Politica - 09 febbraio 2011, 14:53

Maroni “La provincia di Imperia non è in mano alla Mala ma è un territorio a rischio”

Il Ministro dell'Interno Roberto Maroni, durante la sigla del protocollo di legalità, ha parlato dell'estremo ponente ligure in merito alle inchieste degli ultimi mesi.

"Questo territorio è bellissimo, ma ultimamente ha avuto qualche segnale forte e negativo. Per questo il protocollo che stiamo firmando è importantissimo”. Così il Ministro dell'Interno Roberto Maroni, durante la cerimonia del protocollo della legalità, si è riferito alla provincia di Imperia. La provincia di Imperia, come tutti i territorio dove c'è un'economia ricca, è a rischio, però non credo che sia in mano alla criminalità organizzata – ha proseguito – la 'ndrangheta ha la testa pensante in Calabria ma poi opera in tutto il mondo. Anche a causa degli esili al confino degli anni '70 ha creato le sue filiali. La nostra attenzione anche sulla provincia di Imperia è sempre altissima”.

In merito al protocollo il Ministro Maroni ha sottolineato l'importanza del documento. “La mafia si combatte in tanti modi. Quando c'è il sentore di infiltrazioni della malavita organizzata nell'economia, questa non può essere combattuta solo con il grande e lodevole lavoro delle forze dell'ordine (anche se negli ultimi tre anni e mezzo abbiamo registrato sequestri di beni alla mafia per 18 miliardi di euro), il passaggio fondamentale è quello della collaborazione delle imprese. La stima del fatturato della malavita organizzata – prosegue Maroni - è di 150 miliardi di euro ogni anno, quindi ha una capacità finanziaria impressionante.

Va un plauso alla confindustria imperiese e ligure che, attraverso questo protocollo, fa alzare il livello di efficacia in questa lotta. La vigilanza deve essere massima e questa firma va proprio in questa direzione. Mi aspetto un contributo sul territorio ma anche di aggiornamento delle norme relative alla legge antimafia. La mafia si è aggiornata e quindi si devono aggiornare anche le nostre risposte. Il business della criminalità organizzata è ormai globale e senza confini – ha concluso - non ha più compartimenti stagni tra traffico di droga, tratta di esseri umani, appalti od altro, ma tutto è collegato”.

Federico Marchi