Il Codacons è stato molto chiaro negli ultimi giorni: “Le multe in spiaggia fino a 300 euro per chi butta i mozziconi per terra sono un bene ma non basta ed è necessario estendere il divieto di fumo sugli arenili in tutta Italia”.
Una richiesta netta e che continua la lotta al fumo, soprattutto a difesa di chi lo subisce. Negli ultimi decenni, anche in Italia la lotta al fumo passivo è partita dai cinema, per passare poi a bar e ristoranti ed ai locali pubblici in generale. “La spiaggia è uno spazio aperto – evidenzia il Codacons - ma le persone sono concentrate in pochissimi metri quadrati e bisogna salvaguardare la salute dei cittadini”.
Dopo le nuove normative che hanno esteso il divieto di fumo in auto, sia in sosta che in movimento, in presenza di donne in stato di gravidanza ed in alcuni casi anche all'aperto, secondo il Codacons è arrivato il tempo di seguire l'esempio di alcune amministrazioni locali che già sono intervenute sul punto estendendo il divieto di fumo anche sulle spiagge. Secondo l’associazione di consumatori, infatti, l'inquinamento generato dalle sigarette fumate sotto gli ombrelloni può superare quello che si registra in una zona ad elevato traffico di auto.
Cosa ne pensano le confederazioni locali dei gestori di stabilimenti? Lo abbiamo chiesto a Gianmarco Oneglio della Confesercenti: “In linea di massima, all’aperto dovrebbe essere libero di poter fumare, ovviamente cercando di dare meno disturbo possibile al vicino di ombrellone o in presenza dei bambini. Il tutto rispettando l’ambiente e le normative. Mi sembra esagerato vietarlo totalmente in spiaggia. Ricorderei a chi fuma, piuttosto, di buttare i mozziconi negli appositi spazi, visto che negli stabilimenti se ne raccolgono tonnellate”.
Per Fabio Viale di Confcommercio: “Noi siamo per la libera scelta, come per il campo da beach volley o altro. Penso che ognuno debba essere libero di scegliere se far fumare o meno i propri clienti. Tutto questo nel rispetto della libertà altrui, soprattutto in presenza di bambini o di donne incinta”.