I consiglieri comunali Dario Dal Mut ( Italia dei Valori), Pasquale Indulgenza (Rifondazione Comunista), Carla Nattero (Sinistra per Imperia) rilasciano la seguente dichiarazione unitaria in merito alla discussione sul porto turistico tenutasi nel Consiglio di ieri sera:
"Nei nostri interventi in Consiglio abbiamo messo in evidenza come sia debole, confusa e omissiva l’indicazione della maggioranza di dotarsi, attraverso la delibera proposta (fatta conoscere in una prima bozza solo tre giorni fa e modificata successivamente ben due volte), di maggiori tutele da ottenersi nei confronti della Porto di Imperia. Questa nostra valutazione è in sostanza la stessa che ha espresso il consigliere Monica Gatti a nome del Gruppo della Lega. Nel suo articolato intervento, critico dall'inizio alla fine, la consigliera è arrivata a sostenere che l'Amministrazione ha le idee confuse e ha anche messo in questione la capacità del Sindaco di garantire un adeguato controllo degli aspetti più delicati e complessi dell'intera vicenda, di cui rimane prioritaria la tutela dell'interesse pubblico! Malgrado tali giudizi, fondati e puntuali, la Lega ha poi votato in maniera conforme al Pdl, come fino ad oggi è sempre avvenuto, prendendosi in silenzio, durante il succedersi degli interventi, più di una lavata di capo dai suoi piccati alleati berlusconiani.
Noi riteniamo che quella dell’Amministrazione sia una scelta tardiva, compiuta quando i buoi, come si dice, sono da cinque anni scappati dalla stalla. Infatti gli amplissimi poteri della Acquamare di Caltagirone e, di converso, gli inesistenti strumenti di controllo in mano al Comune risalgono al periodo 2005/2006, quando sotto forma di contratto privato sono stati sottoscritti gli atti fondamentali a base della concessione demaniale e del contratto di permuta. Quest’ultimo documento, il più importante (del febbraio 2007), era sconosciuto, nel suo testo originale, fino a pochi giorni fa al Sindaco e al Consiglio!!!
Non possiamo non chiederci perché tali documenti sono rimasti per anni a conoscenza di pochi: noi crediamo che sia accaduto per salvaguardare a tutti i costi la scelta fiduciaria di Caltagirone quale partner privato. Proprio a causa di questa storia pregressa, riteniamo che non si potrà compiere un svolta effettiva nei rapporti tra Comune e Porto di Imperia senza affrontare il peccato originale della pratica in esame: le modalità del tutto privatistiche nella scelta del soggetto attuatore e nell'affidamento dei lavori. La visione finalmente del Contratto di permuta e delle relative condizioni economiche fortemente penalizzanti per il Comune ci hanno confermato nella nostra convinzione espressa già nel 2005, nel momento della scelta: un bando pubblico per individuare il soggetto attuatore avrebbe garantito legalità e trasparenza e nel contempo condizioni economiche maggiormente favorevoli per il Comune. Nella sua delibera, l’Amministrazione fa (per la prima volta!) affermazioni di principio sulla centralità del ruolo di controllo del Comune, però poi propone una serie di soluzioni che non sono previste dagli accordi sottoscritti, senza spiegare assolutamente con quali strumenti amministrativi e giuridici abbia intenzione di metterle in pratica. E’ un limite non da poco perché la situazione va tutta in senso contrario: Caltagirone dice dalle pagine dei giornali che non vuole essere infastidito e minaccia,in caso di ulteriori attacchi,di non terminare i lavori; gli avvocati dell’Acquamare non hanno ancora adesso consegnato gli stati di avanzamento dei lavori del porto alla Commissione di Vigilanza che li ha da tempo richiesti. Anche sul tema di maggiore interesse cittadino, quello della verifica dell’impatto economico e occupazionale del Porto turistico, l’Amministrazione si limita a richiedere alla Porto di Imperia di aggiornare il piano di Impresa. Anche qui si dimostra largamente reticente, perché fa finta di ignorare che un piano di impresa serio non c’è mai stato. In piena demagogia, scontrandosi con il principio di realtà, sono stati sparati negli anni dei numeri a caso. Un’Amministrazione seriamente intenzionata a voltare pagina e non a fare semplicemente un po’ di fumo avrebbe dovuto chiedere conto a Caltagirone dei 7000 nuovi posti di lavoro (5 lavoratori ogni posto barca) promessi qualche giorno fa dall’imprenditore laziale in una intervista televisiva. Ed anche il nostro emendamento, teso ad ottenere di inserire un impegno al rispetto delle prescrizioni regionali relative alla contestualità (e effettività) dei trasferimenti di strutture e impianti da Porto ad Oneglia e l'utilizzo a fini mercantili di quelle presenti in quest'ultimo bacino, è stato respinto con parole di sufficienza e interpretazioni arbitrarie. Perciò, in ultima istanza, abbiamo espresso un voto negativo, giudicando poco chiare e velleitarie le manifestazioni di Strescino, della Giunta e della Maggioranza PdL/Lega".