Qualche tempo fa ci eravamo occupati dei pedaggi, rincari, bilanci & azionisti dell'Autostrada dei Fiori A10, la più cara d'Italia. La prima radiografia fu abbastanza imbarazzante, tanto che A.d.F. Spa non disse nulla, secondo la consolidata Scuola del Silenzio così cara ai manovratori vecchia maniera (largamente trasversali) che si sa, non vanno disturbati.
Domenica scorsa Autofiori lasciò un cantiere aperto nei pressi di Finale Ligure. Si formarono 7 km di coda tra Pietra Ligure e Finale (c'eravamo), che subito divennero 5 km per Isoradio (che ebbe cura di non specificarne la causa) per essere 3 km secondo il "call center" della A10. La coda si svaluta, il pedaggio resta.
Il Punto del 6 gennaio titolava: Autofiori: chi brinda agli aumenti?
La storia, però, non è finita lì: la speranza dell'oblio è stata vanificata non solo dal Collega Claudio Porchia di nostra sorella Sanremonews.it che ha rilanciato la notizia nell'altra metà del ponente ligure, ma anche settimana scorsa dal capogruppo e segretario provinciale del PRC / SE di Imperia Pasquale Indulgenza
A dispetto delle facili battute sul cognome, di Indulgenza per fortuna non ne ha usata molta, presentando un'interpellanza urgente in consiglio comunale ad Imperia, e incassando una risposta degna di un azionista A.d.F (quale è il Comune di Imperia insieme a quello di Savona e moolti altri soggetti interessanti e interessati) Eccovela:
"L'assessore al Bilancio, Patrimonio e Partecipate Calcagno ha risposto sostenendo che i meccanismi e i criteri di adeguamento delle tariffe per il pedaggio autostradale fanno capo ai rapporti tra le società e l'Anas, in regime concessorio (di natura privatistica), e che nulla può, riguardo alle sollecitazioni mosse, il Comune di Imperia."
Gli azionisti pubblici di una S.p.A. che gestisce IN CONCESSIONE un servizio pubblico "nulla possono".
Mumble.
Fantastico. Che dire? Complimenti e Grazie, soprattutto per la difesa degli utili di un soggetto "privato" come Autofiori, rispetto agli interessi generali di una collettività in transito che tra Savona e Ventimiglia caccia ormai più soldi al casello che dal benzinaio. Retorico e populistico? Bene. Ri-cominciamo da qui.
Siamo andati a farci un oneroso giretto dulla A10, ma ve lo racconteremo la prossima volta.
Nel frattempo abbiamo realizzato un sommario raffronto tra le tariffe di tratte austostradali analoghe per lunghezza:
A1 Milano > Parma (113 Km): € 6,70
A1 - A14 Parma > Imola (127 Km): € 6,70
Padova > Bologna (111 Km): € 6,30
A4 Venezia > Verona - Aeroporto (km114): € 6,80
A7 Busalla > Milano (111 Km): € 6,50
A6 Torino > Altare (114 Km): € 9,10
A12 Deiva Marina > Livorno: (115 Km) : € 10,30 (S.A.L.T. / SIAS)
Roma > Pontecorvo (114 Km) : € 6,90
Roma > L'Aquila (108 Km): € 7,40
Firenze > Chianciano (113 Km) : € 6,30
Firenze > Bologna (119 Km) : € 7,30
And the winner is...
Savona > Ventimiglia (113,3 Km) : €11,40 (gruppo S.A.L.T. / SIAS)
Ma si, certo, si. La solita peculiarità orografica... no shame.
A pensar male si fa peccato, ma noi siamo impenitenti. Incuriositi abbiamo dato un ripassino alle carte dell'Autofiori e non solo. Nella ridda di cifre dei bilanci 2008, ce n'è una che urla:
ha un nome misterioso, di quelli che piacciono a certi Sindaci revisori non solo savonesi: EBITDA.
