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In Breve

| 16 novembre 2016, 17:00

Bellezza discarica

Bellezza discarica

Non puzza, non costituisce un pericolo per gli abitanti, non inquina: la discarica di Collette Ozotto, sulle colline tra Taggia e Sanremo, sembra quasi un concentrato di salute. Qualche mese fa, il presidente della provincia, Fabio Natta, invitava i cittadini a stare moderatamente tranquilli. I dati preliminari non fanno sobbalzare sulla sedia, aveva detto. Si riferiva all’indagine epidemiologica svolta dall’Asl 1 imperiese, per verificare l’eventuale responsabilità della discarica nell’insorgere di certe malattie.

Ora è il turno del sindaco di Taggia, Vincenzo Genduso, a rassicurare la popolazione sulla bontà di Collette Ozotto, con il conforto dell’indagine ambientale realizzata dalla società HSE Solution. La ricerca scientifica, è bene ricordare, riguarda il lotto 5, perché il lotto 6 era in costruzione quando sono stati fatti i diversi controlli. Per l’amministrazione taggiasca lo studio è importante perché rappresenta un “punto zero”, l’inizio di un percorso per monitorare i dati su aria, acqua e terreno.

In sintesi, dall’analisi dei vari parametri - tra cui le concentrazioni di PM10, diossine e composti organici volatili - si può affermare, evidenzia la relazione finale, “che il contributo antropico della sorgente considerata è stato tracurabile (sic)”. Insomma la discarica non migliora certo la qualità della vita, ma nemmeno la peggiora tanto.

Un paio di rapide considerazioni. La prima: è vero che è meglio tardi che mai, ben venga un “anno zero” su cui confrontare i dati dei prossimi anni, ma mettiamo il caso che l’indagine avesse dato esito opposto. Collette Ozotto inquina. Che cosa sarebbe cambiato? Il lotto 6 ormai è fatto e funzionante. Allora la seconda considerazione: se fossi un sindaco qualunque, cercherei di far passare il messaggio che ogni discarica è un errore, un anacronismo nell’ambito di una gestione moderna e pulita dei rifiuti.

Probabilmente il lotto 6 era inevitabile, perché la rumenta da qualche parte bisogna gettarla, perché il progetto del biodigestore è in ritardo, perché la raccolta differenziata domiciliare sta partendo solamente in questi mesi, e nemmeno dappertutto. Sinceramente, mi auguro di non dover riprendere in mano queste indagini tra un paio d’anni, nella malaugurata ipotesi che la discarica sarà piena, il biodigestore nel mondo dei sogni e le ruspe pronte a sbancare il lotto 7. Punto zero o punto di non ritorno?

PER APPROFONDIRE

La relazione ambientale completa

Insider: Cotto o crudo, che biodigestore sia

Luca Re

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