Nelle ultime settimane si è palesata in grande stile una curiosa "campagna acquisti": quella della Tirreno Power Spa, che la scorsa settimana ha incassato anche il ricorso al TAR anche da parte del Comune di Savona. "TAR WARS" dunque ci piace, ma vogliamo concentrarci su altri aspetti.
Sentendo scricchiolare la fattibilità del goloso progetto di ampliamento della locale centrale termoelettrica, la Tirreno Power tenta di correre ai ripari tappezzando la martoriata Vado Ligure con l'affissione di grandi manifesti - ovviamente azzurri come il cielo d'aprile - che inneggiano ad un concetto tutt'altro che tranquillizzante:
OGGI LA TECNOLOGIA C'E'
TIRRENO POWER LA POSSIEDE.
Probabilmente pensava la stessa cosa la cara vecchia ENEL quando nel 1972 diede manetta alle quattro caldaie della centrale di Vado, in cambio dei soliti sacrosanti posti di lavoro e di un bel campo di calcio sotto gli impianti, in omaggio. Che gentili. Se non fosse intervenuta vent'anni dopo qualche legge ad impedire emissioni senza limiti, sai chissenefrega della tecnologia e del possederla, con quel che costa...
La tecnologia infatti, dai tempi della locomotiva e specie quella di combustione / depurazione, ha un'indole mercenaria, e di solito non la si POSSIEDE per amore, ma perchè, semplicemente, la si compra per bisogno. E bisognerebbe distinguere con i soldi DI CHI la si compra. Certamente con quelli di chi pagava e paga la bolletta elettrica, ma ci direbbero che questo è scontato e demagogico. Alla faccia. Provassero a dirlo ai cittadini di Sermide e Ostiglia – sedi di due centrali termoelettriche nel mantovano - che sui loro alveoli polmonari hanno sperimentato tra gli altri tutte le tecnologie possedute e pagate, per testare la loro bonaria reazione...
<A href="http://www.ariapulitasermide.it/storia.html" target="_blank" ;>http://www.ariapulitasermide.it/storia.html</A>
Le popolazioni però - specie quando pagano una bolletta salata - vanno convinte. E convincerle della bontà di un progetto come quello di Tirreno Power da + 460 MegaWatt a carbone - oggi che le informazioni purtroppo circolano un tantino più che negli anni '70 - è cosa più complessa.
Anche perchè con tutta la buona volontà, se si considera che un contatore di casa arriva di solito a 3 Kilowatt, e che un Megawatt equivale a 1000 Kilowatt, si fa presto a intuire che 460 MegaWatt di progetto sono la potenza di 153.333 contatori domestici messi in fila. Certo, che il carbone ha fatto passi da gigante, ma essendo fossile per definizione, sempre carbone resta. Difficile dunque far credere che il tutto sia così innocuo e profumato, nonostante la tecnologia posseduta.
I manifesti e i campi di calcio in omaggio potrebbero non bastare più. Serve dunque almeno un sito web che magnifichi le mirabolanti doti del progetto, con tanto di rassegna stampa. Un sito web da indicare sui manifestoni come "fonte" di informazione costa pochi euro. Se ingaggi un amico grafico e prendi due belle foto sembra pure cosa autorevole <A href="http://www.vadoenergia.it" target="_blank" ;>http://www.vadoenergia.it</A>
Peccato che chi lo pubblica è lo stesso soggetto che vuole gli indispensabili + 460 MegaWatt a carbone da produrre e fatturare: in home page non troverai dunque la foto un desolforatore intasato e lercio, o le notizie di minatori morti a centinaia per estrarre carbone, ma un bel soffione su cielo azzurro, le puntuali risposte degli esperti (loro), i link dei pareri a favore (loro), le news degli organi di stampa che vanno nella direzione giusta (la loro).
Per il resto della stampa, meno allineata, scatta la campagna acquisti di spazi pubblicitari a piena pagina sui quotidiani più autorevoli della provincia e non solo.
Quando compri gli spazi pubblicitari hai un grosso vantaggio: pubblichi quello che ti pare senza un contraddittorio e senza domande.
E' sufficiente pagare il concessionario di pubblicità, sempre con gli incassi delle bollette, degli azionisti o dell' Authority per l'Energia e il Gas, che a Tirreno Power Spa nell'agosto dello scorso anno ha riconosciuto la modica somma di € 4.185.177,38 a titolo di "rimborso per l'emergenza gas dell'inverno 2005 – 2006"; a spese del contribuente.
Poca cosa, rispetto ai 106 milioni di Euro - duecento miliardi delle vecchie lire "divisi tra 4 operatori: 4 milioni circa a Tirreno Power; 23 circa a Edipower; 13 circa a Endesa (ora E.on Produzione Italia); 66 a Enel Produzione. Il totale dei costi - spiega infine il Garante - gravera' sull'insieme dei clienti finali del mercato del gas, secondo le disposizioni legislative del 2006 e le modalita' che verranno stabilite dall'Autorita' stessa." (Fonte: ANSA: 08 AGO 2008).
Intanto l'utile netto di Tirreno Power (gruppo Sorgenia) passa dai 66 milioni di Euro del 2006 ai 102 milioni di euro nel 2007 con un bel +55,4%.