Tradurlo con "cresta" è giusto ma pare troppo, così cerchiamo la definizione vera che è in fondo un sinonimo: "margine operativo lordo" prima di interessi passivi, imposte e ammortamenti. E' il "quanto frutta una Società"
Gli esperti di finanza sanno che tipicamente gli utili industriali di impresa parametrati anche nelle gare di appalto si attestano tra il 4 e il 10%. Noi non siamo esperti di finanza, ma nei bilanci Autofiori il margine operativo lordo EBITDA del 2008 ammonterebbe al 50,15% con un "risultato operativo" (EBIT) dichiarato al 26% dei ricavi. Straordinario per gli azionisti, flagello per gli utenti. Sarà lecito, ma anche politicamente / moralmente ammissibile? (ammesso che queste due voci abbiano ancora un qualche peso sulla cosa ex-pubblica)
La spariamo grossa: se non abbiamo capito male, se gli azionisti pubblici e privati non si mettessero in saccoccia questi utili da paura il pedaggio potrebbe costare dal 26% IN MENO fino alla metà, nell'interesse della collettività. Certo, chiuderebbero i bilanci alla pari, peccato. Una bestemmia finanziaria, ma favore degli utenti.
Il povero Enrico Mattei forse pensava qualcosa di simile per i prezzi della benzina negli anni del boom, ma qualcuno ha ritenuto opportuno sabotare con cura l'aereo sul quale viaggiava, il 26 ottobre 1962. E' rientrato negli ammortamenti, col solito tragico incidente.
AUTOFIORI però, con 130.659 milioni di Euro di "ricavi netti da PEDAGGI" certamente verserà all'ANAS (che le ha da poco rinnovato la concessione per altri dieci anni) una bella fettona, a vantaggio delle Casse dello Stato... Come no: nel 2008 il canone di concessione ANAS sarebbe stato di poco più di 3 milioni di euro (3.293 per l'esattezza, a bilancio). Avremo letto male.
Capito perchè le autostrade facevano gola ai privati?
Ma Autofiori & le altre, guadagnano anche dalle imprese collegate. Parecchie. Da ABC costruzioni ad esempio (+900.000 Euro nel 2008) partecipata al 28,1%, e alla quale la stessa Autofiori affida diversi lavori di costruzione e manutenzione. Con gara d'appalto, s'intende...
Interessanti anche, nonostante tutti gli attivi, i quasi 9 milioni di euro di interessi passivi: tre milioni di euro per interessi su conti correnti e spese bancarie, cinque milioni e 666mila Euro per interessi su mutui a medio e lungo termine. Ma cosa mutuano con 130 milioni di euro di pedaggi incassati ogni anno?
Saranno contente le banche azioniste (Carige e Carisa) ma anche Unicredit, che oltre a 100 milioni di euro di mutui condivide con Autofiori la stessa società di certificazione contabile, l'omnipresente Deloitte & Touche, che per dovere di cronaca ha trattato la transazione con gli obbligazionisti Parmalat, dopo essere stata rinviata a giudizio per l'omonimo crack, oltre che per quello di Cirio (con Cragnotti, Fiorani, Geronzi ed altri - ANSA, 25/09/2007)
Son cose belle.
D'altra parte il costo della vita aumenta, anche se i bot non rendono più nulla, e per far risparmiare automobilisti e i camionisti Autofiori ha deciso di ritoccare leggermente anche il compenso degli amministratori, portandolo da 196.000 Euro del 2007 a 266.000 Euro nel 2008: +35,7% in un anno. Beati loro.
Il capitolo "investimenti" e sicurezza sono altri libri, ma se ai lettori il tema interessa ce lo dicano e si va ancora più a fondo.
Qualche riga la merita un'azionista dell'Autofiori: S.p.a. Albenga - Garessio - Ceva, alias: l'autostrada che non c'è.
Azionisti del fantasma sono tutti i comuni interessati dal suo tracciato, dalla "A" come Albenga e Alassio alla "Z" come Zuccarello, passando inevitabilmente per la "S" del Comune di Savona (che non è sul tracciato ma pazienza) che vi ha investito una quota nominale in azioni per ben 300 Euro, mica bruscolini...
Tra i titolari delle azioni della ALBENGA - GARESSIO - CEVA S.p.A. ci sono varie Camere di Commercio spalmate sul terrirorio e persino la Comunità Montana Ingauna. Ma se il comune di Perlo, ad esempio, possiede ben SEI azioni per un valore di 6 Euro (non è uno scherzo) le società del gruppo Gavio, tanto per cambiare fanno la parte del leone con oltre 160.000 Euro, per dare un'idea dei rapporti.
