- 16 febbraio 2010, 12:00

Piccole Città, Grandi Eventi e Gelatina

L'immagine che vedete qui sopra rappresenta:

 

A) un goffo camioncino in lontananza

 

B) la bozza di una mascotte per un'olimpiade di geometri

 

C) Una prova riuscita male della "Base Bianca" di Gundam Robot.

 

Non lanciamo il sondaggio. Non è nessuna delle tre la risposta a questa "cosa", un "progetto" che potrebbe PURE andare in Porto. Quello di Savona.

 

Ci sono casi nei quali "IL PUNTO" viene scotennato dalla cronaca. Eccone uno. Quest'oggi dovevamo parlare della fuffa mediatica e commerciale che gira attorno al cosiddetto "risparmio energetico": a volte sacrosanto, altre volte un'autentica e costosissima presa per il mulo (ringraziando il correttore semi automatico)

 

Solo che poi si aprono i giornali e tocca leggere che il "povero" Bertolaso detto Polo, si occupo' di un GRANDE EVENTO savonese come la visita di Benedetto XVI°. Tutto qua? Diventa irresistibile una rapida occhiata alle carte giudiziarie di questa putrida "storia di ordinaria corruzione" e dei suoi tentacoli, per usare le parole del GIP fiorentino Rosario LUPO, che dopo un anno e mezzo di indagini lancia uno stormo di avvisi di garanzia (prendendo in pieno l'attuale responsabile della Protezione Civile Guido "Polo" BERTOLASO, il Procuratore della Repubblica aggiunto di Roma Achille TORO e molti, molti altri illustrissimi. Finiscono invece in carcere il presidente del Consiglio dei Lavori Pubblici Angelo BALDUCCI, i suoi funzionari Fabio DE SANTIS e Francesco DELLA GIOVANPAOLA, oltre all'imprenditore Diego ANEMONE, nomen omen. (NON si trascuri che oltre a Polo Bertolaso negli atti compaiono cognomi notevoli come Masi Malinconico, Scio' etc., se usciranno)

 

Dopo un sunto di sole 125 pagine di inutili e costose intercettazioni telefoniche (direbbe qualcuno) si arriva al dunque delle vecchie manette, secondo Codice. Il GIP Rosario Lupo con una precisa raccomandazione finale

 

 

"ORDINA

 

agli ufficiali e agli agenti di polizia giudiziaria di procedere alla cattura dei suddetti, ovunque essi si trovino, e di condurli immediatamente in un istituto di custodia con le modalità dettate dal' Art. 285 c.p.p. (applicazione della misura di custodia cautelare in carcere n.d.r.) per ivi rimanere a disposizione di questo Ufficio, avendo cura che gli stessi non abbiano alcun contatto tra di loro"

 

Si sono parlati fin troppo.

 

Gli arresti veri partono così, via mail e via fax, con queste parole.

 

E a leggere bene la sintesi delle intercettazioni telefoniche, partono purtroppo prima del previsto. Qualche solerte uccellino si è premurato infatti di avvertire gli indagati delle intercettazioni in corso, dalle quali emerge che il Balducci stava organizzando in tutta fretta un'opportuna partenza con destinazione Madrid prevista e presentita per l'11 febbraio 2010, 5 giorni fa. (Seconda tappa avrebbe potuto essere Acapulco, su invito di un'altro indagato, mezzo detective privato, a sua volta intercettato)

 

Peccato. (E' tutta un'eco di ATO quest'ultima riga)

 

Altri sei mesi di accuratissime indagini del R.O.S. Carabinieri (non per sviolinare a vuoto come spesso accade, ma perché leggendo gli atti si evince un lavoro enorme ed encomiabile), e questo scandalo sarebbe probabilmente emerso con una virulenza se possibile maggiore. Ma c'è tempo.

 

La Liguria e Savona cosa c'entrano? C'entrano. ØØØhh, se c'entrano.

 

Torniamo indietro di un paio d'anni. Il 10 ottobre del 2008 lo stesso medesimo giudice della Procura fiorentina, Rosario LUPO, sopravvissuto all'estinzione, dopo mesi di intercettazioni, ordina l'arresto di un effervescente architetto, tale Marco CASAMONTI.

 

Chi è costui?

 

Ce lo spiega per primo il bel sito della ARCHEA, lo studio associato di Casamonti, con un dettagliato curriculum: "Socio fondatore dello Studio Archea, (Marco Casamonti n.d.r.) si laurea con il massimo dei voti nel 1990 presso l'Università di Firenze e nel 1994 consegue il titolo di dottore di ricerca presso la Facoltà di Architettura di Genova, con una tesi intitolata "Storia e Progetto, una questione centrale nel dibattito architettonico del dopoguerra". Dopo esperienze di docenza alle facoltà di Firenze e Parma, nel 2001 ottiene l'idoneità come professore ordinario in progettazione architettonica e urbana presso la Facoltà di Architettura di Genova."

 

Ed eccoci in Liguria.

 

Ma un momento, cosa c'entra l'arch. prof. Casamonti con lo scandalo G8 / Maddalena che ha travolto Polo Bertolaso più di due frane in Sicilia e un Aquila che non ride?

