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| 08 febbraio 2019, 15:19

#Sanremo2019, 25 anni di Negrita: “Siamo teste calde e litighiamo, ma quanto stiamo bene insieme”

Stasera la band aretina duetterà con Enrico Ruggeri e Roy Paci. Ai giovani musicisti dicono: “Il rock non è morto: è performance e libertà”

#Sanremo2019, 25 anni di Negrita: “Siamo teste calde e litighiamo, ma quanto stiamo bene insieme”

Sono passati sedici anni dalla prima esperienza sul palco dell’Ariston per i Negrita, e adesso tornano con un brano che parla di speranza, libertà, futuro. Un traguardo importante, per il gruppo rock di Arezzo, che sigla i primi 25 anni di carriere con un album “best of” in arrivo. E ancora tante cose da dire al pubblico.

Dopo l’esordio a Sanremo – spiega il frontman Paolo “Pau” Bruni ai giornalisti del Palafiori - partimmo per un’avventura completamente nuova, ed è esplosa una seconda vita per noi, quella più latina e reggae. Siamo tornati al Festival perché avevamo voglia di farlo. Dopo l’ultima tournée erano nati dei pezzi e abbiamo voluto farli maturare”.

Siamo degli outsider da sempre – continua -. Questa canzone credo racconti un pezzo del nostro essere italiani e rappresenta la speranza per le generazioni future”. E I ragazzi stanno bene stasera vedrà l’interessante partecipazione di Enrico Ruggeri e Roy Paci, che tornano a Sanremo dopo un anno. Un duetto che darà “una lettura piuttosto diversa del pezzo”, spiegano i Negrita: “lo affronteremo in maniera leggermente soft, ma con molto più pathos”.

Mi sono ritrovato a leggere un testo, apprezzarlo e cantarlo senza fari troppi ragionamenti”, racconta Ruggeri. “L’amicizia tra di noi – aggiunge Paci – nasce in primo luogo dal sapore del mare condiviso, riuniti attorno a un tavolo durante grosse mangiate di pesce. Quella che si respirerà sul palcoscenico sarà un’atmosfera molto conviviale”.

Venticinque anni di concerti e viaggi in giro per il mondo, senza mai dimenticare le origini, gli inizi provinciali. “Troppo facile dire il rock è morto – spiega il chitarrista Enrico “Drigo” Salvi -. L’arte è un valore del mondo intero: questa canzone parla infatti di libertà”. “Siamo sicuramente tutti delle teste calde – conclude Pau -. Abbiamo una grossa energia da incanalare. Litighiamo, certo, ma che figata stare insieme”.

Questo brano è aperto, lascia la corsia preferenziale alle nuove generazioni. Spero che qualche mente illuminata riesca a risollevare le sorti della nostra Italia, troppo bistrattata negli ultimi tempi”.

Manuela Marascio

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