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Politica | 24 settembre 2010, 17:54

Sanremo: il CIMAP contro il comune ed il no alle 1220 firme per l'acqua pubblica

Sanremo: il CIMAP contro il comune ed il no alle 1220 firme per l'acqua pubblica

"L’ "Affare Acqua" a Sanremo: gli interessi politici a scapito degli interessi della collettività. Un argomento all'ordine del giorno e controverso nella IV Commissione Consigliare del Comune di Sanremo".

Parole che arrivano dal CIMAP (Comitato IMperiese Acqua Pubblica) a fronte dell'esito negativo della raccolta firme per modificare lo stato comunale di Sanremo. La campagna contro la privatizzazione dell'acqua ha avuto risonanza nazionale ma la battaglia condotta da CIMAP e Sanremo Sostenibile lo scorso 17 settembre si è dovuta scontrare contro il parere negativo della commissione chiamata a decidere. Vista questa battuta d'arresto ora l'unica possibilità è quella di far si che sia un consigliere comunale a farsi direttamente portavoce di quelle 1200 persone che hanno firmato a favore dell'acqua pubblica.

"Due consiglieri di maggioranza (Damiano e Del Sole), nella discussione sull'argomento tenutosi il 17 settembre scorso, hanno ritenuto che modificare lo Statuto Comunale affermando che l'acqua è un bene privo di rilevanza economica non è possibile; e quindi non proponibile in Consiglio Comunale perché in contrasto con la legislazione nazionale (che a sua volta dice che la normativa è stata emanata su precise indicazioni dell'Unione Europea). - spiegano e poi aggiungono i membri del CIMAP - A questo punto una domanda è d'obbligo: come mai non sono ancora stati presi provvedimenti nei confronti dei centinaia di Comuni che in Italia (molti anche del Ponente ligure) hanno fatto questa modifica pubblicandola sulle Gazzette Ufficiali e rendendola di conseguenza attuativa? Questi Comuni forse non sono fuori legge perché l'Unione Europea dice: sono gli  Stati membri e le loro suddivisioni costituzionalmente riconosciute (quindi gli Enti Locali) a dover decidere quali sono i servizi a rilevanza economica e quali ne sono privi.

Due significativi esempi per dire si alla gestione dell'acqua pubblica:

  • - l'esperienza della privatizzazione del servizio idrico in alcune zone d’Italia (come Aprilia) ha portato in breve tempo a conseguenze drammatiche quali l’aumento esponenziale delle tariffe, la mancata manutenzione delle reti, la perdita di controllo da parte degli enti locali; 
  • - un uso consapevole di un bene limitato e prezioso come l’acqua viene, con un meccanismo perverso, contrastato dall’esigenza delle aziende erogatrici di conseguire maggiori profitti. Emblematico il caso di Firenze dove una riduzione dei consumi dell’acqua potabile, a seguito di una campagna contro gli sprechi, ha avuto come conseguenza una riduzione dei profitti della società di gestione, che ha prontamente reagito con un aumento proporzionale delle tariffe.

Contro la privatizzazione della gestione dell'acqua c'è oggi in atto una mobilitazione a livello nazionale, un'iniziativa trasversale ad ogni partito. 1.400.000 firme per i referendum sull’acqua pubblica. - proseguono - E' nel rispetto della democrazia che il 17 settembre Sanremo Sostenibile ha presentato alla IV Commissione del Comune di Sanremo le ragioni della petizione a favore di una gestione pubblica dell’acquedotto firmata da 1120 cittadini. E' nel rispetto della democrazia che associazioni e cittadini della provincia di Imperia hanno costituito il CImAP (Coordinamento Imperiese Acqua Pubblica) per informare la popolazione e le istituzioni sui rischi veri della privatizzazione della gestione di un bene comune come l’acqua potabile (aumento delle tariffe, perdita della  gestione a livello locale, aumento dei consumi e sprechi, diminuzione della qualità).

Ci chiediamo se può una Commissione Consigliare bloccare una petizione popolare impedendo, di fatto, una democratica discussione all'interno di un Consiglio Comunale rappresentativo di tutti i cittadini". 

 

Stefano Michero

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