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Politica | 27 ottobre 2010, 18:39

Porto di Imperia: nuovo lungo intervento di Pasquale Indulgenza (PRC)

Porto di Imperia: nuovo lungo intervento di Pasquale Indulgenza (PRC)

"Nelle ultime, convulse settimane, abbiamo visto pubblicati su alcuni organi di informazione prima un comunicato della società 'Porto di Imperia Spa' e poi, nella giornata di ieri, una nota del socio privato, l'Acquamare. I due testi si rivolgono direttamente ai cittadini imperiesi,  con tono enfatico, per spiegare, alla luce di quanto sta emergendo dalle notizie, i fondamentali aspetti contrattuali ed economico/finanziari della faccenda".

Lo scrive il Consigliere di Rifondazione Comunista, Pasquale Indulgenza, che prosegue: "E' una modalità di intervento assai discutibile, dal sapore schiettamente populistico, e se non sorprende (non più di tanto) che essa vanga utilizzata da un soggetto imprenditoriale privato che ritiene di  acquistare  intere pagine di giornali dedicate alle inserzioni pubblicitarie, fa un certo effetto che sia posta in essere anche da una compagine di cui è parte il Comune (lo stesso ente che ha deliberato  in merito al progetto), dalla quale ci si  sarebbe attesi un profilo un pò più sobrio e maggiormente contenuto in ranghi istituzionali. Ma si sa, quando si è sotto i colpi di un vero e proprio 'accanimento mediatico'! In particolare, si sta insistendo nel sostenere, analogamente a quanto aveva sostenuto in televisione l'imprenditore Caltagirone, che tutti i costi per la realizzazione dell'opera  sono stati sostenuti con risorse finanziarie del socio privato e con finanziamenti bancari ottenuti dallo stesso, e che così sarà anche per quelli eventualmente aggiuntivi, per chiarire che nessun onere finanziario sarà a carico del Comune di Imperia, il quale, invece, si avvantaggerà dell'utile patrimoniale che verrà realizzato. Il costo finale dell'opera, dunque, stante la clamorosa lievitazione di cui si è saputo negli ultimi mesi dietro le intervenute denunce, sarebbe un fatto tale da non dover preoccupare in nessun modo gli imperiesi. Questa argomentazione, che peraltro nulla toglie alle nostre riserve per i termini e le proporzioni con cui sono stati conclusi gli accordi a suo tempo, non può nemmeno pretendere  di  rassicurare quei cittadini che, alla luce di quanto va emergendo dalle inchieste in corso, temono che  possano essere state commesse delle irregolarità a danno del pubblico. E' persino banale osservare, infatti, che quando si mette mano ad una così grande e complessa infrastruttura, realizzata in virtù di una concessione su suolo demaniale di lunghissima durata, con la disponibilità di una gestione tanto lunga, non è che si possa pensare (e meno che mai sostenere) che i chiarimenti dovuti si esauriscano nei surriferiti tentativi di precisazione. Lo ripetiamo: stiamo parlando di un'opera colossale che si fa in virtù di un  regime di concessione su suolo demaniale. E soggiungiamo: il nuovo porto ha assorbito il porto preesistente e funzionante di Porto Maurizio; e la società ha acquisito  manufatti e  strutture già funzionali alla precedente economia portuale. Inoltre, le inchieste giudiziarie in corso riguardano, da quanto si sta apprendendo, oltre che la questione già sollevata della legittimità dell'affidamento diretto dei lavori ad , problematiche inerenti alla conduzione degli stessi, importanti questioni  finanziarie, contrattuali, contabili e di bilancio, implicazioni di interesse commerciale. Tali aspetti, in un Paese con un ordinamento civile, se in particolare riguardano soggetti specificamente implicati (soci - di cui uno pubblico -, imprese, lavoratori, clienti, ecc.), in generale riguardano l'intera collettività sottomessa alle leggi vigenti, e non solo la comunità imperiese. Tanto è vero che  essi devono essere verificati da appositi organismi di vigilanza e controllo! In realtà, è la stessa 'Porto di Imperia' ad essere, sin dai suoi presupposti, un vero e proprio pasticcio che ora va mostrando le proprie incongruenze. Si sta anche sostendendo, da parte di coloro che difendono senza farsi venire dubbio alcuno l'operato posto in essere fino ad oggi, che la 'Porto di Imperia' è un soggetto privatistico e che eminenti pareri legali hanno confortato circa la considerazione che essa non fosse una concessionaria di pubblici servizi. Bene, anzi male, perché in questa società a maggioranza privata ci si è messo il Comune di Imperia, che, nel caso si dessero gli estremi per revocare la concessione, sarebbe lo stesso soggetto a doverlo fare. Il Comune, che è socio! A nostro avviso, a fronte di quanto sta accadendo (inchieste giudiziarie aperte su più filoni, avvisi di garanzia plurimi), i vertici della Società dovrebbero rassegnare immediatamente le dimissioni. Da qui, e solo da qui, occorrerebbe ripartire per una discussione 'a cuore aperto' di tutta la vicenda. Possibilmente, non sguaiata e rispettosa delle opinioni di tutti".

Carlo Alessi

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