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| 02 dicembre 2009, 15:49

Savona: Tirreno Power, Italia Nostra risponde a Savonanews

Savona: Tirreno Power, Italia Nostra risponde a Savonanews

"Mi fanno rabbia le amministrazioni comunali di Savona Vado e Quiliano che fanno ricorsi alla magistratura contro la nuova centrale ma tollerano il vero scandalo e cioé il fiume di energia calda che si riversa in mare, dal sistema di raffreddamento della centrale"

 

Comincia così il commento di Roberto Cuneo, presidente della sezione savonese di Italia Nostra all'editoriale di Savonanews.it "La mancia" sulla centrale termoelettrica a carbone di Vado Ligure. (cliccate <A href="http://www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=64889" target="_blank" ;>qui </A>per leggere l'articolo)

 

"In località più civili come Bergamo, Brescia ed in tutto l'estero freddo - continua Roberto Cuneo - quel fiume di entalpia (termine tecnico per dire energia che può essere utilizzata) va prima a riscaldare le case in un piano che coinvolge tutta la collettività. Non è una cosa semplice ma neanche difficilissima: basta un anello di distribuzione con tubi coibentatati e uno scambiatore di calore in ogni edificio (non solo alla casa di riposo Ferrero). Ed ecco che il coefficiente di utilizzo dell'energia va oltre il 70% riducendo le emissioni, senza ciminiere e filtri degli impianto domestici. Che i comuni facciano nei PUC e nei Regolamenti edilizi una prescrizione al riguardo per tutte le nuove costruzioni e si farà un vero passo in avanti. "

 

 

A proposito della centrale di Vado Ligure resta Valida la posizione di Italia Nostra espressa nel comunicato stampa ufficiale che riportiamo integralmente:

 

Italia Nostra Onlus

 

2 dicembre 2009

 

Centrale Termoelettrica di Vado

No all'ampliamento, sì alla nuova centrale, ma al posto di quella vecchia

 

No all'ampliamento

La quantità di elementi inquinanti scaricati sul territorio savonese per produrre energia elettrica è da tempo al di sopra di ogni ragionevole suddivisione degli oneri di coesistenza in Italia: a Vado è già installata una potenza di 1420 MW e ciò colloca Vado al settimo posto in Italia; realizzare l'ampliamento di 460 MW porterebbe Vado ad una potenza complessiva di 1880 MW, al terzo posto in Italia (dopo Montalto di Castro e Brindisi), ben al di sopra di quanto installato in bacini forti consumatori di energia. E' realistico ritenere la collocazione costiera preferibile per una centrale elettrica (arrivo del combustibile e raffreddamento con la economica acqua del mare), ma ci deve essere un limite al gravame su un territorio e questo limite a Vado è certamente già stato superato.

 

Sì alla nuova centrale al posto della vecchia

I gruppi 3 e 4 fanno parte di una grande generazione di centrali termoelettriche progettate negli anni '50 e'60 e realizzate negli anni '60 e '70. Queste centrali hanno accompagnato lo sviluppo industriale italiano. Come tutto ciò che fu realizzato in quella epoca, queste centrali, che presentano un'efficienza di trasformazione dell'energia inferiore al 35%, sono ormai arretrate rispetto allo sviluppo tecnologico: le centrali di oggi presentano un rendimento di quasi il 60%. Questa differenza di rendimento significa che per ogni kWh prodotto la centrale di vecchio tipo immette in atmosfera quasi il doppio di fumi inquinanti e di CO2.

 

Questa idea di sostituire il vecchio con il nuovo ha la migliore dimostrazione proprio a Vado: i vecchi gruppi 1 e 2 (660 MW totali) sono stati sostituiti da una centrale a ciclo combinato da 760 MW, negli stessi spazi, che presenta un'efficienza del 58%.

 

Ciò va ripetuto per i gruppi 3 e 4. Non solo, ciò va ripetuto per tutte le centrali ancora funzionanti di quella epoca, una trentina di gruppi da 330 MW in Italia pari al 25% di tutta la potenza elettrica operante in Italia. Con ciò si otterrebbe una sostanziosa parte della riduzione di immissione di CO2 che ci richiede l'Europa.

 

Non si capisce perché lo Stato finanzi, in una certa misura, la sostituzione delle calderine del riscaldamento domestico (dove si è verificato un forte cambiamento tecnologico con l'avvento delle caldaie a condensazione) e tolleri la sopravvivenza di centrali di produzione di energia elettrica ben più superate tecnologicamente.

 

Certo una centrale già abbondantemente ammortizzata consente al proprietario profitti di ordine superiore anche se impiega quasi il doppio di combustibile, ma certamente è sufficientemente profittevole per l'imprenditore, anche una nuova centrale che consumi quasi la metà di combustibile.

 

Pertanto no all'ampliamento, ma sì alla nuova centrale al posto della vecchia!!!

 

 

Roberto Cuneo

Presidente Italia Nostra Savona

 

 

r.c.

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