Virginio Fadda e Agostino Torcello, rappresentanti di Moda Saona intervengono sulla questione che riguarda l'ampliamento dello stabilimento vadese Tirreno Power:
"A Pietra Ligure, il Comune vota per abolire il carbone. Perchè a Vado e Quiliano i sindaci si otinano a voler continuare con il carbone in centrale? Apprendiamo da La Stampa di ieri la positiva notizia che il Consiglio Comunale di Pietra Ligure ha votato a "favore di una totale conversione ad energie rinnovabili o a metano della centrale Tirreno Power di Vado".Tale richiesta era stata formulata anche da un’interrogazione in Provincia dal Consigliere Idv Dr. Marco Caviglione documentando con motivazioni scientifiche i danni alla salute, all’ambiente, al clima e al turismo conseguenti alla combustione del carbone.
Stupisce che nello stesso tempo i Sindaci dei Comuni di Vado L. e Quiliano, dove ha sede la Centrale Tirreno Power in pieno centro abitato, si ostinino a voler mantenere i due vecchi gruppi a carbone responsabili dell’80% dell’inquinamento dell’intera centrale con enormi costi esterni sull'ambiente e la salute valutabili in circa 140 milioni di euro/anno in un territorio, come quello savonese, dove gli studi CRUIE dell’Università di Genova e misure satellitari dimostrano numerosi superi dei limiti di legge delle polveri sottili Pm10 cancerogene e cardiotossiche (vedi allegati Pm10 e Secolo XIX). Tali obsoleti gruppi a carbone non possono neppure essere ristrutturati secondo le migliori tecnologie previste oggi obbligatoriamente da leggi europee ed italiane. Non sarà perché solo sui gruppi a carbone e non su quelli a gas possono essere pericolosamente bruciati i rifiuti come CDR, come previsto a pag. 170 dal Piano Provinicale dei rifiuti, con formazione di diossine e metalli pesanti nell’aria in aggiunta ai fumi del carbone? Ci spaventa infine che il sig. Rossello CGIL e i sindacati invece di tutelare la salute dei loro lavoratori e di chiedere l'abolizione del carbone che ha prodotto in tutti questi anni solo danni e disoccupazione (in centrale l'occupazione dal 1985 al 2006 è crollata da 556 a 224 unità) proclamino addirittura uno sciopero per favorire il progetto di ampliamento a carbone di Tirreno Power che proddurrebbe ancora più inquinamento sul martoriato territorio savonese".