"Io, a Ferrania, non mi sento più a casa. La gente non solo si deve svegliare, si deve alzare in piedi". Potrebbe essere questa affermazione, fatta da l'ex-dipendente Ferrania Simone Belloro, residente nella frazione, a sintetizzare i temi emersi ieri sera, alla SOMS di Cairo Montenotte, nella prima riunione operativa del Comitato contrario alla Centrale a Biomasse di Ferrania. Un incontro a cui hanno partecipato poco più di trenta persone, tutte molto partecipi ed interessate.
Oltre a Giuseppe Boveri e all'Avvocato Maria Sterzi, che è stata definitivamente nominata portavoce, erano presenti, oltre ai privati cittadini, rappresentanti del Comune di Cairo, dei Cobas, del Circolo Legambiente Val Bormida, del Consiglio degli Infermieri della Provincia e del meet-up di Beppe Grillo di Savona. Tutti hanno aderito formalmente per conto delle loro associazioni, suscitando un cauto ma sentito ottimismo nei promotori della protesta.
Venendo alle proposte avanzate dai presenti, si è parlato anzitutto di richiedere al Comune di Cairo ed alle altre amministrazioni valbormidesi di aprire già nei prossimi Consigli Comunali degli spazi di discussione, per favorire il dialogo e l'informazione, e si è ventilata l'ipotesi di portare la protesta sino a Genova, con un presidio al palazzo della Regione.
Il rappresentante dei Cobas, Xibilia, prende la parola per sottolineare come "il nostro avversario visibile è Ferrania, ma quelli invisibili (come una parte della stampa) tentano di dividerci su posizioni differenti. Perciò tutte le posizioni espresse in assemblea devono essere convergenti, è questo che deve passare: ad esempio dobbiamo dire che le centraline di rilevamento delle polveri sottili devono essere pubbliche, e non proprietà di Ferrania". Chiude proponendo "un convegno, con tecnici e docenti universitari".
Unità di intenti, determinazione, volontà di partire dal basso, dalla gente comune, sono i termini che tornano con più frequenza. L'Avvocato Sterzi sottolinea: "Il problema fondamentale è la sensibilizzazione dei valbormidesi, che sono poco informati e disillusi. Se non c'è dietro la cittadinanza, il comitato non può fare molto".
Giacomo Viglietti, il rappresentante del Consiglio Infermieri, si domanda "Come verranno smaltite le ceneri residue della combustione? E come reggerà la Val Bormida l'incremento esponenziale del traffico su gomma, che servirà a portare i combustibili? Riuscirà il terreno, senza più alberi, a non franare? Considerato che i dati ci dicono che la combustione del legno inquina sino a 60 km, non dovremo arrivare ad Altare, ma piuttosto sino a Mondovì".
I cittadini hanno proposto di spostare le riunioni, a rotazione, nelle varie frazioni cairesi, e di fare volantinaggi.
Infine, è stata accolta con entusiasmo la proposta di aprire un canale di informazione su internet, attraverso i siti YouTube e Facebook, con lo scopo di raggiungere e sensibilizzare i più giovani e coloro che sono più distanti.
Il prossimo appuntamento è stato fissato fra sette giorni.