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| 01 aprile 2008, 19:31

Savona: in porto il carbone che Genova non vuole

Savona: in porto il carbone che Genova non vuole

Il carbone, per quasi duecento anni sinonimo di industria e sviluppo, in un'era in cui queste parole venivano associate a vapore, pistoni, ferro e bulloni piuttosto che a satelliti, monitor, software e internet, potrebbe apprestarsi a lasciare definitivamente il porto di Genova, nell'ambito di una razionalizzazione dei traffici fra i tre hub marittimi della Liguria.

E' provato oltre ogni dubbio che quanto più i tre scali di Genova, Savona-Vado e La Spezia si fanno concorrenza da soli altrettanto ne soffra la loro competitività internazionale; da tale considerazione ha ripreso forza un'ipotesi già proposta tre anni fa e che potrebbe venire recuperata giusto in tempo per la presentazione del primo piano portuale della gestione Merlo, prevista la prossima settimana.

Tutti i traffici di carbone in Liguria verrebbero concentrati a Savona (al Terminal alti fondali), Genova si vedrebbe affidare al loro posto le cosiddette "rinfuse bianche" (che occuperebbero i ponti Rubattino, San Giorgio e Idroscalo) e la centrale Enel della Lanterna verrebbe avviata verso lo spegnimento definitivo. Per fare avvenire ciò sarebbe necessario un accordo definitivo fra Enel e Riva per la nuova centrale a Cornigliano nelle aree ex Ilva. Sembra che i nuovi controllori del Terminal Rinfuse Italia (gli australiani della Babcock and Brown), da cui dipendono le banchine genovesi e savonesi interessate non siano contrari all'idea, che consentirebbe anche a loro notevoli razionalizzazioni e risparmi.

f.r.

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