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Attualità | 04 agosto 2019, 09:00

Altri aspetti della Conferenza della pace di Sanremo del 1920. Un evento da celebrare degnamente

La conferenza di Sanremo, di cui si sta per celebrare il centenario, nell'analisi dello storico Pierluigi Casalino

Altri aspetti della Conferenza della pace di Sanremo del 1920. Un evento da celebrare degnamente

Gli echi degli avvenimenti nel Caucaso giunsero a Sanremo durante i lavori di quella conferenza di pace. Armenia, Georgia e  Azerbaijan, riuniti in una sola, se pur effimera, repubblica transcaucasica, nel timore di un ritorno russo o bolscevico o bianco, si muovevano per riaffermare i loro diritti nazionali. La situazione tuttavia non era stabile, anche per le rivalità tra quei popoli. Analogamente si poneva il problema delle ambizioni turche nell'area e della volontà dei nazionalisti turchi di contrastare il sorgere di uno stato armeno, che di fatto sorgerà poi, parzialmente, solo come repubblica sovietica. Le promesse di una grande Armenia e di uno Stato curdo non furono del resto mantenute dai vincitori del primo conflitto mondiale.

A Sanremo giungeva inoltre notizia che i bolscevichi, in violazione del trattato di Berlino, marciavano sul porto georgiano di Batum (oggi Batumi, ameno ritrovo balneare per turisti turchi e russi) sul Mar Nero e si faceva strada tra i delegati, da Nitti a Lloyd George, il progetto di inviare un corpo di spedizione antisovietica nella zona. E se la Francia armo' una flotta diretta nella regione, le condizioni sul terreno non cambiarono. Il potere sovietico stava vincendo. Già le informazioni sul genocidio armeno e di altri colpi di mano turchi ormai promossi dai kemalisti, vittoriosi su greci e armeni, investivano in modo crescente i lavori della conferenza sanremese. La caduta della dinastia ottomana (l'ultimo rampollo trovò rifugio proprio nella Città dei Fiori, dove si spense) e il consolidarsi leninista in Russia e negli altri ex territori zarista trovò spazio nelle discussioni nel vertice diplomatico di Sanremo. Affioro' pure l'idea di una commissione d'inchiesta su ciò che stava accadendo in Russia. In sostanza il problema internazionale  seriamente tenuto presente in quel periodo era solo quello tedesco; gli altri non avevano, per gli Alleati, la giusta importanza e fu un errore.

In altri termini, se a Sanremo vide la luce il Medio Oriente come lo conosciamo, è anche vero che ci si occupo' degli altri problemi in maniera più sfumata. Il pericolo bolscevico non era certamente sottovalutato, ma a Sanremo ci si accontentò di pensare che la Russia, privata della Polonia, era ormai estranea al concerto europeo. La sola potenza europea a livello mondiale presente a Sanremo era la Gran Bretagna e l'uscita di scena della Russia fu sotto molti aspetti considerata una questione positiva, dal momento che sia la Francia che gli inglesi avevano avuto un numero maggiore di grane dalla politica della Russia zarista di quante ne avrebbero potuto  avere dalla propaganda comunista nel Vicino e nel Medio Oriente o in India negli anni successivi.

Diverso il discorso dell'America che si isolava solo formalmente, ma ormai consacrata la prima potenza globale. La conferenza di Sanremo, di cui si sta per celebrare il centenario, mostra dunque non pochi aspetti ancora da approfondire. Una memoria di grande importanza, dunque, quella della conferenza, non solo sul piano storico e diplomatico, ma anche di richiamo per coloro che amano Sanremo e questa Riviera.

Redazione

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