La Spa di questa autostrada fantasma, è poi a sua volta socia di tale S.I.TRA.CI. Spa, SOCIETA' PER IL TRAFORO DEL CIRIEGIA, costituita a capitale pubblico nel lontano 1964 per favorirne la realizzazione, peraltro mai avvenuta.
O "meglio": nel cuore di quello che oggi è il meravigioso Parco delle Alpi Marittime, fu scavato nella montagna un tòcco di galleria della quale non resta che una foto in bianco e nero che dobbiamo in esclusiva ad un inaspettata disponibilità della Provincia Granda, da dove ci dicono che là dentro ormai ci sono solo topi. Il Traforo del Ciriegia fu così indispensabile che una quindicina di anni or sono vennero persino chiuso l'imbocco di quel che restava della galleria incompiuta, per bonificare la zona.
Sembrano altrettanto bonificati i compensi a favore dei numerosi consiglieri, dal 1964. Il traforo non c'è, ma la sua società si, con un capitale sociale di oltre 3 milioni di euro. Vi partecipa buon'ultima persino la Provincia di Savona, che il 23/02/2009 dopo un estenuante dibattito si è lasciata sfuggire l'affare del secolo: l'acquisto di ulteriori quote del non-traforo dai Comuni di Entracque (CN) e dalla Comunità Montana dell'Alta Langa, un business da ben 3.300 (tremilatrecento) Euro (sic) al quale Palazzo Nervi ha poi deciso di rinunciare, mantenendo ben salda una determinante partecipazione allo 0,03% (Fonte: Provincia di Savona)
A metà degli anni '90 la storia torna utile:
TORINO, 9 GENNAIO 1995 - Nel 2002 si transitera' tra Italia e Francia attraverso un nuovo traforo autostradale, quello del massiccio del Mercantour. Il progetto dovra' essere pronto entro la fine di quest' anno e i lavori partiranno nella primavera del'96. Tempi di realizzazione, sei anni appunto, in contemporanea alla costruzione del nuovo traforo del Tenda. Sono questi gli obbiettivi, tutti confermati, durante la quarta riunione della commissione intergovernativa italo-francese per il collegamento autostradale tra Cuneo e Nizza, in Francia, che si e' svolta oggi a Torino nella sede della giunta regionale piemontese. La commissione si era riunita in precedenza a Parigi, Nizza e Cuneo. L' assessore regionale ai Trasporti, Ugo Cavallera, ha sottolineato che ''con questo collegamento il Piemonte sud uscira' dall' isolamento, anche in connessione con la prossima costruzione del tratto autostradale tra Asti e Cuneo.'' (Ansa, 15 anni fa.)
Si è visto.
Anche se non ci eravamo accorti che il Piemonte, patria di auto ed autostrade, fosse in realtà così isolato...
La S.I.TRA.CI. Spa per il traforo del Ciriegia "è affidata a un consiglio di amministrazione composto da non meno di 8 e non più di 17 membri oltre al Presidente" (Fonte: Comune di Cuneo, delibera nr. 106/2004)
Dopo 36 anni è in liquidazione ma rispondono ancora al telefono! Peccato non abbiano uno straccio di immagine del traforo, che in atti ufficiali venne pure confuso con CILIEGIA provocando qualche nervosismo nella Granda. Povero traforino.
Torniamo alla nostra autostrada che non c'è. Pur non esistendo la Albenga - Garessio - Ceva, la sua Società già guadagna "modernamente". Non tanto dai pedaggi del non-traforo a ciliegia ma da quelli della nostra Autofiori Spa, con la quale condivide qualche consigliere. Nel plotone di nove dignitari + 7 sindaci ricompare anche qui l'ex presidente della Provincia di Savona Marco Bertolotto. Al 31/12/2008 la Società dell'autostrada che non c'è ha incassato da Autofiori un miliardo di vecchie lire, e senza colpo ferire ne ha speso mezzo. Per cosa, non è chiarissimo.
L'autostrada non c'è, ma già la sua Spa oltre ad una parte del non-traforo ha comprato anche un pezzetto della Torino-Milano (0,066%) e della quotatissima SIAS (Gruppo Gavio 0,042%) Hai capito? Nel (molto) tempo libero, se la giocano in borsa. Magari con qualche piccola soddisfazione. Beati loro.
