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Politica | 08 novembre 2015, 07:11

Desecretata audizione del sostituto procuratore dottor Cavallone sui rifiuti in Provincia, il M5S va all'attacco

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Roberto Cavallone

Roberto Cavallone

Il dottor Roberto Cavallone, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Imperia, ha dato l’assenso a desecretare il contenuto della sua audizione avvenuta nella Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ad Imperia.

Lo evidenzia in una nota stampa il Movimento 5 Stelle matuziano che riporta alcuni stralci dell'audizione mentre la versione integrale si potrà leggere sul sito del Parlamentare del M5S Stefano Vignaroli a questo link.Il M5S riporta di seguito alcuni suoi passaggi di particolare rilevanza e sollecita i cittadini a leggere l’audizione completa.

Il sostituto Procuratore dottor Cavallone parla del Lotto 6, del 5 e anche del 4 di Collette Ozotto: “....Il problema è molto complesso. Perché c’è l’interesse? Innanzitutto consideriamo quanto può rendere una discarica in termini numerici. Voi considerate che la provincia ha pagato alla Idroedil tra i 99 e i 117 euro a tonnellata di spazzatura bancata. Il territorio produce circa 3 mila tonnellate al mese, quindi parliamo di 300 mila euro circa al mese, facendo una media......”

Parla del biogas che produce la Idroedil: “Nel caso in esame, per problematiche legate al dissesto degli altri lotti finora realizzati, il Lotto 5 e il Lotto 4, ad esempio perché franano le pareti, il gas anziché essere tutto convogliato attraverso questi pozzi di prelevamento si disperde attraverso i fianchi della collina. Questo ha determinato, anche da un punto di vista visivo, la morte o comunque la malattia di tutto il panorama arboreo circostante. Vediamo che questo gas ha bruciato le radici delle piante facendole avvizzire. Ora, siccome il gas si disperde in questo modo, non ce n’è a sufficienza per essere utilizzato per la realizzazione dell’energia elettrica. Allora, da parte dei titolari della Idroedil sono stati utilizzati dei motori che bruciano olio vegetale per poter produrre energia elettrica e arrivare a quel tetto consentito dalla convenzione, prendendo un incentivo che in realtà non spetterebbe. Quindi, grazie all’indagine che era ed è tuttora in corso, abbiamo appreso che poiché il sito sarebbe stato ispezionato dall’ente che controlla questo tipo di attività, la GSE di Roma, loro hanno smontato questi motori, li hanno portati via, e hanno smontato tutte le condutture che avrebbero in qualche modo potuto far pensare all’esistenza di questo inganno. Abbiamo avuto proprio ieri un incontro con i funzionari della GSE, i quali ci hanno rappresentato che in base alla normativa vigente e alla convenzione esistente basta dimostrare, solo da un punto di vista amministrativo, che si è realizzato anche un solo chilowattora non con il gas ma con un’altra fonte non rinnovabile, e si è costretti a restituire tutto ciò che si è avuto come incentivo negli anni precedenti. Quindi, stiamo parlando di una potenziale necessità di restituzione di una somma che attualmente è stata quantificata, per l’ultimo periodo, in 4 milioni di euro, ma si potrebbe arrivare anche al doppio, se non al triplo. Non c’è solo un problema penale, di truffa ai danni dello Stato, ma c’è anche un problema di recupero di un’indennità indebitamente percepita".

"...È chiaro che se uno ha un altro lotto, il Lotto 6, può continuare a fare lo stesso scherzo per almeno altri cinque anni, quindi continuare a bruciare olio, indipendentemente da quanto gas produce la discarica. Tra l’altro, se la spazzatura in discarica fosse abbancata nei modi richiesti, dovrebbe produrre poco gas, perché dovrebbe andare sul secco. Il gas invece si produce perché c’è qualcosa che fermenta, quindi qualcosa di umido...”. Il dottor Roberto Cavallone prosegue affermando: “...Sulla vicenda del gas  i funzionari della GSE ci hanno spiegato come vengono individuati gli impianti da verificare. C’è una delibera pubblica e poi c’è un allegato riservato in cui sono indicate le ditte che in quell’anno saranno sottoposte a verifica. Lo sanno solo la GSE, un comando speciale della Guardia di finanza e altri pochi enti. Ebbene, c’è un’intercettazione in cui un avvocato che segue queste vicende anche per conto di Ghilardi avvisa i suoi clienti che ci sarà sicuramente – non si sa quando, ma ci sarà – una verifica all’impianto di Collette Ozotto, e questo in un’epoca in cui il dato doveva essere ancora riservato e non comunicato. Questo fa ritenere che effettivamente ci siano delle fughe di notizie, è ovvio, credo nell’interesse dei diretti interessati. Di qui il movimento fatto per spostare i motori che bruciavano olio, l’eliminazione delle condutture, la sistemazione per non lasciare tracce, l’eliminazione dei quadri elettrici che dimostravano che c’era un altro attacco. Insomma, è un terreno che si presta molto alla corruzione. Il signor Ghilardi nelle intercettazioni afferma di aver sempre pagato tutti. Questa è la realtà. Poi, ripeto, bisogna riuscire a dimostrare chi è stato pagato, perché e quando. Quello è il compito nostro, ovviamente, e non sempre è possibile, ma ci proviamo”.

