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Al Direttore | 06 aprile 2012, 07:44

Sanremo: il racconto di una 'normale' ora di attesa alle Poste da parte di una nostra lettrice

Sanremo: il racconto di una 'normale' ora di attesa alle Poste da parte di una nostra lettrice

Una nostra lettrice di Sanremo, Cristina S., ci ha scritto per sottoporre ai lettori la sua esperienza di ieri e le conseguenti considerazioni:

"Sono entrata in posta per pagare alcuni bollettini e mi sono munita di numero alle 13.01. Sono uscita, con i bollettini pagati alle 14.06. Quando sono entrata stavano funzionando 5 sportelli: due E (correntisti), un U (ritiro raccomandate), due P (ritiro e spedizione pacchi). Uno dei due P ha chiuso subito dopo. Lo sportello A (avevo una sessantina di numeri davanti) si è attivato dopo qualche minuto, forse per le lamentele di alcuni clienti. Sì, perchè, sono convinta che gli utenti delle Poste siano da considerarsi clienti ... anzi Clienti. Con la c maiuscola perchè certi servizi si pagano profumatamente. Per eseguire un'operazione di pagamento di un bollettino l'operatore impiega dai 30 secondi a massimo un minuto, il costo è di € 1,10, quindi l'utente paga all'azienda, per questo servizio, dai 66,00 ai 132,00 € all'ora. Più del prezzo orario di un idraulico a domicilio?
Inoltre, l'ingente movimentazione di denaro credo generi ulteriori introiti. Quindi non vedo perchè, pagando così profumatamente il servizio, si debba, per prima cosa, stare in coda per un'ora, per seconda cosa, essere trattati come clienti di serie B rispetto ai correntisti ai quali viene data la precedenza. Ricatto? Se dovessi aspettare un'ora per una pizza margherita (7,00 €), in quella pizzeria non ci metterei più piede. Se il parrucchiere per una messa in piega (20,00 €) mi facesse aspettare un'ora, cambierei parrucchiere, etc etc. Inoltre pretenderei la dovuta gentilezza verso il cliente che gli impiegati delle poste, stressati dalla ressa, dal mugugno e dall'esasperazione, fanno fatica ad elargire. E hanno tutta la mia comprensione. Anzi .. alcuni sono davvero ammirevoli. In posta invece, per alcuni pagamenti, siamo obbligati ad andarci. Non abbiamo scelta. La pausa pranzo è quel momento che tanti dedicano a sbrigare le proprie faccende burocratiche (già alle poste è stato 'tagliato' il sabato pomeriggio e già la maggior parte degli enti pubblici, a quell'ora, chiude i battenti).
Mi chiedo: possibile che i dirigenti delle poste non riescano a gestire i turni delle pause dei dipendenti in modo da non creare disagio e enorme perdita di tempo all'utenza? Non mi azzardo a chiedere quello che pretenderei dalla pizzeria o dal parrucchiere perchè sarebbe utopia. Ma almeno dei tempi logici! Diciamo rispettosi? SPA Poste Italiane, che ha un utile netto di 1.018 miliardi di euro l'anno e il cui capitale è detenuto al 100% dallo Stato Italiano attraverso il Ministero dell'Economia e delle Finanze è la dimostrazione di come siano tenuti in considerazione i cittadini italiani, clienti che pagano prima, durante e dopo e che, per forza, si chiedono dove vadano a finire quei 1.018 miliardi. Preciso, infine, che l'episodio di oggi rientra nella 'normalità' e che, quando sono obbligata ad andare in posta, so già che dovrò perdere almeno 45 minuti e il tempo è denaro per tutti, non solo per alcuni e sempre a nostro sfavore".

Carlo Alessi

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