Al Direttore - 22 marzo 2010, 09:14

Sanremo: potatura platano a Poggio, lettrice risponde

Una nostra lettrice, Teresa Barazzetti, ci ha scritto per rispondere ad una mail sulla potatura di un platano in frazione Poggio a Sanremo:

 

"Questa volta non sono 'sulla notizia'! Sono infatti trascorsi alcuni giorni dalla pubblicazione delle lettere alle quali faccio riferimento, ma conto sulla buona memoria dei lettori. Alle 8:50 di giovedì scorso 12 marzo ho letto quella del lettore di Poggio che conclude 'siamo veramente stufi di essere presi in giro'. La veemente dichiarazione scaturisce dalla reazione alla 'ridicola' potatura di un maestoso Platano che svetta in Piazza Libertà, davanti alla Chiesa della frazione sanremese. L'indignazione di coloro che risiedono all'ombra dell'albero, accusato delle peggiori nefandezze tra le quali l'essere 'pidocchioso', il lasciar cadere fogliame e rami intasando grondaie e danneggiando finestre, rendendo invivibile la zona sottostante e circostante, sembra scaturire dal fatto che l'albero non sia stato "capitozzato" a dovere. Vorrei consigliare a coloro che si rammaricano e invocano drastiche potature, quando scendono in Città, di farsi una passeggiata in Corso Garibaldi e Corso Orazio Raimondo, alzando però lo sguardo verso l'alto (lo so che i marciapiedi sono spesso imbrattati da escrementi di ogni genere e bisogna guardare bene dove si mettono i piedi, ma vi assicuro che non è colpa degli alberi!). Potranno così godere dell'inebrante spettacolo di alberi ridotti a tronchi dai quali si dipartono rami spogli che paiono braccia levate al Cielo a chiedere misericordia o, in alternativa, candelieri vuoti, inutili, tristissimi. Contiamo sulla primavera per rendere ai poveri mutilati una parvenza di vita, ma non sarà facile dimenticare i mesi invernali durante i quali i viali, anzichè sembrare romantici boulevard cui gli alberi spogli conferiscono un aspetto romantico, ricordavano lugubri percorsi da film dell'orrore. Ai cittadini di Poggio vorrei rivolgere un cordiale appello: anzichè ìindignarvi' per una tardiva e 'ridicola' potatura del vostro bell'esemplare di Platano, chiedete che da ora in poi alla sua imponente e 'scomoda' chioma, vengano puntualmente e regolarmente prestate le cure di ridimensionamento e contenimento che dovrebbero costituire la normale manutenzione per gli alberi d'alto fusto. Potrete così 'godere' della bellezza del vostro albero e non sentirvi vittime della sua incolpevole invadenza.

Anche una pianta di geranio su un davanzale, se non viene ripulita dal seccume, oltre che soffrirne, susciterà le lamentele di coloro che vivono sotto e che vedranno cadere sulle loro proprietà foglie secche e petali appassiti. Alla seconda lettera, pubblicata alle 9:41 dello stesso giorno, non posso rispondere nel merito, perchè non sono riuscita a trovare l'articolo di Alberto Pezzini cui fa riferimento il presidente dell'Ordine dei Commercialisti, Giancarlo Colucci, dichiarando di non condividerne il contenuto. Questo però non mi trattiene dall'osservare come il Dott. Colucci esprima un concetto davvero sorprendente, che mi sembra doveroso confutare, quando afferma che invita il Sindaco a tagliare il 'suo' pino, 'da lui messo a dimora nel marzo 1955 con la sua classe di terza elementare di Via Volta'. Sorprende il fatto che il Presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti non si renda conto di basare la sua richiesta su un presupposto del tutto improprio in quanto, se l'albero fosse stato da lui acquistato e piantato in un'area di sua proprietà, potrebbe disporne, sermpre nei limiti dei regolamenti vigenti in materia ma, trattandosi di bene che è stato donato alla comunità e che a tutti gli effetti non si può dire gli sia mai appartenuto, ma solo temporaneamente affidato per la messa a dimora, non vedo come possa pensare di disporne rivendicandone un diritto del quale non è titolare. Lo stesso dicasi per tutti gli altri sanremesi che, nel corso degli anni, hanno compiuto il simbolico gesto nel corso di varie cerimonie. Una volta infatti si celebrava 'La Festa degli Alberi', ora si fa 'La Festa agli Alberi' al lugubre suono della banda delle motoseghe. Mi auguro che il Dott. Colucci abbia voluto lanciare una provocazione per dimostrare, in maniera spiritosa, ma affatto divertente, quale sia la sua antipatia verso i pini di Via Padre Semeria, 'che andavano bene quando era una strada di periferia' e che solo l'insipienza delle varie amministrazioni ha fatto in modo da rendere invisi al punto da cercare ogni pretesto non già per salvarli, ma per eliminarli dal panorama cittadino. Ma per far digerire l'abbattimento dei pini non basta il digestivo di futuri, eventuali, ipotetici interventi di miglioramento delle condizioni di boschi, parchi e giardini esistenti, perchè questi li dobbiamo considerare come doverosi e previsti, non già come un risarcimento per alberi abbattuti. Ogni albero è un valore da salvaguardare e non può essere considerato merce di scambio perchè, lasciando il certo per l'incerto, perderemmo capitale ed interessi".

Carlo Alessi