Che tanto, l'Oggetto Sociale da statuto è (leggere bene):
"LA REALIZZAZIONE DI UNA AUTOSTRADA CHE, ATTRAVERSO IL COLLE SAN BERNARDO DI GARESSIO, MEDIANTE TRAFORO, COLLEGHI ALBENGA CON GARESSIO E CEVA E LA PROMOZIONE, LA PROGETTAZIONE E LA REALIZZAZIONE DI SOLUZIONI ATTE A MIGLIORARE LA VIABILITA' ESISTENTE TRA ALBENGA E GARESSIO REALIZZABILI ANCHE PER TRONCHI FUNZIONALI E PROPEDEUTICHE A SALVAGUARDARE LA REDDITIVITA' DELLA SOCIETA' ANCHE NELL'IPOTESI MINIMA DI REALIZZAZIONE, IN UN PRIMO TEMPO, DEL SOLO TRAFORO DI VALICO A PEDAGGIO.(...) LA SOCIETA' POTRA' INOLTRE, ANCHE ATTRAVERSO L'ACQUISIZIONE E LA DETENZIONE DI PARTECIPAZIONI IN SOCIETA' CONTROLLATE O COLLEGATE, SVOLGERE ATTIVITA' IN SETTORI DIVERSI DA QUELLO PRINCIPALE E, IN PARTICOLARE, NEI SEGUENTI SETTORI:
A) DELLE INFRASTRUTTURE, INFORMATICO, TELEMATICO, DELLA TELECOMUNICAZIONE, DEI SISTEMI DI PAGAMENTO E DEI SERVIZI ALLA MOBILITA'
B) DELLA LOGISTICA
C) DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE (?)
D) IMMOBILIARE... (te pareva n.d.r.)
LA SOCIETA' PUO' PERSEGUIRE LO SCOPO INSITO NEL SUO OGGETTO SOCIALE, SIA MEDIANTE UN' ATTIVITA' DIRETTA ED IMMEDIATA DI STUDIO, DI PROGETTAZIONE, DI COSTRUZIONE E DI ESERCIZIO DELLE TRATTE AUTOSTRADALI E DELLE OPERE REALIZZATE (...)"
DIRETTA ED IMMEDIATA ?! Rileggendo quest'ultima frase siamo quasi certi che ci sia un errore di trascrizione nella data di costituzione della società: 11/05/1967
Per certo divenne società per azioni il 29 settembre 2004, da Srl qual'era.
Abbiamo curiosato un po' tra i verbali dell'Assemblea dell' 11 maggio 2009 (Marco Bertolotto assente giustificato) ricavandone un quadretto gustoso:
TRATTO DAI VERBALI:
- Il Comune di Alassio - nella persona del suo sindaco Marco Melgrati, chiede ufficialmente il motivo per il quale si stanno distribuendo utili. Il presidente della Albenga - Garessio - Ceva S.p.A. gli risponde candidamrnte: "per dare visibilità alla Società, e va vista come un segnale positivo essenzialmente per i soci pubblici." Testuale.
Che cosa significhi, non sappiamo.
Contestualmente viene deliberata la nomina dell'immancabile "Comitato territoriale" che dovrà essere composto da altri minimo cinque consiglieri esterni alla Società, ma non più di nove in questo caso.
La provincia di Savona nella persona di Antonella Lazzari riferisce di aver approvato il dovuto regolamento per l'elezione del Comitato Territoriale (dell'autostrada che non c'è) ma che i suoi revisori "hanno sollevato dubbi su un soggetto non previsto dallo Statuto" per quanto riguarda le indennità previste all' art. 11 per i rimborsi spese. Dunque NO indennità, ma SI spese.
Il Comune di Garessio (rappresentato da Bruno Bologna) esprime "forte parere negativo"
Chiamandosi la Società "Albenga - GARESSIO - Ceva" a occhio diremmo che è un problema.
Il presidente Luigi Sappa from Garessio lascia a verbale una frase indimenticabile, dove:
"ritiene che la Società debba veramente muoversi in qualche direzione operativa e strategica per consentire ai Soci Pubblici di giustificare la partecipazione con le quote azionarie in una società non operativa."
