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Politica | 26 giugno 2011, 16:53

Imperia: progetto 'Dal Parasio al Mare', l'appello di 'Italia Nostra' per soluzioni alternative

Intanto il Comitato Spontaneo per la Tutela del Borgo Parasio ha già raccolto 1000 firme contro il progetto

Imperia: progetto 'Dal Parasio al Mare', l'appello di 'Italia Nostra' per soluzioni alternative

"La sezione imperiese di Italia Nostra avendo esaminato il progetto 'dal Parasio al mare' esprime la propria preoccupazione per la natura degli interventi che appaiono, piuttosto invasivi e poco rispettosi della delicatezza e della complessità del tessuto storico ed urbanistico del quartiere Parasio". Inizia così la lettera inviata gal gruppo imperiese di Italia Nostra al sindaco Strescino, alla Soprintendenza per il Patrimonio Architettonico di Genova, al Presidente della Regione e al Procuratore della Repubblica di Imperia.           

"L’impressione generale - continua il comunicato -, nonostante le relazioni redatte in elegante 'architettese', che scaturisce dall’analisi delle scelte adottate è riconducibile ad un approccio piuttosto superficiale che non tiene conto, se non in apparenza, della particolarità dei luoghi che sono il frutto di una complessa sedimentazione di una serie di eventi e di vicende che coinvolgono non solo aspetti storici, che di per sé sono già abbastanza rilevanti, ma anche fattori economici, sociali, urbanistici, architettonici e quindi umani. La concorrenza di tali fattori ha prodotto nel tempo, nel bene e nel male, un centro storico dalle caratteristiche uniche che ne hanno preservato in buona parte le peculiarità che si possono ammirare e che sono oggetto dello stupore di chiunque lo visiti. Il Parasio possiede valori ambientali e architettonici unici, anche in confronto con altri centri storici della Riviera, che si sono conservati anche grazie ad un tessuto umano di estrazione locale profondamente legato ai propri luoghi che ha compreso e preservato per quanto possibile la complessa stratificazione storica di un quartiere. Ora il progetto in questione si propone di attuare interventi di riqualificazione del borgo che sembrano affrontarne i problemi, di cui purtroppo soffre, con soluzioni che paiono essere 'risolutive' di situazioni di cui presuntivamente sembra affetto.

In particolare sembra davvero una forzatura, prima di tutto concettuale e poi esecutiva, la realizzazione di ascensori per il superamento dei dislivelli dei piani insediativi, i cui sbalzi sono davvero irrisori al limite del risibile, anche perchè esiste la possibilità di un loro superamento percorrendo semplicemente i tragitti pedonali esistenti eventualmente supportati dagli ascensori oggi in esercizio e che sono ampiamente sufficienti ad assicurare una mobilità sostenibile per ogni tipo di visitatore. Altro aspetto, e non meno importante, è quello rappresentato dall’impatto ambientale che la realizzazione dei nuovi ascensori comporterebbe sull’ambiente e sulla struttura urbanistica e architettonica del quartiere, che creerebbe danni significativi sulla sua immagine ormai sedimentata da un secolo a questa parte. L’impianto di via Cantoni costituirebbe una disturbante superfetazione alla veduta del Duomo di San Maurizio sia visto dalla omonima piazza che da via Acquarone creando nel primo caso un inutile e incoerente contrappeso alla mole della chiesa e un occultamento della visuale verso il mare salendo da via Porta Nuova creando una dissonanza ambientale che non sarebbe mitigata nemmeno da una struttura semi trasparente come prevede il progetto, il cui rendering non riesce ad essere convincente rispetto al risultato reale.

Per quanto riguarda l’elevatore di via delle Carceri la previsione appare ancora più allarmante in quanto ad impatto sull’ambiente e sull’immagine del Parasio che verrebbe 'violentato' da una struttura che si eleverebbe, nella parte a cielo aperto, per circa una decina di metri con una torre, seppure semi trasparente, che sarebbe visibile da molteplici punti di visuale dl quartiere causando un danno estetico irrimediabile senza per questo ottenere vantaggi apprezzabili. Anche in questo caso il superamento del dislivello esistente tra via Acquarone e piazza Parasio sarebbe facilmente superabile percorrendo poche decine di metri a leggerissima pendenza.

