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Politica | 09 giugno 2017, 16:07

Diano Marina: protocollata ufficialmente dalla minoranza la richiesta di referendum sulla pista ciclabile, ma la maggioranza lo ritiene impossibile. Ecco perché

Secondo lo Statuto per indire il referendum occorre che sia favorevole un terzo del Consiglio Comunale, numeri troppo alti per la minoranza. Ma un altro punto tira in ballo il 20% degli elettori, e il comitato ha raccolto oltre 2mila firme

Diano Marina: protocollata ufficialmente dalla minoranza la richiesta di referendum sulla pista ciclabile, ma la maggioranza lo ritiene impossibile. Ecco perché

I capigruppo d’opposizione in Consiglio Comunale a Diano Marina hanno presentato ufficialmente la richiesta di indire un referendum che porti i residenti a decidere se vogliono o meno la pista ciclabile sul vecchio sedime ferroviario, come auspica la minoranza insieme al comitato “Diano Marina Ciclabile in Ferrovia”, che ha raccolto oltre 2mila firme a favore del progetto in alternativa a quello proposto dall’amministrazione comunale che vorrebbe invece il passaggio della ciclabile in parte sull’Aurelia.  

Abbiamo protocollato una richiesta congiunta dei tre gruppi d’opposizione – spiega il capogruppo Pd Marco Ghirelli a Sanremo News - chiedendo al Sindaco di indire un referendum comunale consultivo, per chiedere ai cittadini di Diano Marina se sono d’accordo con il progetto che prevede il passaggio della pista ciclabile sul vecchio sedime ferroviario. Noi pensiamo che, poiché è previsto sullo Statuto Comunale, il referendum si possa fare”.

Nel primo Consiglio disponibile non si parlerà della questione, ma vedremo se trasformare la proposta in un’interrogazione nel caso non vogliano fare il referendum che ricordiamo, essendo consultivo, serve a conoscere la volontà dei cittadini, senza che sia vincolante”, aggiunge il capogruppo di Diano Riparte Michele Calcagno.

La proposta di indire un referendum era stata discussa tra i membri dell’opposizione e il comitato alla vigilia dello scorso Consiglio Comunale, durante il quale era stato il capogruppo M5S Simone Borgarello a lanciare la sfida. Subito dopo però l’Assessore Luigi Basso aveva chiuso la questione dichiarando il referendum impossibile da realizzare.

“Se ci diranno che non è possibile farlo si dovranno prendere la responsabilità anche politica della ragione per la quale non vogliono consultarsi con la popolazione.
– continua Ghirelli - Non sono sicuro che molti degli elettori dell’attuale maggioranza siano convinti della scelta dell’amministrazione, anzi è molto trasversale la cosa. Noi onestamente non riusciamo a capire da dove prenderebbero i finanziamenti per fare la pista ciclabile lato mare. Facciamo difficoltà a trovare fondi per la scuole e improvvisamente riusciamo a trovare due finanziamenti enormi? Mentre la pista sul sedime è una spesa contenuta. Si tratta di un finanziamento importante, che però è previsto e incoraggiato sia dalla Regione che dall’Europa”.

Negli articoli dello Statuto – ancora Calcagno - non viene esplicitamente confermata questa parte, c’è una parte omessa e quindi su questo aspetto si gioca la possibilità di poterlo presentare”.

La materia del referendum è trattata nell’articolo 34 dello Statuto Comunale. È previsto che vengano indetti a patto che siano relativi a questioni strettamente comunali, “riguardino materie di esclusiva competenza locale, abbiano una portata estesa al territorio comunale, riguardino uno specifico atto, intervento o comportamento che il Comune possa, nella sua discrezionalità, adottare o non adottare, restando esclusi referendum relativi ad atti, interventi o comportamenti illegittimi, siano formulati con chiarezza e precisione, nella forma di un'alternativa di fronte alla quale il cittadino si possa esprimere, in modo significativo con un sì o con un no. Il referendum non può avere per oggetto atti di pianificazione, di programmazione e di organizzazione, nonché tributi locali e tariffe”.

Quest'ultimo punto è quello contestato dalla maggioranza, ma soprattutto a fugare ogni dubbio sulla fattibilità del referendum, sempre secondo l'amministrazione, è il punto 4, quello che stabilisce chi ha la facoltà di indire un referendum comunale. "Il referendum può essere promosso dalla Giunta o da almeno un terzo dei Consiglieri Comunali. In tal caso è deliberato dal Consiglio Comunale". I quattro consiglieri d'opposizione non raggiungono la soglia minima di un terzo del Consiglio Comunale, composto da tredici elementi. 

"Noi chiederemo le dimissioni da parte della minoranza - spiega l'Assessore Luigi Basso che coordina l'azione dell'amministrazione insieme al capogruppo Davide Carpano - Se non le daranno, lunedì a mezzogiorno faremo un'azione forte. Io sono pronto anche ad andare dal Prefetto. Qui siamo oltre il degrado della politica. In Consiglio Comunale l'avevo detto che c'è la 'cinquestellite', un morbo che si sta diffondendo e si manifesta con lo sparare cose incredibili. Mi sembra che siamo arrivati all'epidemia".

Tuttavia il punto 5 sempre dello Statuto prevede invece che: "Può essere altresì promosso per iniziativa popolare, quando ne facciano richiesta almeno il 20% degli elettori del Comune". In questo senso potrebbero tornare utili le numerose firme raccolte dal comitato.

Francesco Li Noce

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