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| 10 marzo 2011, 21:17

Quiliano: per il SEL il carbone deve restare?

"A Vado Ligure e Quiliano i dati satellitari evidenziano il superamento dei limiti di legge per le polveri sottili pm10. Territorio già compromesso. Demolizione di almeno una delle due ciminiere" recita una nota del Circolo SEL di Quiliano che menziona persino l'inquinamento elettromagnetico dell'elettrodotto che passa sulle montagne. Ma non esclude il carbone.

Quiliano: per il SEL il carbone deve restare?

"Il circolo SEL di Quiliano - Vado al suo primo incontro assembleare dopo il congresso territoriale si è riunito per approfondire ancora l'argomento cocente dell'Ampliamento della Centrale ,in tale incontro si è prodotto il qui di seguito documento

LA LINEA DEL CIRCOLO DI QUILIANO - VADO LIGURE SUL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DELLA CENTRALE TIRRENO POWER

Rilevato che nel territorio di Vado Ligure e Quiliano occorre avere riguardo ad uno sviluppo  sostenibile, e, tenuto conto delle particolari vocazioni di queste aree, ed inoltre che, come emerge dai tabulati ARPAL relativi alle polveri sottili PM10 monitorate per la zona interessata,  i dati satellitari evidenziano il superamento  dei limiti di legge, considerato altresì che Vado Ligure è già interessata da altri due rilevanti progetti come la piattaforma Maersk ed il grande insediamento logistico Nordiconad, riteniamo che il progetto della Centrale di Tirreno Power non possa essere esaminato singolarmente, ma sia assolutamente necessaria una valutazione complessiva dell’intera area e dell’insieme degli insediamenti in relazione ad un territorio già compromesso dal punto di vista ambientale e della salute pubblica.


Riteniamo assolutamente prioritaria  l’opera di ristrutturazione nel rispetto delle normative IPPC della Unione Europea e recepite dalla normativa italiana sulle BAT ed in particolare:

∙    la copertura del parco carbonile, attualmente a cielo aperto ed esposto all'azione del vento e della pioggia

∙    l'accensione a metano dei gruppi, attualmente eseguita ad olio combustibile più inquinante;

∙    interventi di miglioramento dei sistemi di imbarco e di movimentazione del carbone;

∙    la conferma della demolizione della ciminiera ad oggi inutilizzata, un tempo al servizio dei gruppi 1 e 2.

∙    una reale ed effettiva diminuzione dei consumi idrici (acqua potabile) della centrale ora dichiarati al livello di un milione di metri cubi, diminuzione comunque già prevista anche in precedenti convenzioni.

∙    l’attenuazione del peso imposto all’intero territorio dalle servitù di elettrodotto fonte di inquinamento elettro magnetico e di vincoli preordinati al territorio.

 E’ poi necessario, come si è richiesto inutilmente in questi anni, costituire, ante operam, un blocco di partenza di dati sulla situazione di inquinamento che rappresenterebbe un punto di partenza per una discussione seria e credibile, che sia condiviso e verificabile in un prossimo futuro.

 Riteniamo come, con tutta evidenza, emerga la necessità ora, e non dopo l’ampliamento, di effettuare  un nuovo studio completo per l’adeguamento ed il riposizionamento del sistema di monitoraggio."

Il comunicato a firma della portavoce Nadia Ottonello è datato "7 marzo 2011" presumibilmente per un errore (ndr)

 

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