"...Poi ci sono tutti i problemi collaterali. Ad esempio, noi abbiamo attualmente un Lotto 5, che è previsto poi si debba coprire, piantumare, riempire di terra. Se questa terra la si prende da un’altra parte costa, ma se la si prende dal Lotto 6, è chiaro che si risolve il problema...”. Il dottor Roberto Cavallone prosegue: “...C’è poi un’altra serie di problemi relativi all’esistenza di questa società, che è collegata con ambienti della criminalità organizzata. Anche qui vi sono indagini in corso. Esistono una serie di società collegate, una delle quali è la Ecoscavi, che grosso modo ha sede proprio sotto la discarica. La Ecoscavi, che è sempre nell’orbita dei signori Ghilardi, ha impiegato nel passato sicuramente persone che hanno subito anche condanne per associazioni di tipo mafioso, ma in questo momento verosimilmente sta impiegando dei dipendenti che erano prima dipendenti delle ditte del clan Pellegrino. Il clan Pellegrino è stato recentemente condannato per associazione di tipo mafioso dal tribunale di Imperia. A suo tempo, la DDA di Genova ha fatto una richiesta di applicazione di misura di prevenzione, con sequestro dei beni, e chiaramente le ditte sono state incamerate o comunque hanno cessato la loro attività".

"Per quello che noi sappiamo da queste indagini in corso, alcuni di questi operai hanno cominciato a lavorare per la Ecoscavi. Il sospetto – ma le indagini vanno avanti per trasformare i sospetti in prove e, se le prove non ci sono, per chiedere l’archiviazione – è che attraverso la Ecoscavi possa continuare a essere gestito quel patrimonio di lavori che prima facevano capo alle ditte dei fratelli Pellegrino, ritenuti appartenenti a una ‘ndrina della ‘ndrangheta operante nel territorio di Bordighera, il clan Barilaro-Pellegrino...”. Il Presidente della Commissione afferma: “La Ecoscavi, i Ghilardi non sono dentro la società...”. Risponde  il sostituto procuratore della Repubblica dottor Cavallone: "Apparentemente non sono nella società, però noi sappiamo, attraverso le intercettazioni, che sono quelli. Ne parlano, sono preoccupati anche di questo, cioè che l’antimafia si possa accorgere che lavorano all’interno della Ecoscavi questi personaggi. Il problema è che i signori Ghilardi negli anni hanno subito attentati anche pesanti agli impianti, minacce rappresentate da proiettili lasciati sull’uscio di casa eccetera. L’ipotesi su cui sta lavorando la Procura di Imperia è che ci sia stata in passato una forma di estorsione. Questa è l’ipotesi di indagine. Ovviamente va dimostrato se esistente o meno. Questo per rimanere nell’ambito di Collette Ozotto”.

Riportiamo un altro passaggio dell’audizione del Sostituto Procuratore dottor Cavallone dove afferma: “Ci sono state varie cose strane. Anche durante la nostra indagine è emerso che all’interno di un pozzo da cui un contadino prelevava l’acqua per innaffiare il proprio campo usciva fuori il percolato. Anziché denunciarlo agli organi competenti, il contadino ha chiamato Ghilardi, il quale l’ha ricompensato purché non rendesse pubblica questa cosa. L’aspetto divertente è che questo signore ha il banchetto dei prodotti ecologici a Sanremo e vende prodotti dell’agricoltura a chilometri zero, anche a un prezzo consistente....”.

Il Dottor Roberto Cavallone parla anche della Ditta Aimeri: “.... per il momento, l’unica cosa che sappiamo è che in questo momento sta facendo una raccolta dei cassonetti della differenziata, per poi sversare tutto in discarica senza portarlo nei siti di riciclaggio. Questa ovviamente è una truffa ai danni del comune di Sanremo, perché il comune paga perché la ditta prenda la campana del vetro e la porti dove il vetro viene raccolto e riutilizzato, e così per la plastica e la carta. Se la ditta butta tutto in discarica, ovviamente è un discorso diverso”.

Il M5S chiede che i cittadini leggano l’audizione completa del dottor Roberto Cavallone, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Imperia desecretata il 28 ottobre 2015, in quando contiene affermazioni di grande importanza per la collettività e non solo.

C.S.

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