Dopo lo scioglimento del consiglio comunale, la città delle palme, affida oggi alla prima Regina d’Italia le speranze di ritrovare lo smalto dei tempi migliori.
La sovrana in questione è Margherita di Savoia, o più correttamente Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia.
Una donna bella, intelligente e popolare, che ha lasciato un’impronta nella storia del nostro paese.
A lei sono dedicati monumenti, palazzi, opere letterarie e musicali, fondazioni, premi, piazze, parchi ed addirittura un lago, quello scoperto in Etiopia dall'esploratore Vittorio Bòttego.
Porta il suo nome anche una rosa rarissima, che le è stata dedicata dal vivaio belga Soupert & Notting nel 1904. La "Reine Marguerite d'Italie" è una rosa con fogliame verde scuro, fiori grandi con petali di colore carminio intenso ed un profumo piacevole.
Una regina così popolare non poteva non lasciare traccia del suo passaggio anche in cucina. Una pizza porta il suo nome, così come una variante del panforte di Siena e i dolcetti tipici di Stresa, solo per citare i più conosciuti.
Famosa anche per un detto in voga ancora oggi: «Anche la regina Margherita mangia il pollo con le dita».
Un personaggio così straordinario ha lasciato un segno indelebile anche dalle nostre parti con la sorridente statua a Capo Ampelio, dove si recava sovente a pregare o a “pescare” la nuora Elena.
Da oggi anche la splendida residenza nella quale ha trascorso lunghi periodi di riposo ed i suoi ultimi momenti, viene aperta al pubblico come sede di un prestigioso Museo d’arte.
Innamorata della città fin dal suo primo incontro, sarà sicuramente contenta.
In questa immagine vediamo la regina Margherita a Bordighera mentre esce da messa
Un altro segno del suo passaggio nel ponente Ligure mi è balzato davanti agli occhi in occasione di una delle mie escursioni fra le fotografie dell’Archivio Moreschi; due plastiche immagini della sovrana in seppia di ottant’anni fa.
La prima con occhiali, è stata scattata nel 1925 su incarico della casa Reale da Gianni Moreschi a Salsomaggiore, prima dell’apertura dello storico studio fotografico di via Matteotti 194 avvenuta due anni più tardi.
La seconda, senza occhiali, ha una strana e curiosa storia. Per realizzare il ritratto ufficiale, l’ultimo in ordine di tempo della Regina, Gianni Moreschi scattò diverse fotografie fra le quali ne furono scelte un paio. Al momento della scelta definitiva allo staff degli incaricati si pose il problema degli occhiali, che Margherita di Savoia non aveva voluto mai togliere durante le riprese.
Gianni Moreschi, con la perizia di un raffinato ritoccatore, risolse il problema con raschietto e pennello, i mezzi di allora (non esisteva ancora Photoshop). Per questo motivo esistono due versioni del ritratto: una con lenti, presente negli archivi reali, stampata in serie e distribuita in tutto il mondo ed una senza, della quale è rimasto solo l’esemplare di prova che vi mostriamo.
Lettera della Regina, durante uno dei suoi soggiorni a Bordighera per richiedere a Gianni Moreschi un servizio fotografico per la nipote Maria.
una delle foto scattate a Maria di Savoia
Lettera di ordine delle foto ufficiali eseguite a Bordighera
Gianni Moreschi ed il Duca degli Abruzzi che lo ha incaricato di sviluppare e stampare le foto delle sue spedizioni nel mondo.
Il Duca degli Abruzzi in un ritratto di Gianni Moreschi
Arrivati a questo punto penso che sia opportuno dare qualche notizia sulla ditta Moreschi, che nasce nel 1872 a Palazzolo sull’Oglio quando Luigi Moreschi cambia la sua precedente attività cimentandosi nel nascente mestiere di fotografo e spostandosi frequentemente a San Pellegrino Terme, dove ritrae i numerosi turisti nei periodi di alta stagione turistica.
Il suo studio e la sua attività vengono ereditati nei primi anni del 1900 dal figlio Vincenzo e dalla moglie Angiolina, che ampliano l’importanza dell’impresa seguendo i numerosi clienti anche a Salsomaggiore Terme, dove nel 1914 aprono l’importante studio di Via Romagnosi. Successivamente si aggiungono i figli Gino, Enrica, Rina e Gianni.
In questa immagine vediamo Gianni Moreschi, “ragazzo del 99” a diciott’anni fotografo d’aviazione nel 1917 prima di un volo di ricognizione sulle linee austriache.
Gianni Moreschi, che fu nominato Cavaliere del Regno d’Italia su proposta della Regina Margherita di Savoia ed autorizzato a fregiarsi del titolo di fornitore della Real casa, aprì nel 1927 lo Studio di Via Matteotti 194 a Sanremo.
Nel decennio fra il 1930 ed il 1943 è stato il fotografo ufficiale del Casinò e corrispondente fotografico dell’Agenzia Stefani. Insieme alla moglie Anna, ha documentato tutti gli avvenimenti di quel periodo di grande prestigio turistico e culturale che costituiscono il nucleo principale dell’Archivio Moreschi.
Un impegno ed una passione che si è trasmessa anche ai figli Alfredo, Mimma ed Albertina e grazie alla quale possiamo oggi rivedere e rivivere degli episodi importanti e dimenticati.
Nello Studio di via Matteotti oggi operano Gian Luca Antonelli ed Anna Maria Moreschi, la quinta generazione di una famiglia di artigiani fotografi.