In arrivo nel savonese per ritirare dalle mani di Antonio Ricci la celebre onoreficenza ingauna della "fionda di legno", Milena Gabanelli si esercita all'uso intellettuale dell'antico attrezzo con un paio di dichiarazioni in una lettera al Corsera, destinate a far più rumore della proposta stessa: se il problemOne è quello dell'alternanza settimanale alla conduzione delle trasmissioni politiche allora
"occorre andare fino in fondo e non limitarsi a Santoro, Floris o alla sottoscritta, ma completare il progetto ed estenderlo a tutta l'offerta informativa Rai dall'Annunziata a Vespa, passando per i direttori del Tg, fino ai Tg regionali. Una settimana o un mese a testa.''
Poi - par di vederla, esile su fondo nero - ci pensa un attimo prima di rincarar la dose:
"Il risultato sara' una lunga serie di programmi di partito che, secondo il Butti - pensiero, si chiama pluralismo informativo. La realizzazione coerente di questo progetto, dove ogni conduttore espone con orgoglio la propria tessera di partito permetterebbe al telespettatore di formarsi finalmente una libera opinione senza correre il rischio che quei giornalisti Rai, non servi ne' di Berlusconi ne' di Bersani, gli confondano le idee.
La qualita' di Stato, la verita' assoluta, l'omologazione e non il pluralismo fissati per legge. E loro i giornalisti non servi, a cui non e' riconosciuto il diritto all'indipendenza di pensiero e di critica all'attività di governo possono sempre andare a lavorare a Londra, Francoforte, Copenaghen o Madrid dove il requisito richiesto a un giornalista che lavora per il servizio pubblico e', appunto, quello di non avere tessere"