Altre considerazioni meriterebbero i piani di riqualificazione riguardanti piazza Chiesa Vecchia e la parte elevata di piazza Parasio. Nel primo caso appare piuttosto cervellotica la previsione di replicare la memoria dell’antica parata di panche della chiesa antica con soluzioni che prospettano la realizzazione di 'panchine' murarie, tra l’altro con materiali che nulla hanno a che fare con la tradizione costruttiva locale, che raggiungeranno il risultato di creare barriere al corretto uso della piazza e snaturandone la memoria storica legata all’esistenza della parrocchia medievale di Porto Maurizio. Per quanto riguarda piazza Parasio non è convincente la scelta di costruire piattaforme quadrangolari, appena soprelevate rispetto alla quota base, che andrebbero a costituire inutili, dannosi e continui dislivelli di difficile comprensione e praticabilità, contribuendo a creare una sensazione di costrizione ambientale e una difficoltosa vivibilità del sito.

A fronte di quanto esposto si invitano gli Enti in indirizzo a voler riconsiderare il piano di intervento complessivo e a voler recedere da soluzioni che arrecherebbero danni ambientali irreversibili al contesto storico, urbanistico e architettonico del Parasio, apportando le necessarie varianti, che paiono ancora praticabili in sede regionale, al fine di studiare soluzioni alternative in collaborazione con i residenti nel quartiere, le cui esigenze e problematiche nell’ipotesi progettuale complessiva non paiono essere state prese in considerazione".

Ma non c'è solo la lettera aperta di Italia Nostra a schierarsi contro il progetto 'Dal Parasio al mare' che cambierebbe l'aspetto del centro storico di Porto Maurizio. Infatti si sta muovendo anche il Comitato Spontaneo per la Tutela del Borgo Parasio, che ha da subito assunto una posizione netta contro gli interventi previsti nel centro storico, raccogliendo, ad oggi, un migliaio di firme fra i cittadini.

"La popolazione imperiese è decisamente contraria agli interventi decisi per il Parasio - spiega Alessandro Casano, portavoce del Comitato -. La raccolta firme procede con continue adesioni, man mano che gli imperiesi vengono portati a conoscenza del progetto 'Dal Parasio al mare' nei dettagli riguardanti il centro storico.
 
"In risposta al Presidente del Circolo Parasio Giacomo Raineri - continua Casano -, espressosi favorevolmente al progetto la sera del 13 maggio scorso al Centro Polivalente ed ora promotore di un tavolo di concertazione, il Comitato, ribadisce di avere come unico interlocutore il Comune di Imperia, senza mediazioni da parte di alcuna parte politica, Circolo Parasio compreso. In risposta all'architetto Gollo, che lamenta l'uso strumentale di un fotomontaggio, si ricorda che tale fotomontaggio è stato tratto dall'opuscolo ufficiale distribuito all'Amministrazione, pagato con i soldi dei contribuenti, che l'Architetto dovrebbe ben conoscere; in realtà, la visione per intero e 'dal vivo' del progetto conferma la presenza inquietante di una torre di acciaio e vetro alta dieci metri: un mostro.

Facciamo inoltre notare all'Architetto Gollo che se i suoi ascensori sono 'opere pensate come elementi moderni che accettano di esserlo', gli abitanti del borgo e cittadini imperiesi, non solo non li accettano affatto, ma neanche vogliono essere presi in giro da vuoti giri di parole frutto di dottrine architettoniche sorpassate e che hanno arrecato grandi danni ai centri storici in tutta Italia. Che fine fanno allora tutti i criteri di inserimento nell'esistente dei P.R., criteri di stile, forme, colori e materiali adoperati che vengono con tanto zelo richiesti ai privati cittadini? Se da un lato comprendiamo l'urgente bisogno dell'Architetto Gollo di difendere il proprio progetto, pur facendo notare che di fronte a cose innegabilmente brutte non c'è difesa che tenga, dall'altro non riusciamo assolutamente a comprendere tanta ostinazione da parte dell'Amministrazione Comunale nel voler realizzare strutture inutili, dannose e soprattutto fermamente osteggiate dai cittadini; perchè assumersi una così grande responsabilità nei confronti della città?".

A. Gu.

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