 

Nelle 125 pagine del recente provvedimento il GIP fiorentino Rosario Lupo scrive: nella "conversazione n°16734 del 22.8.2008 CASAMONTI descrive al suo collaboratore di studio Giovanni Polazzi" (ARCHEA di Genova, n.d.r.) i termini di un accordo economico raggiunto con un altro architetto per i lavori della Maddalena.

 

Dalle intercettazioni, leggiamo:

 

CASAMONTI: " allora… la storia sta così: lui ci da 150.000 euro mensili in anticipo tutti i mesi… va bene… e prendiamo il 2% su 60 milioni di Euro già appaltati… su 63 primo lotto che sono… il 2%… che sono… 1.200.000… poi prendiamo il 3% sulle robe da appaltare nuove… e il 4% sugli arredi (…) totale verrà un paio di milioni di Euro… siccome sono in 10 mesi è roba buona."

 

Bravo.

 

Nella conversazione n° 16771 del 23.08.2009 l'arch. Casamonti riferisce espressamente "DI ESSERE IN GRADO DI FAR LIEVITARE L'IMPORTO COMPLESSIVO DEI LAVORI CHE GLI SONO STATI AFFIDATI" per altri 60 milioni di Euro (solo 120 miliardi di lire)

 

Poi, sempre parlando beatamente al cellulare, nella conversazione intercettata n° 18877 l'architetto Casamonti "si compiace di aver fatto incrementare di 70 milioni di Euro il costo dell'opera che sta progettando per conto di (…) alla Maddalena (l'albergo) aggiungendo che per tale progettazione ha emesso una parcella da 2 milioni di Euro."

 

Queste le parole vere di CASAMONTI: "…se non glieli facevo io i progetti non li pigliava… gli ho presentato una parcella da 2 milioni di euro e lui mi ha detto "tu sei caro…" ho detto, son caro, son caro ma anche ti faccio fare 70 milioni di opere… se non c'ero io con il cazzo che tu le facevi! sicché un colpo al cerchio e uno alla botte"

 

Che belle lezioni di ex-etica professionale ben degna di un docente universitario che insegna all'ombra della Lanterna, non c'è che dire. Anche come cittadino, ti si apre il cuore. Sai che i tuoi soldi sono sudati ma spesi bene. In fondo son Grandi Eventi per il Paese, no?

 

Con l'SMS n° 19162 intercettato il 9.9.2009, l'arch. CASAMONTI informa il collega V.C. che "sulla base della sua relazione Bertolaso avrà tutti gli elementi." Ogni commento appare francamente superfluo" Le virgolette si chiudono qui: a scriverlo infatti non siamo noi ma il giudice Rosario Lupo, che poche righe dopo, in un italiano bagnato d'Arno, scrive testualmente, sottolineato e in grassetto:

 

"Significativa al fine di testimoniare come la struttura e gli imprenditori amici indirizzino i loro tentacoli per ingrassare ingoiando il pubblico denaro è anche la conversazione…"

 

Liguria, dicevamo. L'architetto Casamonti è il fondatore della "Archea Associati; ha partecipato ad alcuni tra i più importanti concorsi e consultazioni nazionali e internazionali di architettura ottenendo numerosi riconoscimenti e premi: nel 1998 (… bla bla bla…) nel 2002 è finalista nei progetti per le stazioni dell'alta velocità di Torino e Firenze (…) tra i nove gruppi italiani selezionati per la costruzione di un isolato nelle aree ex-FIAT di Firenze, NEL 2003 VINCE IL CONCORSO PER L'AMPLIAMENTO DEL PORTO DI SAVONA (con lo Studio 5+1 e Pellegrini)."

 

E siamo a Savona. Sarà interessante capire di quale ampliamento si tratta. Forse di quello realizzato dalla genovese GLF Fincosit? Speriamo di no, visto che Fincosit viene menzionata nel corso di una telefonata (intercettazione 4629 del 17.5.2008) tra Marco e Fabio De Santis (quest'ultimo arrestato e ad oggi in custodia cautelare) che la cita come esempio di efficienza, purtroppo in una circostanza non del tutto appropriata.

 

Casamonti, 5+1 e Pellegrini per il porto di Savona?

 

Lo Studio 5+1 di Genova, l'arch. Casamonti e l'arch.Pellegrini compaiono insieme nel procedimento nr. 18578 / 08 (Procura della Repubblica di Firenze) quello che che porta all'arresto dello stesso Casamonti il 10.12.2008:

"il relazione al reato commesso in concorso con (…) FEMIA Alfonso, PELLEGRINI Pietro Carlo (…) in concorso tra loro e con altri professionisti in corso di identificazione (…) con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso turbavano una gara d'appalto indetta dal Comune di Terranuova Bracciolini (FI) … con oneri di progettazione a base d'asta per la somma di 98.000 Euro"

 

Bruscolini. Rispetto ad altre la somma è irrisoria ma leggendo le intercettazioni il "sistema" pare ben collaudato, e già gelatinoso al punto giusto.

