La mirabolante inutilità di "M'Illumino di meno" procede. Non solo, raccoglie fans cammin facendo. Tra le tante utili foglie di fico fuori stagione, è iniziativa utilissima a spostare l'attenzione da alcuni dati utili a sapersi. Per sommi capi:
- il consumo di elettricità in Italia è per il 70% ca di tipo industriale
- quello domestico è risibile
- comprare tante brutte lampadine a risparmio energetico genererà una impressionante quantità di rifiuti tossici e metalli pesanti (mercurio incluso) al loro smaltimento
- sostituirle con le più moderne a LED (che contengono invece arsenico come tutti i diodi) non farà altro che moltiplicare il problema
- ben felici saranno le major fabbricanti di lampadine e tutto l'indotto di sciamani pronti a giurar di avere la soluzione in tasca per far risparmiare le Pubbliche Amministrazioni sulla bolletta della luce, basta che paghino (loro)
- dall'età dei LUMI in poi, la luce è segno di vita e civiltà: non a caso l'oscurantismo si chiama "oscurantismo"
Ora: perchè tutta la pletora di comunicatori "electrically correct" non si chiedono invece COME viene generata l'energia della povera lampadina che vogliono spegnere per un paio d'ore di notorietà regolamentata?
Non sarà il caso di migliorare LA QUALITA' dell'illuminazione, spesso lasciata a degli Attila in appalto, e concentrarsi seriamente sulla qualità della PRODUZIONE?
Nel 2009 TERNA (il distributore nazionale di energia) comunicò che l'iniziativa aveva fatto risparmiare 300 Megawatt su scala nazionale. Ecco. Trecento megawatt li produce a carbone il solo gruppo 4 della centrale Tirreno Power di Vado Ligure. E pensate sia stato spento per illuminare di meno e inquinare di meno?
Nemmeno per idea: le potenze cosiddette "di picco" vengono coperte con impianti di produzione che entrano in azione e/o si spengono velocemente. Un gruppo a carbone ci impiega circa 8 ore. Una centrale idroelettrica qualche minuto.
Secondo voi, quando spegneranno le luci di M' illumino di meno, quali saranno le prime fonti ad essere scollegate? Proprio quelle meno inquinanti.
Bravi. Ideona.
Si dedicassero un centesimo di queste risorse comunicazionali a trattar seriamente questi temi sarebbero migliaia le iniziative come quella organizzata da Uniti per la Salute insieme a Ubik e a tutte le maggiori realtà associative savonesi. E sarebbe un gran bene. Che di luce si deve vivere, non morire.