A Perinaldo hanno ripreso a suonare le campane della chiesa dopo che per diversi giorni erano rimaste in silenzio. Una forma di protesta attuata dal parroco nei confronti dell’Amministrazione, che a detta del religioso, è in debito di qualche migliaio di euro relativamente ai costi di riparazione dell’orologio del campanile ma il Sindaco smentisce e non intende assolutamente pagare. Una situazione che farà certamente sorridere chi non ha potuto fare a meno di accostarla alle vicissitudini di Peppone e Don Camillo radicate ormai nell’immaginario collettivo.
In questo caso invece le ragioni delle parti sono state espresse in maniera molto seria. Il parroco della vallata, fattura alla mano, ha preteso da parte dell’Amministrazione perinaldese il versamento del denaro per coprire una parte dei costi di pulizia del campanile e della riparazione dell’orologio asserendo che quest’ultimo appartiene al Comune. “Non esiste alcun titolo di proprietà – ha replicato invece il Sindaco Francesco Guglielmi – E’ vero che quattro anni fa per ragioni analoghe avevamo versato un contributo ma per nostra volontà e senza alcun vincolo di sorta. Purtroppo in questa occasione le nostre casse non ci consentono di poter co-partecipare alla spesa”.
Anche se la questione non ha ancora trovato una soluzione definitiva le campane, con il sollievo dei residenti, hanno ripreso a suonare. Il fatto singolare nel frattempo però ha avuto delle ripercussioni nel vicino Comune di San Biagio dove la rottura dell’orologio della Chiesa, in cui svolge le funzioni il medesimo parroco, ha scatenato un tam tam di voci di paese. Ma il Sindaco Luciano Biancheri ha tranquillizzato i suoi concittadini: “Le campane non smetteranno di suonare. E’ stata sostituita la scheda elettronica dell’orologio, un pezzo di ricambio dal costo non irrisorio che si aggira intorno ai 4 mila euro. E per questo abbiamo già stanziato a bilancio il contributo di 2mila 500 euro che rappresentano il 60% del costo totale”.