In Italia la possibilità di essere morsicati da un rettile velenoso è molto difficile, ma non impossibile, di seguito alcuni preziosi consigli.
1- Rassicurare la vittima
Calmate la vittima !.Il panico non necessario aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa e sposta il veleno nel sistema vascolare più velocemente. Di vittima che il 70% dei morsi di serpente sono da specie non velenosa. Del restante 30%, solo la metà lo sarà effettivamente. Le probabilità sono basse e tutto andrà per il meglio, nel frattempo chiamate il 118.
2- Immobilizzate l'arto morso senza compressione.
Se il morso è su una mano o un braccio, mettere un bendaggio o utilizzare un pezzo di stoffa per sostenere il braccio. Nel caso di un morso la gamba, utilizzare un tutore per sostenere entrambe le gambe e bendatele insieme. Non legare strettamente le bende, stiamo solo cercando di immobilizzare non applicando alcuna pressione.
3- Ascolta le istruzioni che ti darà il 118.
Non perdere tempo a lavare la ferita, usando rimedi tradizionali sciamanici o stile Sandokan: i farmaci ed i medicamenti sono inutili. La scienza ha dimostrato che i rimedi tradizionali non funzionano e fanno perdere tempo prezioso. Mantenere il paziente il più immobile possibile.
4- ecco alcune (solo alcune!!) delle probabili domande che il 118 vi potrà fare:
Il medico vuole sapere se uno dei seguenti segni o sintomi sono evidenti:
a) Difficoltà respiratorie. Se il paziente smette di respirare, praticare la respirazione artificiale.(dovuti a serpenti molto velenosi non presenti in Italia, o a persone particolarmente allergiche.)
b) Palpebre cadenti
c) Sanguinamento dalle gengive o qualsiasi apparire insolito di lividi.
d) Accenni a gonfiori (labbra, lingua, palpebre – vedi precedente articolo sulle allergie.)
e) Sonnolenza
f) Difficoltà di parola
g) Sanguinamento dalla ferita che non sembra fermarsi
…Fa la cosa giusta:
Errori comuni
Ci saranno molti che si chiedono dove sia il punto più idoneo per posizionare il laccio emostatico, bendaggio o compressione: sicuramente dobbiamo confezionare una legatura per fermare il veleno evitandone la diffusione. Altri si chiederanno perché non tagliare la ferita e succhiarne il sangue: sbagliatissimo per molti motivi: non arresta o ritarda la diffusione del veleno, rischiate a vostra volta di intossicarvi, …e se il paziente avesse qualche patologia infettiva??
Lacci emostatici e cravatte
Lacci o bende compressive hanno alcuni svantaggi:
1. un 20-30% dei serpenti velenosi italiani hanno veleno che contiene tossine che provocano lievi danni locali nel sito di morso. Questo è vero per le vipere. Questa tossina distrugge il tessuto. Confinando questa tossina in una zona più piccola, mediante l'uso di tecniche di compressione si crea un maggior rischio di danni locali.
2. bende compressive: si basano su una ricerca che è stata condotta in Australia nel 1980. Da questa ricerca sarebbe emerso che il veleno potrebbe essere rallentato con l'uso di un bendaggio di compressione con una steccatura totale (steccatura + bendaggio e laccio.)
L'autore ha inoltre concluso che l'immobilizzazione con la stecca da sola sarebbe inefficace, quindi: steccatura e laccio.
3. Quando il laccio viene rimosso c'è il problema che il veleno possa rapidamente entrare nel sistema vascolare e causare insufficienza respiratoria in caso di veleni neurotossici. Non fatelo senza l’aiuto di un medico rianimatore, e seguite scrupolosamente le indicazioni telefoniche del 118: in rari casi si può morire (rari sottolineo). Per fortuna non siamo in Paesi dove un Cobra può uccidervi (a meno che il vostro simpatico vicino ne abbia uno in casa..evenienza purtroppo sempre più comune…finiti i tempi i cui al massimo si allevavano uccellini).
4. Nel caso di morsi di vipera, lacci emostatici sono anche un rischio. Il veleno della Vipera contiene enzimi pro-coagulanti che causano la coagulazione del sangue. Nel piccolo spazio al di sotto del laccio emostatico il veleno ha una maggiore possibilità di causare un coagulo. Quando il laccio viene rilasciato il coagulo si entra velocemente nel corpo e può causare embolia e morte.
5. Infine, vi è stata una grande quantità di ricerche che mostrano che i lacci emostatici non fanno smettere al veleno di entrare nel corpo. Uno studio ha dimostrato che il 33% delle vittime di testate, ha manifestato sintomi sistemici, mentre il laccio era ancora a posto!
La ferita da taglio
Il taglio la ferita per consentire un flusso di sangue per far fuoriuscire il veleno è anche una pratica comune…. Sbagliata!!. Taglio e sanguinamento non rilasciano veleno dalla ferita, perché il momento del taglio viene effettuato quando il veleno è già miscelato.
Ed ora un piccolo elenco di ciò che si trova nelle nostre campagne, boschi e città…(non contando coccodrilli, boa, cobra, scolopendre, ETC)
Serpenti più comuni in Italia:
NON VELENOSI
Il biacco (Coluber viridiflavus)
Nomi comuni: frustone, verdone.
La biscia dal collare (Natrix natrix)
Nome comune: rospara, serpe d'acqua
Il saettone (Elaphe longissima)
Nomi comuni: frustone (come per il biacco), biscione
Il cervone (Elaphe quatuorlineata)
Nomi comuni: pastura vacche
Un "serpente" che serpente non è...
L'orbettino (Anguis fragilis)
Nomi comuni: biscia, orbettino.
VELENOSI:
Vipera aspis (aspide o vipera comune): lunga 55-65 cm, si rinviene su tutto il territorio nazionale, ad esclusione della Sardegna.
Vipera berus (marasso palustre): lunga 50-60 cm, appare abbastanza uniformemente distribuita in tutta l'Italia settentrionale, dalla pianura alla zona alpina.
Vipera ammodytes (vipera dal corno): lunga fino a 90 cm, il suo areale sembra limitato al Trentino-Alto Adige, al Friuli-Venezia Giulia ed al Bellunese, con massima densità sull'altopiano del Carso.
Vipera ursinii (vipera di Orsini): lunga 50 cm, vive in Abruzzo, quasi esclusivamente sul versante orientale del Gran sasso.
Bibliografia
Assisi F.: Il morso di vipera ; Centro Antiveleni, Ospedale Niguarda- Milano
Bozza Marubini M., Grezzi Laurenzi, R. Uccelli P. : Intossicazioni acute- Meccanismi, diagnosi, e terapia; edizioni OEMF, Milano, 1989
Vale J.A., Meredith T.J. : Poisoning diagnosis and treatment- Update Books; London Dordrecht- Boston, 1981
Proudfoot A.T. : Acute poisoning : Diagnosis & management; 2nd Edition Butterworth Helnemann, 1993
J. Pronczuk : Bites and stings due to aquatica and terrestrial animals; IPCS, World Health Organization, Geneva, Switzerland
J. Assoc Physicians India 2003 feb ; 51: 163-6
Barelli A., Poleggi P., Addario C.: Intossicazione acuta da veleni animali; “Centro Antiveleni”, Servizio di Tossicologia Clinica, Università cattolica del Sacro Cuore, Roma
Roberto Pioppo
Infermiere Rianimazione
CRRT Tutor
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