Beati loro.
A verbale di nuovo Marco Melgrati sindaco di Alassio che chiede al Consiglio (ATTENZIONE) :
"un obiettivo concreto" evidenziando "gli aspetti positivi del progetto alternativo al nostro oggetto sociale per il quale ricorda la mancanza dei fondi necessari e l'analisi negativa dei flussi di traffico (!) ossia la tratta Albenga - Carcare - Predosa (AL)"
Poi interviene il consigliere Alfredo BORCHI - oltre che vice presidente della Garessio-Ceva Spa -è anche amministratore delegato di Autofiori Spa, l'autostrada più cara d'Italia
Chi è Borchi? Breve parentesi:
Dopo la frana di Noli e della Via Aurelia l'allora sindaco di Loano Angelo Vaccarezza chiede umilmente di "valutare l'opportunita' di concedere uno sgravio al pedaggio per il tratto di percorrenza sopra citato fino al ripristino della viabilita' sull'Aurelia" (Ansa, 19/01/2008) Alfredo Borchi, consapevole del pubblico servizio reso e vantato dalla società che amministra (A.d.F. A10 in concessione) risponde con calma quattro giorni dopo, così:
"Le concessionarie autostradali hanno il dovere di riscuotere i pedaggi comprensivi di sovrapprezzi e di Iva da versare allo Stato. Eventuali esenzioni non espressamente autorizzate configurano un'elusione fiscale. Per tale motivo non mi è possibile accogliere la sua richiesta". Tiè. Il sindaco di Loano prende atto, ringrazia e se ne sta.
I pedaggi Autofiori finirà per pagarli la Provincia di Savona (Ansa, 23/01/2008)
La risposta è ben congegniata per dare l'idea, senza virgole, che i pedaggi ADF li debba versare allo stato, cosa che accade solo per l'IVA (ovviamente), tolto l'esiguo canone all'Anas.
Altrimenti i loro utili sarebbero una magia, no?
Torniamo al verbale d'assemblea dell'autostrada che non c'é. Mentre Melgrati parla di di traffico in calo, Borchi a verbale sostiene il contrario, ricordando casualmente come:
"le attuali norme di legge richiedano uno sforzo economico notevole per gli enti privati che volessero intraprendere iniziative progettuali non certamente affrontabili con le sole disponibilità finanziarie della Società; solo una forte iniziativa delle due Regioni su un tracciato scelto in comune accordo e previo stanziamento delle occorrenti risorse, potrà consentire la disponibilità di parte dei fondi e dare così anche alla Vostra Società la possibilità di candidarsi per partecipare allo sviluppo del progetto e/o del project financing." (testualmente tratto dal verbale d'assemblea dell' Albenga - Garessio - Ceva Spa, 11 maggio 2009)
I privati da 130 milioni di euro l'anno di incassi (solo per l'autofiori) non ce la fanno... Poverini, son da capire. E' bello essere imprenditori senza rischi d'impresa e con incassi pubblici sicuri e garantiti. Beati Loro.
Segue Luigi Sappa (il Presidente) che si dice d'accordo praticamente con tutti.
Altro che convergenze parallele!
Ma per una mezza miliardata di vecchie lire questo manipolo di eroi avrà studiato l'impossibile...
Per dugare i dubbi nella Relazione del Consiglio dell' 11/05/09 c'è scritto, chiaro, tondo e a scanso di equivoci: "Durante l'esercizio non si è svolta attività di studio e di ricerca."
Trascritto in copia / incolla
Poi il gran finale alla voce Fattori di rischio ed incertezze: "La Società risulta esposta alle incertezze derivanti dal portafoglio partecipazioni, titoli e fondi in considerazione dell'andamento dei mercati borsistici."
Immensi.
Beati Loro.
Quindi, se abbiamo capito : la società dell'autostrada che non c'è è socia di quella più cara d'Italia, non ha fatto ricerche né studi, non ha un progetto preciso, chiede fondi alle Regioni e gioca in borsa con i soldi pubblici?
Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale.
Mario Molinari
PS: Se poi A.d.F ci spiega dove si trova la "terza corsia ad Imperia Est" citata nei bilanci 2008, grazie.