<A href="http://www.sorgenia.it/SiteCollectionDocuments/Comunicati_stampa/2008/25feb08_Risultati_07.pdf" target="_blank" ;>http://www.sorgenia.it/ SiteCollectionDocuments/Comunicati_stampa/ 2008/25feb08_Risultati_07.pdf</A>
Quei soldi pare siano degli azionisti però, non di chi la bolletta se la paga e se la respira.
Dicevamo: Acquistare spazi pubblicitari sulle edizioni nazionali dei quotidiani, però, costa molto. Meglio acquistarli in locale, che tanto è qui che si gioca la partita, e si risparmia. E rispetto agli utili, il costo di questi spazi di visibilità acritica è veramente poca cosa. Un po' come il carbone rispetto al metano.
Può succedere però che la stampa - quella che ancora risponde ai doveri deontologici nei confronti dei lettori con alcuni Giornalisti rimasti - non faccia una piega e continui ad esercitare il suo compito (come previsto da Legge e Costituzione) ad esempio informando nel dettaglio i Cittadini dei pareri contrari al progetto dei ampliamento della centrale di Vado da parte di TUTTI i Comuni circostanti, riuniti in seduta plenaria. E anche dei ricorsi al TAR che negli ultimi tempi fioccano più del particolato.
Già, ma il Ministero dell'Ambiente nel novembre dello scorso anno ha espresso il suo parere (nr. 141 / 13/11/08): FAVOREVOLE. Pare una contraddizione in termini ma lo prendiamo doverosamente per buono, con riserva di lettura delle 29 pagine pagine di istruttoria dalle quali emergono alcuni dettagli interessanti come il criterio di pubblica utilità degli impianti oltre i 300 MegaWatt (anche se ceduti ai privati col decreto del 4 agosto 1999 n.d.r.) "per evitare il pericolo di interruzioni di energia su tutto il territorio nazionale" sancita dal cosiddetto decreto sbloccacentrali (legge 55/2002).
Benedetto fu il blackout (per saperne di più: <A href="http://archiviostorico.corriere.it/2003/dicembre/07/blackout_giugno_Colpa_Enel_Grtn_co_0_031207046.shtml" target="_blank" ;>http://archiviostorico.corriere.it/ 2003/dicembre/07/ blackout_giugno_Colpa_Enel_Grtn_co_0_031207046.shtml</A>)
In poche parole, basta UNA SOLA autorizzazione, quella del Ministero, e si parte. Ma questa legge sarebbe valida fino al 31 dicembre 2003 ci par di capire.
Stesso anno altra legge, la 83/2003 che assegna la priorità ai progetti che tra l'altro "garantiscono la riduzione delle emissioni inquinanti complessive".
In soldoni, e con tutta la buona volontà, è veramente difficile capire come un AUMENTO della produzione di 460.000 Kilowatt (460 MW, sempre 153.333 contatori di casa) possa comportare una RIDUZIONE delle emissioni nocive.
Magie permesse dalla tecnologia posseduta, che con tutte le misteriose definizioni come le "caldaie ultrasupercritiche" (sic) vanta un rendimento elettrico lordo del 47,4% (come dichiarato a pag.7 del parere ministeriale favorevole VIA nr. 141/08) Un po' pochino se è vero che il rendimento delle centrali cosiddette a ciclo combinato arriva già al 60% ma con la COGENERAZIONE arriverebbe all' 87% (contro il 47,4% dichiarato).
Cogenerazione in sostanza vuol dire: l'acqua calda generata dagli impianti, anzichè esser ributtata in mare con tanti saluti, può essere usata per riscaldare case e magari ospedali. Possedendo la tecnologia si intende.
La massa d'acqua che esce dalla centrale di Vado Ligure è imponente, dichiarata in 12,3 metri cubi AL SECONDO, per difetto: 12.300 litri di acqua calda, al secondo! Buttata in mare...
Ma QUANTO è calda quell'acqua che viene dispersa in mare alla foce dell'inquinato torrente Quiliano? (Inquinato non lo diciamo noi ma lo scrive lo stesso Ministero, per la precisione da Arsenico (AS) tra le altre amenità - vedi pag. 14 V.I.A.) Molto calda in rapporto alla quantità.
Senza pretese scientifiche ci siamo presi la briga di andarla a misurare con un banalissimo termometro da pochi euro la sera di venerdì scorso, alla foce del torrente Quiliano lungo la spiaggia: 25°C. Tropicale! Venti gradi centigradi l'altroieri, domenica, con +9° e il giorno festivo = minore produzione. (vedi foto)
Non sappiamo se con quella massa di acqua calda si potrebbe riscaldare senza ulteriori emissioni e GRATIS tutta Vado, Quiliano e Savona. Sappiamo però quel che si respira in zona dal 1970, e un piccolo omaggio in riscaldamento ci potrebbe stare. Una mancia, almeno per la casa di cura EX Ferrero di Vado Ligure, dove i malati terminali vanno a morire di cancro, che dopo l'accordo firmato nel 2004, quest'acqua calda la sta aspettando ancora.
<A href="http://www.comune.vado-ligure.sv.it/index.php?idinfo=247" target="_blank" ;>http://www.comune.vado-ligure.sv.it/index.php?idinfo=247</A>
Scusate il disturbo.
Per scrivere a Mario Molinari <a href="mailto:ilpunto@savonanews.it">ilpunto@savonanews.it</a>