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Al Direttore | 05 agosto 2012, 18:49

Sanremo: cure in una clinica veterinaria, il racconto di una proprietaria di una piccola yorkshire

Adriana Pozzo auspica che non capiti più a nessuno di vivere il 'calvario' che è toccato alla sua piccola amica pelosa

Foto d'archivio

Foto d'archivio

"Mi chiamo Adriana Pozzo, sono proprietaria di una yorkshire toy di 13 anni di nome Camilla, 1 chilo e 1 etto di peso, Vi racconto quanto ci è successo:

 

- mercoledì 18 luglio Camilla si rifiuta di mangiare nonostante sia vispa e attiva come al solito, di solito è di buon appetito (circa 75 gr di umido o croccantini al giorno), la lascio tranquilla, penso un po’ di disturbo di stomaco, è già capitato un giorno a digiuno e passa, vado a lavorare, la sera al rientro scopro che ha avuto un po’ di dissenteria, anche questo è già capitato

- giovedì 19 luglio Camilla ancora non vuole mangiare, è un po’ moscia (compatibilmente con il digiuno), ma comunque cammina ed è vigile, la cosa che mi spaventa è che va di corpo e le feci sono di consistenza della gelatina e color rosso sangue, chiamo mia nipote per farla portare alla clinica veterinaria di zona, io purtroppo non mi posso assentare dal lavoro, periodo di ferie se non vado io non c’è nessuno; comunque mia nipote la porta e rimane in contatto telefonico con me, le fanno le analisi e dicono che forse è solo un po’ di gastrite, chiedono l’autorizzazione ad una ecografia e naturalmente acconsento, dopo l’ecografia mi comunicano che nell’utero c’è una massa infetta e che è da operare con urgenza per asportare utero e ovaie prima che l’infezione si diffonda e la uccida, appena esco da lavoro nel pomeriggio mi reco alla clinica, Camilla è già irriconoscibile, flebo attaccata sulla zampina anteriore, sdraiata sul fianco immobile, neanche alza la testa quando mi vede. Mi ribadiscono quanto detto telefonicamente, che è da operare d’urgenza appena riescono a stabilizzarla, e mi comunicano il preventivo, decisamente alto (praticamente lo stipendio di un mese), chiedo più volte se la salute e l’età le consentiranno di superare un’operazione e vengo rassicurata sul fatto che il cuore è forte, chiedo anche quanti giorni di degenza saranno necessari visto che Camilla non è abituata a stare senza di me, mi dicono che normalmente uno/due giorni dopo l’operazione;

- venerdì 20 luglio Camilla viene operata in serata, mi chiamano alle 19.30 e mi dicono che sta entrando in sala operatoria e che tempo 30/45 minuti mi avrebbero richiamato per dirmi come è andato il risveglio dall’anestesia, alle 21.15 non avendo ancora ricevuto la telefonata chiamo io, mi dicono che sono appena usciti dalla sala operatoria perché hanno dato anche una pulizia ai denti visto che c’erano, l’operazione è andata bene e non hanno trovato pus, di richiamare dopo le 22.00 per sapere come sta andando il risveglio, chiamo alle 23.00 e mi dicono che con calma si sta svegliando;

- sabato 21 luglio vado a trovarla, è nell’incubatrice sempre con la flebo attaccata, chiedo quando posso portarla a casa, sono vaghi e mi dicono che saranno più precisi dopo le 24 ore dall’intervento anche perché non ha ancora mangiato

- domenica 22 luglio vado di nuovo a trovarla, è sempre nell’incubatrice con la flebo nella zampina e mi dicono che non ha piacere ad essere toccata e si gira, mi stupisco perché non ha mai dato problemi di questo genere, acconsentono a farla uscire dall’incubatrice per provare a farla camminare un po’ e vedere se mangia, di mangiare non se ne parla, le metto il pollo bollito sotto il naso e si volta dall’altra parte, zoppica visibilmente e non appoggia la zampina con la flebo, se le si tocca la spalla della zampina piange, lo faccio notare e finalmente si decidono a controllare l’ago della flebo, tolgono la fasciatura e l’ago era uscito dalla vena e aveva formato un liquido verdastro, tolgono tutto e non riuscendo ad inserirlo nell’altra zampina (dopo molti tentativi e torture, solo per toglierle il pelo le fanno uscire sangue) decidono di metterlo direttamente nella giugolare, inseriscono la cannula fissandola con due punti sulla pelle per lato e fasciando tutto con garza e nastro adesivo stile collare per la cervicale.

