"Il Comune di Vallecrosia ha completato la sciagurata opera di 'capitozzatura' dei tigli di Via Don Bosco iniziata il 30 giugno scorso e sospesa fino a ieri l'altro in seguito alle numerose proteste dei cittadini ed a nostra precisa richiesta. Con un improvviso intervento che ha destato sorpresa, perplessità e disapprovazione in molti cittadini, Vallecrosia è stata privata del suo unico viale alberato a tigli, una rarità per il Ponente".
Lo scrivono Enrico Ferrero e Gian Paolo Lanteri di 'Uniti per Vallecrosia', che hanno inviato un'interrogazione al Sindaco Croese. "Eppure dopo la sospensione dell'intervento - proseguono io Consiglieri di opposizione - iniziato il 30 giugno avevamo provveduto a contattare numerosi esperti, alcuni autorevoli, per consentire al Comune di operare una scelta motivata. Ed in effetti le risposte forniteci dagli esperti confermavano i nostri legittimi dubbi: l'intervento di potatura è da considerarsi dannoso, peggiorativo ed irrazionale, al punto da rischiare di compromettere la sopravvivenza stessa delle piante. Dannoso perché una capitozzatura praticata nel periodo estivo, in piena fase vegetativa, costituisce uno stress fisiologico per le piante, che potrebbero anche morire nel giro di un anno. Il fatto che dopo la capitozzatura sia rispuntata una nuova vegetazione non è garanzia della sopravvivenza delle piante. Peggiorativo perchè così facendo si è irrimediabilmente compromessa la conformazione della chioma di alberi che erano diventati di grandi dimensioni, e quindi anche di notevole valore ambientale e paesaggistico. I nuovi getti, a seguito di questa drastica potatura, stanno sviluppandosi in modo casuale per cui, durante l'inverno, sarà necessario intervenire con una nuova potatura per eliminare i getti che sicuramente causeranno ostacolo al traffico e che comunque andranno a
modificare la conformazione tipica dei tigli. Irrazionale in quanto la motivazione addotta dal Comune (eliminare il parassita che infesta le piante, presumibilmente la pulvinaria del tiglio) non richiedeva la capitozzatura dei tigli bensì azioni di lotta chimica, che avrebbero salvaguardato il nostro bel viale e sarebbero costate di meno, sia attraverso interventi endoterapici o, in alternativa, con irrorazioni da attuarsi con le dovute precauzioni. Ci chiediamo quindi quale sia il vero scopo di un intervento che per ora ha ci ha privato di
un bellissimo viale e che potrebbe determinarne la definitiva scomparsa. Sembra impossibile che le giuste lamentele di alcune persone per la caduta al suolo della melata prodotta dai parassiti (con conseguente deposito su tutto quanto si trovava sotto le chiome degli alberi) possano aver giustificato un tale scempio. Tale spiegazione non convince nemmeno un po' perché, come detto, si sarebbe potuto procedere diversamente conservando le piante e risparmiando, come peraltro fu fatto in passato dalle precedenti amministrazioni comunali. Purtroppo il danno è stato fatto e non ci è rimasta altra possibilità se non quella di presentare al Sindaco un'interrogazione che alleghiamo a questo comunicato. Perché non si è provveduto per tempo ad intervenire con azioni di lotta chimica preventiva? Perché prima di procedere non è stato acquisito un parere preventivo di uno specialista? Se il viale fosse irrimediabilmente danneggiato chi se ne assumerà la responsabilità? Visto che l'intervento effettuato risulta essere quello più costoso, in termini economici e paesaggistici, a chi può giovare tutto questo?"