Attualità - 13 agosto 2010, 18:10

Imperia: la Croce Bianca rivendica la proprietà dell'ex cinema Ambra messo in vendita dalla "Rossa"

Riunione d'urgenza dell'apposito Comitato. Scovata documentazione d'epoca che comproverebbe la proprietà in capo alla pubblica assitenza portorina. La replica di Vincenzo Palmero

Marco Fontana mentre mostra i documenti rinvenuti.

Botta e risposta tra il Comitato di rivendicazione dei beni della P.A. Croce Bianca  di Imperia e il Comitato provinciale della Croce Rossa presieduto da Vincenzo Palmero. Oggetto del contendere la proprietà del fatiscente immobile dell’ex Cinema Ambra, già cinema teatro Croce Bianca, che il Comitato centrale della Croce Rossa di Roma ha messo in vendita ricevendo tre proposte di acquisto.

Nei giorni scorsi c’è stata, appunto, nel capoluogo una riunione definita "d’urgenza" del comitato presieduto dal giovane volontario Marco Fontana (foto in alto), mentre il vicepresidente emerito è Pietro Naso, ri-fondatore della Croce Bianca portorina avvenuta nel 1974 e figura storica dell’assistenza volontaria nel capoluogo. Obiettivo dell’incontro impedire con ogni mezzo la messa in vendita dell’ex cinema Ambra, che oggi versa in condizioni di degrado nel centro storico di Porto Maurizio. Il Comitato imperiese, infatti, si batte proprio affinchè i beni che erano appartenuti alla Croce Bianca di Imperia prima della soppressione (per la quale fu necessario una legge ad hoc datata 31 ottobre 1941), di cui i più importanti sono, appunto, l’ex cinema e la sede di viale Rimembranze (per la quale viene versato canone di affitto ai “cugini” della Rossa) ritornino nella disponibilità della Croce Bianca stessa. Per ottenere il loro scopo i membri del Comitato hanno rispolverato vecchi archivi, scovando documenti e testimonianze. Spiega Marco Fontana:“Una mattina ci siamo svegliati e ci siamo trovati questa sorpresa della messa in vendita. Il primo obiettivo è bloccare la procedura, poi ci muoveremo su più ampia scala”. Fontana racconta anche la storia dell’edificio:“Nel 1941 finì per decreto fascista nella disponibilità della Croce Rossa internazionale. Questo passaggio per via democratica poteva avvenire solo tramite deliberazione di tutti i soci della Bianca, non certo per una imposizione dall’alto su proposta di un regime autoritario”. Ci volle addirittura una legge ad hoc per far sparire la Bianca di Imperia, perchè il regime soppresse nel 1930 tutte le P.A. non ancora elette ad ente morale, ma secondo quanto sostengono i membri del Comitato, l’elezione a ente morale per la Bianca di Imperia è avvenuta un anno dopo nel 1931, quindi non poteva rientrare nel  decreto di soppressione. “Fu –sottolinea Fontana -  il podestà fascista di Imperia di allora a chiedere quindi  la soppressione per apposito decreto datato 31 ottobre 1941. E non valgono le pretese che la Croce Bianca fu sciolta per fallimento, il sodalizio era in attivo”.

La restituzione dei beni da parte della  Croce Rossa fu oggetto anche di una proposta di legge firmata negli anni Sessanta dall’onorevole Aldo Amadeo che, però, fu bocciata al Senato per pochi voti pur ottenendo il lasciapassare della Camera dei Deputati. Il comitato che è composto oltre che da Fontana e Naso, anche, tra gli altri, dall’attuale presidente della Croce Bianca Massimo Faraldi, a questo punto vuole bloccare la vendita e non si esclude, in merito, anche un ricorso al Tar. Sui rapporti sempre più tesi tra la Croce Bianca e la Rossa Fontana conclude:“Avrebbero dovuto, secondo noi, almeno avvisarci della messa in vendita del bene. Evidentemente hanno pensato solo al proprio interesse. A questo punto non vedo nessun buon motivo per rivolgerci a loro, seguiremo altre strade finalizzate per il momento a bloccare la vendita. Poi si vedrà”. 

Il presidente della Croce Rossa provinciale Vincenzo Palmero replica:“Se hanno dei titoli si facciano avanti. In questa pratica abbiamo già speso molte energie e soldi anche perché l’immobile che incide su galleria Gastaldi a Porto Maurizio  versa in condizioni molto disagiate e il Tribunale ci ha imposto determinati interventi di manutenzione. In questo momento chiuse in cassaforte fino a fine mese ci sono tre proposte di acquisto ma in 14 anni due bandi di vendita sono andati deserti perché il piano regolatore non permetteva interventi, senza che ci fossero rivendicazioni da parte di nessuno. Mi auguro che la Croce Bianca disponga di documenti che avvalorino la sua  tesi, anche perché, per concludere con una battuta, se fosse vero potremmo finalmente tornare in possesso della palazzina di viale Rimembranze dove ha sede la Bianca e per la quale ci versa un affitto mensile”.                 

Diego David