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| 27 novembre 2010, 11:15

Italia Nostra risponde a Rossello (Cgil)

Questa rubrica ospita oggi volentieri le parole di Italia Nostra. "Dopo che il mondo degli affari cementizi ha ucciso la capacità produttiva della città con la complicità diretta della classe politica con il supporto dei sindacati, ora dobbiamo sentirci noi colpevolizzati per i dubbi motivatissimi che abbiamo su iniziative che riteniamo inadatte al nostro territorio?"

Italia Nostra risponde a Rossello (Cgil)

"La posizione espressa da Rossello sarebbe più apprezzabile se fosse accompagnata da un mea culpa, doveroso se si guarda la recente storia sindacale di Savona. 

Si dovrebbe ricordare quando avvenne il Fallimento Perfetto (Vedere il libro di Lugaro) grazie al quale l'Italsider di Savona, unica metalmeccanica di precisione a filo di banchina del Mediterraneo, quindi con una posizione competitiva ultrafavorevole per i mercati delle raffinerie e delle condotte, fu sacrificata per costruire un quartiere residenziale da 150.000 mc e la CGIL, invece di difendere il potenziale produttivo ed i posti di lavoro, partecipò al banchetto e si prese un pezzettino di polpa e cioè il CRAL Italsider oggi diventato la sua sede.

E si dovrebbe ricordare quando l'area occupata dalla Metalmetron, ultima area destinabile ad attività produttive del comune di Savona, fu destinata a Centro Commerciale, come voleva il partito.

Se oggi un industriale volesse fare una fabbrica a Savona per trasformare semiprodotti o per fare della nautica non troverebbe un metro quadrato: tutto commerciale e residenziale con gran gioia dei proprietari delle aree. 

Ora se la prende con i Comitati del no. Ma a che cosa diciamo no?

Diciamo sì alla nuova centrale ma diciamo no a mantenere in attività la centrale vecchia di 50 anni, inquinante, con una tecnologia superata da 20 anni. La Tirreno Power forza il confronto dicendo: "ti faccio una nuova centrale ma ti tieni anche la vecchia". Non siamo d'accordo a mantenere una centrale del 1960 appartenente ad una generazione ormai smantellata ovunque. 

Diciamo no alla Piattaforma nel porto di Vado.

Prima di dire sì vogliamo ricordare la sequela di errori fatti dalla Autorità portuale negli ultimi anni?

- Ha già fatto un terminale container a Capo Vado, che ha sempre lavorato pochissimo ed oggi lavora al 20%.

- Ha fatto un terminale carbone progettualmente sbagliato (può scaricare solo una nave al mese) ed inutile in quanto dedicato ad una merce che non esiste più (il carbone si usa solo in impianti costieri).

- Ha fatto una costosissima galleria che oltre a distruggere il quattrocentesco arsenale sforzesco porta la merce del porto alla stessa rotonda cui lo portava la strada che già esisteva con un nullo miglioramento del traffico cittadino (solo il valore dei palazzi del porto ne ha avuto vantaggio).

E la Costa Crociere andava collocata a Vado e non nel centro di Savona creando enormi problemi al traffico ed inquinando, con i suoi motori sempre accesi, il centro cittadino. Dopo questa serie di errori è legittimo dubitare di nuove iniziative costosissime ma con ricaduta ambientale negativa e ricaduta produttiva problematica. 

Dopo che il mondo degli affari cementizi ha ucciso la capacità produttiva della città con la complicità diretta della classe politica con il supporto dei sindacati, ora dobbiamo sentirci noi colpevolizzati per i dubbi motivatissimi che abbiamo su iniziative che riteniamo inadatte al nostro territorio? Se vuole ci sono battaglie da fare: ad esempio contro i palazzi residenziali sulla spiaggia che il Comune vuole fare al posto dei cantieri Solimano. Parliamone, saremo al loro fianco.

Roberto Cuneo     

presidente della Sezione di savona di italia Nostra  

Com. Stampa Italia Nostra

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