - ma c’è internet, ormai la gente si informa. Se dovesse esserci il potenziamento lo saprà tutto il mondo, e il nostro turismo riceverà un danno incalcolabile”.


Infine il rappresentante di Uniti per la Salute ricorda il calcolo dei costi sanitari eseguito dalla UE, che stima in centinaia di milioni di euro il danno economico causato dalla centrale a carbone. E conclude ricordando la vexata questio delle prescrizioni condizionali che erano state poste nel 2007, quando entrò in funzione il gruppo a metano.


I Sindaci di Vado e Quiliano  già da tempo han dichiarato che alcune di queste prescrizioni non sono mai state ottemperate, mentre il Ministero a Roma ha detto che i documenti relativi erano “solo quelli della Tirreno Power”.
I comitati spiegano che non vogliono vedere i documenti dell’azienda che controlla se stessa, ma chiedono che i funzionari della Regione controllino e relazionino sullo stato delle prescrizioni, chiarendo se siano state ottemperate o meno.

Burlando risponde che il tema è stato ripreso anche in sede di Via, “pur in modo “accidentale”, come si suol dire”: ma il parere di Via è subordinato all’ottemperanza delle prescrizioni citate e autorizzazioni.


E non c’è scritto che sono state ottemperate, ma che il parere favorevole è subordinato al fatto che lo siano.

Riprende Gervino, ricordando che sarebbe importantissima una VIS (valutazione di impatto sanitario) sul territorio, come richiesto dai Sindaci stessi, visto che molti nodi devono essere ancora sciolti, primo fra tutti quello della radioattività (gli studi del Professor Contin, uno dei massimi fisici a livello mondiale, dicono che una centrale come quella di Vado ligure produce ogni anno, nelle ceneri, dai 12 ai 60 kg di Uranio e Torio. Tutti gli studi dicono che, sia respirando l’aria che mangiando il cibo, subiamo gli effetti della radioattività provocata dalla presenza del carbone in loco. Il professor Colmain (USA) ha dichiarato che “una centrale a carbone ha un impatto sulla popolazione 100 volte superiore a quella di una centrale atomica”).


E poi c’è il problema dell’acqua, dove ancora una volta l’azienda lavorerebbe in regime di autocontrollo: basta analizzare lo stesso studio dell’Arpal per vedere le condizioni della foce del torrente Quiliano (gli inquinanti, oltre ad essere infinitamente superiori ai termini di legge, in alcuni casi finiscono addirittura fuori scala, ndr) paragonato al torrente Lerone. Lo scrive la stessa ARPAL

Interviene poi l’assessore Briano sostenendo che alla foce del Lerone ci sia solo il cromo, quindi “è ovvio che gli altri parametri siano inferiori”.

Burlando invece fa notare che ci sono altre industrie in zona, che potrebbero aver influito sui sedimenti.


Sta di fatto, però, che lì la gente va a fare il bagno, viene ricordato… la zona è balneabile, oltre che confinante con una zona vincolata a livello ambientale (Spotorno-Noli).


L’assessore Briano si meraviglia: ”Come, balneabile?!?”


Le viene risposto che ci portano anche i bambini, perché l’acqua è

“bella tiepida”…


L’assessore è sempre più impressionato: “Eh? Ma come?”
(
Forse, se avesse mantenuto la promessa di venire a parlare con i comitati sul territorio, avrebbe potuto vedere con i suoi stessi occhi… ndr).

Gervino a questo punto comunica la diffida che Uniti per la Salute farà pervenire, tramite ufficiale giudiziario, a tutti i convocati alla conferenza dei servizi, al responsabile del procedimento e alla Giunta Regionale, nella persona del Presidente, “riassumendo quegli elementi che giuridicamente ci paiono contrari alla legge e all'interesse pubblico e che, a nostro parere, non tengono nel giusto conto la salute dei cittadini”.

Sia Gervino che Augusto Perseo fanno presente la situazione sanitaria locale, che vede purtroppo un caso di tumore in quasi tutte le famiglie della piana di Vado.Ricordano "gente che muore a 60 anni”; che “le nostre donne vanno all’ospedale per problemi alla tiroide, e la prima cosa che chiedono loro è: “Da dove venite? Da Vado?”


Infine rammentano che il nostro territorio ha contribuito con molti voti all’elezione di Burlando: al che il Presidente risponde che “la stessa cosa me la dicono i lavoratori di Ansaldo quando mi chiedono esattamente l’opposto”… e dice che deve ascoltare anche i sindacati e gli operai “dell’altro lato”.


I comitati rispondono che Ansaldo non risolverà certamente i suoi problemi con la costruzione delle turbine necessarie all’ampliamento, perché sarebbe un singolo intervento a tempo determinato, finito il quale sarebbero al punto di partenza e chiedono se il Presidente sia già in grado di dare qualche risposta sulla posizione che verrà assunta dalla Regione: Burlando dice di essere lì solo per ascoltare, ma di non poter prendere alcuna decisione senza aver consultato l’intera Giunta.
Gli si chiede allora se sia fondata o no la preoccupazione relativa alla combustione di rifiuti nella centrale.


A questo punto l’assessore Briano sostiene che essa non sia possibile, perché “non è prevista nel piano rifiuti provinciale”.

La signorina Bego le fa notare che invece è prevista eccome, a pagina 171: meraviglia il fatto che l’assessore non ne sia a conoscenza.

Burlando avrebbe poi sostenuto come che non ci sia alcuna intenzione di bruciare CDR perché “se ne è parlato a La Spezia, ma poi non se ne è fatto nulla perché è risultato economicamente svantaggioso”

Quindi no, non ci sarebbe nessuna intenzione di bruciare i rifiuti.

A questo punto interviene per la prima volta l’assessore allo sviluppo economico Guccinelli, dicendo che “i problemi li conosce bene, perché abita sotto la centrale di La Spezia”.

Dopodiché Burlando si fa consegnare i documenti portati dai comitati e precisa che al momento non esiste alcun nuovo progetto da parte di Tirreno Power, ma che stanno ancora deliberando sul primo e unico progetto che per la Regione non ha le caratteristiche per ottenere l’approvazione dal punto di vista tecnico.

Dal punto di vista politico, invece, “si possono porre condizioni alle quali sottostare per presentare un nuovo progetto”.
L’azienda potrà anche dire che a quelle condizioni non le interessa alcun progetto – avrebbe aggiunto Burlando - ma noi non siamo in condizione di poter dire “chiudete e andate…” ; possiamo solo chiedere l’AIA per i vecchi gruppi, nel qual caso si potrà avere una riduzione del 20% dell’attuale inquinamento”.

(Sempre meglio dell’aumento dell’inquinamento che si avrebbe con l’ampliamento, come è stato dimostrato da tutti gli studi scientifici, ndr).

Gervino a questo punto ricorda che il Ministero stesso ha sostenuto che per ottemperare a tutte le prescrizioni i vecchi gruppi a carbone non potrebbero essere modificati, perché sono troppo obsoleti, ma andrebbero demoliti e ricostruiti, un po come questo resoconto, redatto al posto di un verbale che non è mai esistito (secondo quanto dichiarato dal Gabinetto di Claudio Burlando)

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