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Eventi | 30 giugno 2017, 07:14

“Creuza the Casbah”: prima tappa sulla strada per Rock in the Casbah. Parola a Simone “Radiomandrake” Parisi: “Per me è come compiere 18 anni per la terza volta”

SanremoNews sarà media partner dell’edizione numero 18 del festival rock più amato e longevo del Ponente

“Creuza the Casbah”: prima tappa sulla strada per Rock in the Casbah. Parola a Simone “Radiomandrake” Parisi: “Per me è come compiere 18 anni per la terza volta”

Sta per tornare Rock in the Casbah, sta per tornare l’evento live più amato e longevo del Ponente.
Quest’anno non sarà un’edizione come le altre, perché il 18° compleanno non è come gli altri. Rock in the Casbah diventa maggiorenne e, con la maggiore età, assume più consapevolezza di sé.
E il grande regalo per il suo 18° compleanno è la stretta di mano con SanremoNews, che sarà media partner ufficiale della manifestazione. Sarà presente dal pomeriggio con foto, interviste e tutto ciò che ruota attorno al mondo di Rock in the Casbah.

Inizia quindi da oggi un percorso a tappe di avvicinamento all’edizione 2017, in programma dal 2 al 5 agosto.
Abbiamo scelto come titolo del nostro viaggio di avvicinamento “Creuza the Casbah”. Inutile spiegarne il significato, in quelle poche parole c’è tutto ciò che Rock in the Casbah rappresenta per chi la organizza, per chi la vive, per chi la guarda, per chi ama questa terra.

La prima tappa del nostro viaggio ci fa incontrare Simone “Radiomandrake” Parisi, voce storica e dj della manifestazione. Colui che ogni anno sa raccontare Rock in the Casbah con musica, parole e suoni.

Parola a Simone “Radiomandrake” Parisi:

Un viaggio lungo 18 anni. Un viaggio maggiorenne.
Ci sono pochi passaggi obbligati nella vita di un ragazzo, a me piacevano i numeri pieni, il 10 poi il 20, quel sottile piacere di perfezione che ho sempre associato ad una nuova decade più che alla conclusione di quella passata, ma non sono passaggi così obbligati come il 6 riferito all'età scolare elementare ed il 18 del raggiungimento della maggiore età. Un primo scampolo di maturità da doversi assumere, e quella sottile e fresca sensazione di libertà. Un po' come Tony Manero perfettamente ebbro di sé che esce da solo da Broadway pronto a "farsi il mondo".

Io è come se compissi i 18 anni per la terza volta (avendo già superato in abbondanza il suo doppio), e mi immagino nella mia cameretta tra i poster e gli LP preferiti, mi immagino ad ascoltare i miei pezzi con la racchetta da tennis in mano per simulare la presenza di una chitarra (ai tempi era così), e con gli occhi appena socchiusi negli attimi più lenti ed introspettivi.
Starei tra le mie cose, tra le mie conquiste, magari con il Watchmen di Alan Moore da leggere per l’ennesima volta, o semplicemente a ricordare il primo amore o quello più intenso. Nella preparazione del giorno perfetto ci stanno tutte queste piccole e grandi cose, perché di perfetto si tratta, perché 18 anni si compiono una volta sola e bisogna godere fino in fondo, perché c'è voglia di essere festeggiati, perché i regali del Diciottesimo sono più importanti.

Con questi sentimenti ci si avvia verso la diciottesima edizione di Rock In The Casbah, consapevoli di aver tracciato un piccolo solco e di aver costruito sulle macerie di una Piazza abbandonata un piccolo fiore da appuntare sull’occhiello. Quella stessa Piazza che ora si trova protagonista di altri importanti eventi. Centro nevralgico di un borgo vecchio che molti hanno scoperto semplicemente frequentandoci. Il mondo in 18 anni é cambiato molto, come le stagioni estive della città. Una volta era logico riempire con eventi tutte le giornate, garantendo una continuità negli stessi luoghi della ressa come il Porto ad esempio, ed é per questo che l’idea di portare la gente verso la musica e non viceversa sembrava una cosa visionaria ed addirittura rischiosa, non tanto per il genere musicale quanto per la zona, fino a quel momento rimasta sonnecchiante ai margini di una città sviluppata e lucente altrove. Le abitudini sono abituate di conseguenza, con una folla che, ogni anno, si dichiara negli intenti già durante la preparazione della rassegna “chi suonerà?” “in quali date?” perché ormai pare non si possa più farne a meno.

Ora quegli stessi ragazzi visionari non sono altro che maturi, anzi, vecchi genitori di una manifestazione importante. E da quella cameretta l’ultimo pensiero prima di addormentarsi nell’ultimo momento conscio da diciassettenne é solo rivolto al passato, agli attimi vissuti, a Tonino Carotone che inscena un fuori programma dal muretto a fianco della consolle dj, ad Alioscia che arriva coi Casino Royale e dice “figo qui, ora scendiamo giù in centro a mangiare della sardenaira” per vivere la città partendo dalla Pigna, e Frankie Hi-Nrg che mangia con noi invece di scendere al ristorante perché quella sera e quel posto era tutto ciò che gli bastava, ed UFO ed Appino con la maglia di Radiomandrake, ai Punkreas e Marlene Kunz che rimangono fino all’ultima nota messa dai Dj su al Bar. E tutti i pomeriggi con Napo, con Iba che veniva con quadri da abbellire gli angoli, e Ramon che volle suonare seduto a bordo palco, a Remo, a Freak Antoni…e tanti conosciuti qui ed ora parte della stessa famiglia come lo Slavo, e tutti quelli che ci abitano come Tommy, la Dede o gli Arieta…il sonno arriva a fatica con tutte queste emozioni da rivivere, ma qualche ora bisogna che si dorma, domani é vicino ed é un domani importante con 18 anni sulle spalle.

Pietro Zampedroni

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