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| 25 febbraio 2011, 13:11

Fulvio Bifronte

Non capita spesso, anzi si, che nella piccola politica locale qualcuno si cimenti in un doppio carpiato. Stavolta asimmetrico...

Fulvio Bifronte

... nel senso che il primo balzo fu ufficiale e agli atti del consiglio comunale di Cairo Montenotte, contrario all'unanimità (Flavio presente e votante il 13 novembre 2009) all'ampliamento a carbone della centrale di Vado Ligure.

La seconda parte della piroetta invece, fu molto più discreta ed ufficiosa, con un paio di lettere a Claudio Burlando ed a Livio Di Tullio P.C. (menzionato anche nel libro "Il Fallimento Perfetto" di Bruno Lugaro su OMSav - Italsider). Lettere recenti su carta intestata del comune di Cairo Montenotte, nelle quali si tessono le lodi delle aziende valbormidesi, come noto per nulla interessate ai lavori di ampliamento Tirreno Power, citata peraltro espressamente.

vedi: http://www.savonanews.it/2011/02/24/leggi-notizia/argomenti/politica-2/articolo/da-che-parte-sta-il-sindaco-di-cairo.html

Cosa sia successo nel frattempo lo sanno solo le parti e non crediamo ce lo vengano a dire. Inevitabile però che l'attenzione cada sul gruppo industriale Demont, guidato dal genero di Aldo Dellepiane, Fabio Atzori da Piacenza, nonché Presidente dell'Unione Industriali Savonesi, indagato dalla Procura della Repubblica di Savona

( vedi tra gli altri http://www.radiosavonasound.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4686:savona-giro-fatture-false-indagato-anche-ad-demont&catid=34:cronaca&Itemid=67

Atzori - innocente sino a sentenza in giudicato o archiviazione - è affiancato nella carica in Unione Industriali da G.G. Gosio, che poco c'entra col savonese ma che è il nr. 1 proprio di Tirreno Power, ed è oggettivamente suo cliente.

La notizia dell'indagine per false fatturazioni a carico del gruppo Demont (tra i principali fornitori / manutentori di Tirreno Power) di dissolse nell'arco di un mattino. Prevedibile. Sembra infatti che il figlio di un noto operatore dell'informazione locale lavori proprio lì, in Demont dove è scattata tutta l'iperbole dell'avventuroso rientro in Italia dell'ingegnere varazzino, "fuggito" dalla Libia, dove l'azienda valbormidese che ha tra le altre una filiale a Tripoli con buona pace del governo libico di Muhammar El Gheddafi (http://www.demont.it/index.php?idinfo=341)

C'è poi il fatto che diversi rampolli di Fidia Srl (http://www.demont.it/index.php?idservice=317) risultano residenti nel palazzone simbolo di una delle più note speculazioni edilizie del ponente ligure (Il Crescent di Piazza Guido Rossa) costruito proprio da Orsa 2000 / Fidia.

Visto che da 'ste parti l'immagine conta, come nella breve Milano da bere degli anni ottanta, terminata bruscamente nelle mani del Pool dell'indimenticabile Gherardo Colombo (recentemente ospite a Millesimo) dove molti di questi rampolli & yuppies studiarono bene nelle scuole alte - un altro indirizzo / civico sarebbe stato forse un atto di buon gusto.

Ma poco importa, forse.

Torniamo allo strano carpiato di Fulvio "Ranzani" Briano (notevolissima la somiglianza vocale) che già dai primi del nuovo anno lancia segnali poco equivocabili.

Uno di questi ad esempio è raccolto proprio in un articolo di savonanews.it (http://www.savonanews.it/2011/02/05/leggi-notizia/argomenti/val-bormida/articolo/cairo-briano-si-parte-dal-carbone-per-la-riqualificazione-della-valle.html) dal titolo e dal contenuto che fanno a loro volta a pugni con la delibera comunale unanime del 13 novembre 2009.

TITOLO: Cairo: Briano "si parte dal carbone per la riqualificazione della valle".

Una partenza bruciante. Così, come se niente fosse accaduto negli ultimi 100 anni. o come se la Valle Bormida non avesse già pagato un disastroso tributo in malattie e vite umane alla chimica e al carbone dell'Italianissima Coke che vede una delle sue propaggini addirittura nel paradiso fiscale dell'Isola di Madeira con la M Shipping Investments...

Capito niente, capito tutto.

Secondo il primo cittadino cairese infatti la copertura del carbone sarebbe: "Un'opera molto importante che consente di eliminare l'impatto ambientale (...) Questo è l’ultimo tassello dell’intervento di ambientalizzazione del carbone insieme al tunnel di nuova costruzione che abbiamo visitato a Savona, un’opera essenziale per la riqualificazione della valle

ULTIMO TASSELLO? ELIMINARE L'IMPATTO AMBIENTALE? Ma di cosa stiamo parlando? E... tutto il resto?

Va bene, stendiamo il capannon pietoso sopra il brutto carbone. Quello che si sprigiona combusto nell'aria pubblica da respirare, poi, pazienza. Che l'aria la si respira in provincia, mica all'isola Madeira (dove peraltro è ottima) L'importante è che il carbone non si veda. In fondo anche i bimbi, se li distrai durante la puntura e non gli fai vedere l'ago, piangono meno, no?

Ma un primo cittadino - permettetecelo - anche solo ascoltando i comitati cairesi e gli esperti chiamati ad uno degli innumerevoli incontri pubblici, dovrebbe BEN sapere che l'ultimo dei problemi del carbone è la sua copertura, il primo la sua combustione e (respiro profondo) quanto ne deriva. O no?

Quindi, perchè questo strano dietro - front, per chi ha ancora voglia di chiederselo?

Che cosa è accaduto, nel frattempo?

Difficile prestarsi a certe contraddizioni, tra un niet comunale e uno yes regionale, senza far accendere almeno una lampadina a basso consumo da parte della stampa non del tutto compiacente.

Sempre in attesa di smentite, rettifiche e commenti.

ilpunto@savonanews.it

 

 

Mario Molinari

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