Ogni giorno qualcuno della famiglia va a trovarla, continuano a riferire che l’operazione è andata bene, che il problema è che non mangia, mercoledì 25 luglio telefonicamente mi viene comunicato che in flebo ormai non ha più medicinali ma solo glucosio per tenerla su visto che mangia raramente e pochissimo.

- sabato 28 luglio riesco finalmente a parlare telefonicamente con il dottore che ha effettuato l’operazione, gli chiedo se posso portare a casa Camilla che forse non mangia perché si trova li, in un ambiente estraneo, magari si sente abbandonata, mi dice che la paziente non può essere portata a casa perché è sotto una lunga e complicata terapia farmacologica, che l’operazione è andata a posto ma il cane non sta ancora bene, che sarebbe da stupidi portarla a casa finché c’è una cannula endovena funzionante da cui le si possono somministrare alimenti e farmaci, che quanto dico sembra frutto di mancanza di fiducia nei loro confronti, nel frattempo mio padre la va a trovare e mi riferisce che di nuovo non ha piacere ad essere toccata

- domenica 29 luglio vado a trovare il cane nel primo pomeriggio ed è senza flebo, mi viene comunicato che nella notte grattandosi si è tolta la cannula (quella fermata da due punti per parte e fasciata), provo a farla camminare, sbanda come se avesse la labirintite, non ne vuole sapere di mangiare ed è in una condizione pietosa, puzza ed è visibilmente sporca, dico che visto che non c’è più la cannula voglio portarla a casa per provare se mangia in ambiente familiare, mi fanno un sacco di storie, alla fine continuando ad insistere mi dicono di passare dopo le 21.00, vado e alle 22.30 finalmente esco con Camilla, ovviamente dopo aver pagato, appena arrivata a casa le faccio cuocere a vapore un po’ di carne trita e la mangia con appetito

Al lunedì chiamo subito un veterinario che mi hanno consigliato, dottor Sapino di Bordighera, è fuori studio lo rintraccio alla sera e mi da l’appuntamento per il martedì mattina, le fa un po’ di flebo, una puntura di vitamine e una di cortisone, le controlla la temperatura e si spaventa perché è molto bassa, mi fa tornare la sera, stessa terapia, così anche mercoledì e giovedì, venerdì e sabato solo al mattino, della lista di medicine date dalla clinica tiene per buono solo l’antibiotico, ma passiamo alla somministrazione sottocutanea in quanto dopo la pastiglia Camilla beve troppo, è lui a scoprire che Camilla ha dei punti di sutura in bocca, fatti dopo l’estrazione di alcuni denti, effettivamente ne aveva parecchi ballerini e in pessime condizioni di tartaro, ma funzionavano a dovere visto che mangiava tranquillamente i croccantini, si le puzzava un po’ l’alito ma non le davano fastidio. 

Analizzando la documentazione, che Vi allego, il dottor Sapino mi dice che prima dell’operazione le analisi erano buone, compatibili con un animale di 13 anni, dopo l’operazione non andava più bene nulla, c’era una forte infezione in corso e tanta anemia (dovuta anche a operazione e ripetuti prelievi), aggiunge inoltre che secondo lui non era assolutamente da operare, che con tutto quello che le hanno somministrato c’è il rischio che le abbiano infettato il sangue in modo irrimediabile e che su questa clinica ne ha viste e sentite già tante.

A questo punto, se effettivamente è come dice il dottor Sapino, chiedo di fare qualcosa, perché non succeda ad altri quanto è successo a Camilla, la piccola non è ancora fuori pericolo, da ieri ha di nuovo perso l’appetito, anche se sembra un po’ più reattiva... incrocio le dita e spero che si rimetta.

Adriana Pozzo".

Redazione

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