 

Dopo la sua scarcerazione e per la gioia degli inquirenti, il povero arch. prof. Casamonti è preda di una cronica ed incontenibile loquacità cellulare H1-N335xxxx67, in conseguenza di lasciamo stare.

Semplicemente ascoltandolo gli investigatori in miniera scoprono il filone aurifero d'inchiesta G8 / Maddalena che porterà ai clamorosi arresti di pochi giorni fa, effettuati sulla base di un quadro indiziario oggettivamente schiacciante.

 

Polo Bertolaso ringrazia sentitamente. Se il giudice Lupo di Firenze sapesse che in uno dei principali centri C.A.P. della Protezione Civile (non lontano da Savona) i collaudi di un semplice muletto vengono svolti da TRE ispettori inviati e spesati appositamente da Roma, non sarebbe contento. E forse neppure Mr. Polo. Quando si dice la filiera corta.

 

Lo stretto rapporto tra l'arch. Marco Casamonti e l'arch. Alfonso Femia è noto ma viene consacrato dalle intercettazioni del R.O.S. già nel 2008.

 

Alfonso FEMIA invece insieme al savonese Gianluca Peluffo è il fondatore dello Studio 5+1 di Genova. Lo studio 5+1 è uno di quelli che a Savona negli ultimi anni ha progettato "di brutto". Chi frequenta la zona di Legino lo sa bene, Per chi non lo sa, ne scrisse anche l'ottimo Marco Preve su Repubblica (cercare per sapere)

 

Curiosando nel sito di Archea, della quale Marco CASAMONTI è socio fondatore, tra i referenti pubblici troviamo persino il Comune di Finale Ligure (SV).

Strano, visto che l'architetto Casamonti nel 2005 avvia la redazione del piano urbanistico comunale (Puc) di…? Attimo di silenzio… Finale Ligure. Il piano include la RIQUALIFICAZIONE (parola pericolosissima) dell'area ex-piaggio (previsti 250 mila mc di residenze, di chi non si sa). Questo però è un'altro filone del quale ci occuperemo in futuro, noi o Altri Altolocati.

 

La 5+1 degli arch. Femia e Peluffo, in stretti rapporti con Casamonti, la ritroviamo nell'area savonese della Ex- Metalmetron ma anche nel progetto della nuova sede dell'Autorità Portuale, opera indispensabile. Sul sito www.archiportale.com quest'ultimo progetto è un accrocchio abbastanza imbarazzante, che prende poi forma nell'inevitabile 3D. Speriamo almeno questo rimanga nel cassetto virtuale nel quale giace, così come la sua realizzazione, prevista per il 2009, che fortunatamente pare non abbia ancora dato segno di sé. Vedere e meravigliarsi su www.archiportale.com/progetti/alfonso-femia/savona/nuova-sede-autorit%C3%A0-portuale_7256.html

 

Lo studio genovese 5+1 è apprezzato anche da Legambiente che lo candida nel 2006 all'ennesimo biopremio "All'innovazione amica dell'ambiente", senza troppo successo. (www.premioinnovazione.legambiente.org/edizioni/2006/moduli/scheda.php)

 

A Bossarino (Vado Ligure) ove sorge l'omonima discarica, la 5+1 si occupa della progettazione di premiatissimi uffici a bassa emissione (che per ironia della "sorte" si affacciano sul carbone della Tirreno Power) per conto della Parfiri Srl, una società di costruzioni di Savona (iscritta a Milano alla voce "attività creditizie") che con le società Tresia e Domoi dal lontano 1947 "si occupa di edilizia, ambiente ed energia da fonti rinnovabili" (progetto 2001, realizzazione 2005, 5889 metri cubi). Della DOMOI il complesso edilizio VERDEMARE a Finale Ligure e la ristrutturazione IPPOCAMPO a Varigotti (Frazione di Finale Ligure)

 

Grazie alle entrature della 5+1, che si muove anche nel meneghino EXPO 2015, gli uffici dell'incolpevole Parfiri di Bossarino, vengono pregevolmente recensiti anche con (auto) interviste ai progettisti. A metà tra Marzullo e Fuffas, alcune di esse hanno lasciato nel web una traccia indelebile per le nostre umili coscienze, come questa: (vera in copia / incolla)

 

"Qual è la domanda che avrebbe voluto che io le facessi e cosa risponderebbe? Qual è il problema dell'architettura italiana? La mancanza della volontà di ricerca della qualità da parte dello Stato, attraverso una legge specifica.

Le oligarchie di persone e salotti che sostituiscono e annebbiano idee, etica e politica. Il conseguente bassissimo livello culturale e tecnico delle nostre Scuole, delle nostre Amministrazioni, delle nostre imprese e di noi architetti. Gli architetti che da trent'anni surrogano il loro mestiere con parole e omissioni. (…)"

 

A fronte di cotanto inno al capannone, è arduo proseguire.

 

Cosa aggiungere? In bocca al Lupo Rosario pare una battutaccia. La Bio - Architettura lava più bianco, pure.

Habemus Procurae?

 

In attesa di ulteriori sviluppi, la linea va a chi a ponente se la canta e se la suona.

A Voi Sanremo.

 

Mario Molinari

 

ilpunto@savonanews.it

Mario Molinari