Eventi - 22 marzo 2010, 12:42

Vallecrosia: mostra di Adamo Zilio, l’uomo e l’artista

Grande successo di pubblico e di critica, presso la Sala polivalente di Via Colombo (solettone sud) in Vallecrosia, della mostra fotografica retrospettiva (7–16 marzo 2010) del Maestro Adamo Zilio, di cui ci sembra giusto e doveroso ricordare con i familiari, Alessandro e Giovanna, l’uomo e l’artista.

 

“Un uomo sensibile a tutte le situazioni e i sentimenti di chi aveva vicino, una persona generosa, capace di comprendere ed ascoltare. Nonostante l’apparenza, forse troppo esuberante, si nascondeva in lui una timidezza e una dolcezza fuori dal comune, forse ciò che gli ha permesso di dare vita alle sue immagini. Con Adamo, sicuramente, non ci si poteva annoiare: era una persona estremamente attiva, con mille interessi e sempre disposto a trascinare, a coinvolgere le persone, insomma, era ciò che si può definire un vero leader. Il suo animo buono e poetico, come sostengono spesso tutti coloro che l’hanno conosciuto, gli ha permesso, nel suo lavoro, di cogliere sempre attimi e situazioni particolari che pochi sono in grado di notare. Un uomo che nella vita ha sofferto, ma non si è mai abbattuto, ha continuato con le sue forze nei percorsi per raggiungere i suoi obiettivi, percorsi duri, pieni di sacrifici, ma è arrivato, si è distinto dalla massa con la sua voglia di vivere. Un leader sincero e schietto, cosa che a volte può risultare ‘antipatica’ nel mondo in cui viviamo, ma, nonostante ciò, è arrivato dove voleva ed ha ottenuto la stima delle persone… un grande!”.

 

Una dichiarazione, questa, molto sentita e spontanea e sufficiente per definire l’umanità di Adamo Zilio.

Veniamo, adesso, al fotografo, all’artista.

Adamo Zilio nasce a Pettorazza (RO) nel 1935 e muore a Bordighera il 22 luglio 2009. Prima di trasferirsi a Bordighera vive per molti anni a Torino, dove, durante il servizio nei Vigili del Fuoco, scopre la sua vera passione per la fotografia, eseguendo servizi fotografici sugli interventi di soccorso dei VVFF. Nel 1965 decide che la sua vita sarà dedicata alla fotografia. Partecipa a numerosi concorsi sia in Italia, sia all’estero; tali concorsi gli permettono di ottenere un importante numero di riconoscimenti; vengono premiati più di 200 scatti.

Diventa fotoreporter per il giornale “La Gazzetta del Popolo” e, durante questo periodo, realizza delle foto che resteranno esemplari ed entrano in seguito nel catalogo “Bolaffi” della fotografia (1977).

La sua vera natura è legata alla fotografia sportiva: Zilio si specializza in reportage sportivi e mette a punto una tecnica personale basata sull’utilizzo dello zoom e del movimento della camera; tale tecnica viene battezzata la “Ziliata”, che dà vita a figure, paesaggi e personaggi.

 

In tutte le sue fotografie Zilio è sempre riuscito a cogliere e trasmettere sensazioni, emozioni e poesia e ai suoi lavori ha sempre dato un titolo che riassume esattamente il senso del momento in cui ha scelto soggetto e inquadratura.

 

Hanno scritto del Maestro tanti critici, tra cui G. Ferrero: “L’arte di Zilio è all’insegna dell’assolutamente originale sia che inquadri il commovente candore di un bimbo che l’urlante sforzo di un atleta, sia che fissi la pacata estensione di un paesaggio sia che si soffermi ad analizzare la delicatezza di un particolare”. Nei lavori di Zilio c’è molta spiritualità, pietà, dolcezza e molta bravura.

 

Zilio possedeva un’anima veramente lirica, quell’anima che sapeva andare al di là delle difficoltà tecniche per rivelare realtà e sfumature più delicate. Moltissimi sono i lavori che ritraggono immagini della vita quotidiana. Si può definire un grande esploratore della realtà, curioso ed entusiasta, un artista dall’occhio esperto e pieno di interesse; un occhio che sa cogliere le immagini della quotidianità.

 

Nelle sue opere si rivela un grande ed indiscusso fotografo; molte testate giornalistiche nazionali ed estere lo hanno definito il 'poeta dell’obiettivo'.

 

Zilio ha continuato, con grandi sacrifici e grandi soddisfazioni, a catturare con la sua inseparabile macchina fotografica situazioni, sensazioni e poesia fino al suo triste traguardo.

 

“Con queste esposizioni – dicono Alessandro e Giovanna - ci auguriamo di riuscire a mantenere sempre vivo e presente il suo talento affinché le sue emozioni vengano trasmesse ai suoi estimatori”. Ha esposto in moltissime città italiane ed estere, tra cui Torino Genova Imperia Ventimiglia, Bordighera, Lecco, Rovigo, Nizza, Mentone, Roquebrune, Aubagne, Saint Agnes, Tende, ecc.

Tra i numerosi premi che ha ricevuto, vengono ricordati: Toro Assicurazioni, Il Baghettino (Treviso), Campanile d’oro (Susa), Crociera (Radiocorriere), Lira d’oro (Bressanone Sport), e tanti altri ancora.

 

I familiari ricordano, infine, che dal 1° al 7 luglio, ad un anno dalla scomparsa dell’Artista, sarà allestita un’altra mostra con materiale inedito presso il Centro culturale dell’ex chiesa Anglicana di Bordighera.

Francesco Mulè